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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 28 gennaio 2015

Sommette

"Syriza ha vinto promettendo la fine delle politiche di austerità in un Paese che ha un debito pubblico di 330 miliardi di euro pari al 175% del Pil. Ma ora, dopo i sogni, c’è il brusco risveglio e l’esecutivo a guida Syriza, insieme ai Greci indipendenti, dovrà trovare una bella sommetta visto che i costi delle promesse elettorali di Alexis Tsipras sono pari a 11,4 miliardi di euro. Senza contare che, a fronte di casse disperatamente semivuote dell’Erario (i greci non stanno più pagando le imposte sperando in un calo o in una forte riduzione delle stesse), ci sono scadenze in arrivo di bond nei prossimi mesi per circa 10 miliardi di euro (di cui 3,5 miliardi a luglio e 3,7 miliardi ad agosto) che fanno un totale di 21,4 miliardi da trovare entro luglio. (...) Oggi il debito ellenico è in mano all’80% a soggetti pubblici (Paesi Ue, Fmi e Esm al 72%), l’8% alla Bce. Quindi la partita a scacchi sulla eventuale ristrutturazione coinvolge soprattutto governi e soggetti internazionali. Ma i soldi di cui si tratta per un eventuale secondo haircut sono tutti dei contribuenti, non di soggetti privati. Un elemento che rende ancora più complessa la partita negoziale, soprattutto se, come quest’anno, in Europa sono previste, dopo quella greca, altre sette consultazioni elettorali tra cui quelle britannica e spagnola con il partito di Podemos in testa nei sondaggi".

Vittorio Da Rold (Il Sole 24 Ore - 27/12/2015)


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