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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 20 giugno 2018

Neet

Francesco Pastore analizza su Il Fatto Quotidiano di sabato scorso, i dati Eurostat sui cosiddetti Neet, ossia i tantissimi giovani che non sono iscritti a scuola né all'università, non cercano lavoro e non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale: "Anche quest’anno, i dati Eurostat danno all’Italia la bandiera di capolista della speciale classifica europea della presenza dei Neet sul totale dei giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni. I Neet sono i giovani che non lavorano e non studiano. Si tratta di un aggregato molto ampio all’interno del quale c’è di tutto. Ci sono coloro che hanno abbandonato gli studi prima di conseguire la scuola dell’obbligo o solo con la scuola dell’obbligo o poco più, ma anche i laureati (soprattutto in materie umanistiche) le donne che hanno deciso di sposarsi e di avere figli e smettono di cercare attivamente. I Neet sono soprattutto nel Centro-Sud, ma c’è un nucleo corposo anche nel Centro-Nord e persino a Milano. Ci si può chiedere come mai abbiamo la percentuale di Neet più alta d’Europa. La spiegazione del fenomeno è in quello che definisco il gap di esperienza lavorativa dei giovani. I nostri giovani hanno un’istruzione crescente ma quasi nessuna esperienza e hanno una grande difficoltà a costruire competenze lavorative. Questo dipende dalla natura sequenziale del nostro sistema di istruzione che assume come propria missione la creazione di istruzione di carattere generale demandando all’entrata nel mondo del lavoro la formazione dell’esperienza".
Il docente universitario rileva come i vari interventi legislativi, nel corso degli ultimi vent'anni, abbiano generato "una forte precarietà del lavoro, con conseguente accumulazione di esperienze lavorative di carattere generale e non specifiche. Se passi da un lavoro a un altro, impari le competenze generali (interagire con la clientela, rispettare regole e gerarchie, lavorare in team), ma poco delle esperienze lavorative specifiche a un certo posto di lavoro. In particolare, chi ha un livello di istruzione medio alto non riesce ad apprendere come fare bene il lavoro per cui ha studiato (giurista, economista, medico etc)".
L'attuazione di un'incisiva ed efficace politica economica per contrastare la disoccupazione continua ad essere difficoltosa e anche il Jobs Act non ha prodotto i risultati sperati una volta finiti gli incentivi per le imprese. L'autore, però, ritiene che migliorare la strategia dell'alternanza scuola-lavoro possa ancora dare utili risultati: "poiché piuttosto che agire sul mercato del lavoro con la flessibilità sarebbe bene agire sul sistema di istruzione favorendo esperienze on the job. Anche le politiche per l’impiego che si stanno realizzando con Garanzia giovani o altri programmi funzionano quando prevedono tirocini in azienda di una certa durata, come dimostrano diversi studi recenti. Spesso sono un trampolino di lancio verso l’occupazione soprattutto per alcune categorie di giovani. La via maestra sarebbe espandere l’apprendistato scolastico per chi tende ad abbandonare o vuole lavorare più che studiare. I tirocini servono anche all’università".

Canzone del giorno:  Would You Fight for My Love? (2014) - Jack White
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