nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 4 gennaio 2017

Diffamazione

Se volessi scrivere su questo giorrnale «Ti odio perché (a scelta) sei nero, sei donna, sei gay o lesbica, sei musulmano, o semplicemente perché così capita», non potrei farlo. Ci sarebbe la mia firma sotto, e comunque il direttore responsabile del giornale stesso non lo consentirebbe. E in ogni caso ci sarebbe la tracciabilità. Per cui, si potrebbe risalire a me. E quindi ne pagherei le conseguenze. Se invece vo- lessi fare la stessa cosa sul web, ciò non avverrebbe. Potrei tranquillamente aggredire verbalmente qualcuno o insultarlo senza potere essere rintracciato o preventivamente censurato. Bene ha fatto dunque il Presidente Mattarella a stigmatizzare l’odio e le violenza diffuse in rete a piene mani.
Ma quando qualcosa succede –direbbe Monsieur de Lapalisse- vuol dire che c’è una ragione. E qui la ragione è abbastanza evidente: tutti noi liberali e democratici come siamo non amiamo la repressione e la censura. La libertà di esprimersi a piacimento, quello che in inglese si chiama  "free speech”, è un pilastro delle moderne società liberali. Proprio per questo negli Usa tale libertà è protetta dal Primo Emendamento, con una clausola che mutatis mutandis è presente in tutti gli ordinamenti dell’Occidente. Meglio che un nazista o un pornografo si esprimano liberamente –si dice- che appellarsi alla censura. Plausibile? Credo di sì. Ma nel tempo è cambiato qualcosa. Nel passato, chi aggrediva o insultava era di solito rintracciabile e comunque responsabile d quello che aveva fatto. Nel mondo del web, invece, non è più così. Puoi tirare il colpo, senza lasciare segno alcuno. In al- tre parole, sei libero senza essere responsabile. E in questa congiunzione c’è una sorta di contraddizione implicita. Come non ci sono diritti senza doveri, così non può sussistere libertà senza parallela responsabilità.

Sebastiano Maffettone, Il Messaggero (2/1/2017)

Canzone del giorno: The Duellists (2005) - Iron Maiden
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