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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 16 luglio 2018

Franco Mandelli

Testardo, autorevole nel comandare, ostinato a superare tutti gli ostacoli. Non di rado burbero e tagliente. Tenero, pacato e capace di ascoltare quando era davanti al paziente. Che fosse un adulto o un bambino. Franco Mandelli, 87 anni bergamasco maestro dell’ematologia moderna, riusciva ad essere ostico e assolutamente amorevole nella sua vita. È scomparso ieri in una Roma afosa e deserta.
L’annuncio della morte su Facebook. A darlo i suoi volontari, quasi 25 mila, della sua Ail, l’Associazione italiana contro le leucemie che ha fondato alla fine degli anni Sessanta. Quando, dopo un periodo di studi a Parigi, ha iniziato a rivoluzionare il Centro di ematologia del Policlinico Umberto I a via Benevento. Il suo quartier generale. Dove lavorava, meglio dire lottava, contro leucemie, linfomi e mielomi. Malattie che mietevano vittime, che piombavano nelle famiglie togliendo respiro e speranza.
Ha dedicato la sua vita a far luce dove regnava solo il buio, a sperimentare anche quando veniva attaccato, a non mollare. Franco Mandelli aveva un sogno. E, temendo di non essere capito nel modo giusto, ce lo ha raccontato in un libro: Ho sognato un mondo senza cancro. Per questo ha lavorato, si è battuto, ha faticato e stretto i denti lungo tutta la sua vita. (...)
«Quando iniziai ad occuparmi di malattie del sangue nei primi anni Sessanta – raccontava il fondatore del Gimema, Gruppo italiano di studio per le malattie ematologiche dell’adulto – in tanti mi chiesero come facevo a dedicarmi ad una specializzazione che regalava solo risultati drammatici. Ora, invece, la leucemia acuta nel bambino si cura nell’80% dei casi, nell’adulto nel 50% dei casi e i linfomi riusciamo a batterli quasi nell’80% dei pazienti. Lo dico ancora meglio, otto pazienti su dieci guariscono grazie alle nuove terapie».

Carla Massi, il Messaggero (16/7/2018)

Canzone del giorno: Goodbye (2014) - Keith Jarrett - Charlie Haden
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