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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 27 dicembre 2015

Quelli delle notte

A più tappe, nel corso dell'anno, tv e giornali hanno celebrato la trasmissione Quelli della notte.
Trent'anni fa Renzo Arbore e la sua banda di personaggi strampalati hanno intrattenuto le (tarde) serate di milioni di italiani con un programma originale, non sense e di variegato impatto umoristico.
33 puntate di sano intrattenimento improvvisato e surreale. Come scriveva nel 1985 Beniamino Placido: "il successo di "Quelli della notte", delle loro associazioni verbali insensate, del loro linguaggio incoerente, è dovuto a quel "piacere del non-senso" al quale si abbandona il bambino per protestare "contro il giogo della ragione". 
Tra i tantissimi commenti di questi mesi, correlati all'anniversario, le righe di Benedicta Boccoli su Il Fatto quotidiano, ricostruiscono in modo delizioso l'atmosfera di allora: "A casa mia si va a letto alle dieci e mezza, dopo il film. Noia. Mamma è rigorosa e le eccezioni alla regola si contano sulla punta di qualche sabato sera, o quando il giorno dopo non c'è scuola. Da qualche tempo però i miei mi danno la buonanotte dal divano di fronte alla tv accesa, sorridendo, come se il meglio dovesse ancora venire. Strano, non lo fanno mai. Faccio finta di andare a letto, e mi nascondo nel buio della porta socchiusa. Maria Giovanna Elmi annuncia un programma dal titolo “Quelli della notte” e subito parte una sigla giocosa e orecchiabile “Ogni giorno la vita è una grande corriTa, ma la notte no...”
I miei ridono e canticchiano con i protagonisti, seduti nel salotto come quelli a casa. C'è un prete coi baffi che sbaglia le parole “Non è bello ciò che è bello, ma che bello, che bello, che bello”, un signore che dice ovvietà “Meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca, anzichè di un mostro cretino e senza una lira”, un filosofo ras- segnato, un folletto con i capelli colorati che parla dei cantanti famosi, uno sceicco barbuto, tutti sembrano felici. Il padrone di casa lo conosco, è quello con l'erre moscia, viso gioviale e scanzonato. Mi ricorda il professore di ginnastica.
Ecco cos'è che mi piace! Quelli li, in tv sembrano tanti ragazzi in gita scolastica, hanno una certa età, un po' anzianotti direi, ma non abbandonano la voglia di ridere, sfottersi e divertirsi sopra ogni cosa. Il giorno dopo a colazione chiedo: “Papà, mi spieghi che cos'è l'edonismo reganiano?” Lui mi risponde sorpreso e con un sorriso sornione tenta una spiegazione. “Io non capisco, ma mi adeguo”. Belle le notti rubate al sonno, mi piacciono, han- no il sapore del gioco".

Canzone del giorno:  Ma la notte no (1985) - Renzo Arbore & New Pathetic "Elastic" Orchestra
Clicca e ascoltaMa la notte....