nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 9 luglio 2017

Proverbi interrotti

La rubrica che Stefano Bartezzaghi cura da moltissimi anni su Il Venerdì di Repubblica è da sempre fonte di curiosità (non soltanto enigmistica). Parecchio tempo fa l’autore aveva pubblicato un simpaticissimo passatempo, inventato da Marianna Natale. Si tratta del gioco dei “proverbi interrotti” (cosiddetti proverbi maltusiani).
Marianna aveva scritto nella sua pagina di Facebook: “Tutto è bene quel che finisce” e senza il fatidico finale il proverbio acquisisce un altro significato (come dire: a volte non c’è bisogno che qualcosa finisca bene. E’ già un bene che finisca). Da allora è nata la rincorsa al proverbio troncato e sono stati in tanti a proporne delle varianti. I primi a suo tempo suggeriti sono tutti simpatici: “I panni sporchi si lavano”; “Non tutto il male viene”; “Rosso di sera, bel tempo”; “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia”; “L’amore non è bello se non è”; “Chi va piano va sano e va”; “Tutte le strade portano”.
Con un riassetto della punteggiatura da accompagnare al taglio si arriva a nuove “scoperte”: “Una mano lava. L’altra?”; “Dio li fa. E poi?”.
Per alcuni si possono aggiungere dei titoli:
La vendetta della formica: “Chi visse cantando, morì”.
L’orgoglio dell’autarchico: “Chi fa da sé, fa”.
Non esageriamo: “Meglio un giorno da leone, che cento”.
Contro il pregiudizio: “Chi va con lo zoppo, impara”.

Gradevole esercizio di taglio e cucito. Nelle giornate torride un po’ di sano svago enigmistico (nella stagione estiva non si può del tutto mandare il cervello alle ortiche!) non fa per niente male, meglio non perdere l’occasione di esercitare la mente, d’altronde: “L’occasione fa l’uomo!”.

Canzone del giorno: Love Interruption  (2012) - Jack White
Clicca e ascoltaLove....