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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 13 marzo 2014

Post Scriptum Film

12 Anni Schiavo
REGIA: Steve McQueen
INTERPRETI: Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbinder, Paul Giamatti, Paul Dano, Lupita Nyong'o, Brad Pitt, Taram Killem
SCENEGGIATURA: Steve McQueen, John Ridley
DURATA: 134'
USCITA:
I canti degli schiavi neri nelle piantagioni di cotone rappresentano la primaria forma della musica blues.
In 12 Anni Schiavo, il film di Steve McQueen fresco di oscar, i canti di lavoro sono una drammatica e frustante colonna sonora. 
Il tema del film è ben delineato dal libro autobiografico di Solomon Northup, violinista di colore nato libero nello Stato di New York che, nel lontano 1841, è rapito da due farabutti cacciatoti di neri, trasportato in catene in Louisiana e venduto come schiavo.
Il regista inglese riesce, con magistrali piani di sequenza, a rappresentare tutta la crudeltà (fisica e psicologica) della schiavitù nei campi di cotone americani.
L'orrore delle carni lacerate dalle frustate si contrappone, in tutta la sua contraddizione, ai placidi paesaggi della campagna degli Stati del Sud.
Solomon in poche ore si ritrova con la vita stravolta, lontano dalla moglie e dai figli. Nessuno crede alla sua versione dei fatti e basta poco per rendersi conto che dichiarare di saper leggere e scrivere è un handicap in più nel mondo degli schiavisti.
Può soltanto, quando glielo consentono, suonare il violino e cantare in coro. In una delle scene iniziali, Solomon (insieme agli altri schiavi) è costretto a battere le mani al ritmo di una versione della canzone Run, Nigger, Run, cantata da un giovane guardiano schiavista che fa di tutto per deriderli.
Run, Nigger, Run. Corri, negro, corri.
Nel manifesto del film si vede un Solomon che corre. Per dodici lunghi anni non si arrende mai, nonostante la condizione di schiavo riservi, a lui e ai suoi compagni, una crudeltà che tenta in ogni modo di calpestarne la dignità.
Appeso con un cappio al collo, frustato a sangue, disprezzato, mortificato. Nonostante il continuo senso di umiliazione che, giorno dopo giorno, lo attanaglia sempre più, Solomon, grazie alla regia di McQueen, riesce a trasmetterci un anelito di libertà. Ogni colpo di frusta sulla sua schiena (o sulla pelle di tanti uomini e donne) rappresenta una bastonata contro l'indifferenza di tanti e un richiamo alla responsabilità di ognuno di noi di fronte alla violenza razzista.



Canzone del giorno:  Freight Train (2014) - Gary Clark Jr.
Clicca e ascolta: Freight....