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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 8 ottobre 2018

Conte

...crediamo sia interesse del Paese sostenere l’autonomia del ruolo del capo dell’esecutivo, confidare nella sua saggezza giuridica, sperare che governando applichi un principio di base del diritto: la «diligenza del buon padre di famiglia».
Non esponga il Paese a rischi inutili. Dopotutto si è autodefinito, senza un briciolo di ironia, «avvocato del popolo». Dunque, faccia gli interessi degli italiani, difenda i loro risparmi. Senza illuderli, senza sbilanciarsi in colossali, quanto poco credibili, promesse. Non vi sono — come ha detto ad Assisi in contraddizione con la sobrietà francescana — soldi per tutto: dal reddito di cittadinanza, alle pensioni, alla riduzione delle tasse. Un Paese indebitato non è libero di fare tutto ciò che vuole e lui da giurista lo sa bene. Dica qualche volta — e anche pubblicamente — no ai suoi due azionisti di maggioranza, li richiami al rispetto delle forme. A una certa sobrietà negli atteggiamenti. Al rispetto delle istituzioni. Anche chi ha molto consenso e il vento dei sondaggi a favore non occupa le istituzioni come fossero «aule sorde e grigie», le rappresenta. Metta sul tavolo, se necessario, le proprie dimissioni. Dia finalmente spessore e lineamenti al proprio volto politico.
Nel governo gialloverde non sarà certamente un primus inter pares, come avevano immaginato i padri costituenti, ma può essere ancora un timoniere responsabile ed esperto. E se anche fosse, ma non lo crediamo, semplicemente l’avvocato dei suoi due principali clienti, l’esecutore del contratto del «governo del cambiamento», non potrebbe sottrarsi alla deontologia professionale. (...)
Il professor Conte non è un economista ma come avvocato del popolo o dei suoi due vivaci clienti dovrebbe soppesare rischi e opportunità, costi e benefici. È poi un esperto di arbitrati e dunque dovrebbe essere in grado di comporre interessi diversi, a volte confliggenti. Al valore dell’arbitrato, essendoci di mezzo il Paese, non vorremmo nemmeno pensare, parcella compresa.
P.s. Conte è devoto di padre Pio e tiene sempre una sua immaginetta in tasca. Bene. Se la porti sempre con sé. Anche i laici più accaniti sono d’accordo. Non si sa mai. Non vorremmo, un giorno, non avere più santi a cui votarci.

Ferruccio de Bortoli, Corriere della Sera (7/10/2018)


Canzone del giorno: Lover's Plea (2015) - Keith Richard
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