nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

lunedì 22 febbraio 2016

Bustine

Negli ultimi giorni, in omaggio a Umberto Eco, sono in tanti a ricordarne gli scritti, l'impegno e lo spessore internazionale.
Poco più di trent'anni fa, nel marzo del 1985, iniziò, sull'ultima pagina dell'Espresso, "La bustina di Minerva", famosa rubrica che, prima con cadenza settimanale e, dal 1988, con regolarità settimanale, ha rappresentato in tutti questi anni un prezioso momento di interessanti e curiose riflessioni sul mondo contemporaneo.
Oltre che per i suoi famosi romanzi e per il suo "lavoro" di intellettuale, Umberto Eco sarà ricordato per i suoi tanti importanti scritti e, in particolare modo, per le gradevoli note "raccolte" nelle sue "bustine" di fiammiferi.

"... questa frenesia dell'apparire (e la notorietà a ogni costo, anche a prezzo di quello che un tempo era il marchio della vergogna) nasce dalla perdita della vergogna o si perde il senso della vergogna perché il valore dominante è l'apparire, anche a costo di svergognarsi? Propendo per la seconda tesi. L'essere visto, l'essere oggetto di discorso è valore talmente dominante che si è pronti a rinunciare a quello che un tempo si chiamava il pudore (o il sentimento geloso della propria privatezza)"... (26 giugno 2012)

"Cos'è che per secoli ha disposto gli uomini alle pratiche magiche? La fretta. La magia prometteva che si potesse passare di colpo da una causa a un effetto per cortocircuito, senza compiere i passi intermedi: pronuncio una formula e trasformo il ferro in oro, evoco gli angeli e invio tramite loro un messaggio. La fiducia nella magia non si è dissolta con l’avvento della scienza sperimentale, perché il sogno della simultaneità tra causa ed effetto si è trasferito alla tecnologia. Oggi la tecnologia è quella che ti dà tutto e subito (schiacci appunto un bottone sul tuo telefonino e parli immediatamente con Sydney), mentre la scienza procede adagio e la sua prudente lentezza non ci soddisfa perché vorremmo adesso la panacea contro il cancro, e non domani - così che siamo portati a dar fiducia al medico-santone che ci promette all’istante la pozione miracolosa senza farci attendere per anni"... (3 aprile 2015)

"Una volta gli adulti evitavano le parolacce, se non all’osteria o in caserma, mentre i giovani le usavano per provocazione, e le scrivevano sulle pareti dei gabinetti della scuola. Oggi le nonne dicono “cazzo” invece di perdirindindina; i giovani potrebbero distinguersi dicendo perdirindindina, ma non sanno più che questa esclamazione esistesse. Che tipo di parolacce può usare oggi un giovane, per sentirsi appunto in polemica coi suoi genitori, quando i suoi genitori e i suoi nonni non gli lasciano più alcuno spazio per una inventiva scurrilità?  Avevo quindi ripreso una vecchia “Bustina”, consigliando ai giovani parole desuete ma efficaci come pistola dell’ostrega, papaciugo, imbolsito, crapapelata, piffero, marocchino, morlacco, badalucco, pischimpirola, tarabuso, balengu, piciu, cacasotto, malmostoso, lavativo, magnasapone, tonto, allocco, magnavongole, zanzibar, bidone, ciocco, bartolomeo, mona, tapiro, belinone, tamarro, burino, lucco, lingera, bernardo, lasagnone, vincenzo, babbiasso, saletabacchi, fregnone, lenza, scricchianespuli, cagone, giocondo, asinone, impiastro, ciarlatano, cecè, salame, testadirapa, farfallone, tanghero, cazzone, magnafregna, pulcinella, zozzone, scassapalle, mangiapaneatradimento, gonzo, bestione, buzzicone, cacacammisa, sfrappolato, puzzone, coatto, gandùla, brighella, pituano, pisquano, carampana, farlocco, flanellone, flippato, fricchettone, gabolista, gaglioffo, bietolone, e tanti altri termini bellissimi che lo spazio mi obbliga a tagliare. Speriamo bene, per la riscoperta dell’idioma gentile"... (2 ottobre 2015)


Canzone del giorno:  A Thousand Matches (2015) - Passenger
Clicca e ascoltaA Thousand....