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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 4 febbraio 2016

Finestre

«Non costituiscono pareti finestrate le pareti prive di aperture». Così recita l'art.42 del regolamento edilizio del Comune di Firenze. Sul Corriere della Sera, Sergio Rizzo inizia il suo articolo sulla burocrazia nostrana e sui regolamenti edilizi comunali evidenziando la "grottesca ovvietà" della disposizione fiorentina. Il giornalista più di un anno fa, dalle stesse colonne, aveva tuonato contro i danni del mancato regolamento unico: "Il guazzabuglio di norme comunali è talmente complicato che nello stesso ufficio tecnico municipale c’è chi arriva a interpretare una regola in modo diverso dal suo collega di stanza. Quando addirittura, come nel caso di Roma, ci sono regole diverse da una circoscrizione all’altra. Prevedibilissime e devastanti le conseguenze. Una burocrazia asfissiante e talvolta senza alcuna certezza, tanto è soggettiva l’interpretazione delle regole. Con tempi indefiniti e costi allucinanti a carico dei cittadini. Che per ogni più piccolo intervento sono costretti a rivolgersi a specialisti e azzeccagarbugli: gli unici capaci a districarsi nella giungla delle norme".
Rizzo ritorna oggi sull'argomento e ci ricorda come su come tantissimi cittadini si ritrovino incastrati dai vari uffici tecnici comunali: "si dà il caso che gli 8 mila e passa comuni italiani abbiano 8 mila e passa regolamenti edilizi. Uno diverso dall’altro. La conseguenza è che nel guazzabuglio indefinito e incomprensibile che ne scaturisce il guizzo di follia è costantemente in agguato. Tanto per cominciare, non si conosce neppure il numero esatto delle norme. Se a Napoli il regolamento edilizio è composto da 71 articoli, quello di Roma ne ha 95. Firenze, 100. Reggio Calabria, 103. Milano, 151. Catania, addirittura 163". Nello stesso tempo si mette in evidenza che finalmente è stata partorita una legge che impone un regolamento edilizio unico per tutti i municipi italiani per rendere le pratiche più rapide in linea con ciò che accade in molti paesi europei. Però c'è un però: "Perché non basta decidere di avere un solo regolamento. Bisogna anche scriverlo: compito demandato a un tavolo inserito in un’agenda governativa dal nome impeccabile: «Italia Semplice». È lì che le resistenze sono diventate insormontabili. C’è chi ha eccepito l’esigenza di modificare le leggi urbanistiche. Chi il problema dei piani regolatori. E chi semplicemente si è messo di traverso. L’anno di tempo previsto è quindi passato invano. Il regolamento unico doveva vedere la luce entro novembre e invece ancora si battibecca sulle definizioni: se una veranda si deve proprio chiamare veranda, che cosa si intende per superficie utile, com’è fatta una terrazza. C’è un elenco di 40 voci ancora a bagno maria. E gli 8 mila e passa regolamenti dormono sonni tranquilli... "


Canzone del giorno:  Finestre rotte (2008) - Francesco De Gregori
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