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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 28 luglio 2017

Leggendaria

Questa è la storia di un’atleta leggendaria, della sua gara più bella e, soprattutto, di una promessa mantenuta. «Non posso smettere di nuotare tra le lacrime», aveva detto Federica Pellegrini a Rio dopo il fallimento e dopo una notte insonne trascorsa pensando al ritiro. Era poi bastato che sorgesse il sole per capire che lei, condannata alla gloria, aveva ancora un obbligo con se stessa. Detto e fatto, ha provveduto nell’unico modo che conosce: un anno di lavoro duro, a testa bassa ma mente accesa, fino al capolavoro di ieri, il suo terzo oro mondiale nei 200 stile libero, la sua settima medaglia iridata consecutiva (record assoluto) e soprattutto il cerchio finalmente chiuso: «Ora posso dire di essere in pace».
La promessa mantenuta è naturalmente anche una lezione su come a quasi 29 anni si possa stare ancora a questi livelli nonostante milioni di chilometri, onori, pettegolezzi e pressioni sulle spalle, con nuove avversarie sempre più giovani e forti, con i corpi più elastici e sempre meno soggezione. (...) «la più grande atleta di sempre» (copyright Malagò), ha preso un altro oro la cui morale, raccontata dalla protagonista, suona così: «Più bello non era possibile. Se ho fatto la storia? Penso di sì, poi dite voi. Io so che l’ho meritato e lo dedico a me stessa e al culo che mi sono fatta in questi anni». Non è lessico reale, ma è la pura verità. E poi il nuoto crudele non accetta infingimenti: per questo Federica è ancora la migliore.

Alessandro Pasini, Corriere della Sera (27/07/2017)

Canzone del giorno: Legend (2000) - Nelly Furtado
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