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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 4 settembre 2013

Oblomov

L'articolo di Danilo Taino su Sette, supplemento settimanale del Corriere della Sera, ha un un titolo interessante e curioso: "Oblomov, la futura Bibbia dei manager".
L'assunto iniziale dal quale parte l'autore é che nell'era di Internet non si ha più tempo per pensare e l'attuale sistema di lavoro fa sì che "le persone sono trascinate ogni giorno da una riunione all’altra; devono rispondere a decine di richieste, spesso inutili, perché è d’obbligo mostrarsi cooperativi; sono subissati da email che richiedono risposte tanto immediate quanto vuote di contenuto. Risultato, non hanno tempo di pensare: il modo di lavorare dell’era Internet, anzi, sembra organizzato attorno al concetto del non riflettere. Per questo Oblomov, simbolo dell’ozio ma desideroso del bene, ha una chance nel mondo del lavoro non troppo lontano".
Lavoro e (presunta) fedeltà aziendale: "In Italia, si tende a stare in ufficio più che in altri Paesi europei, probabilmente perché la carriera è spesso giocata più sulla fedeltà (anche apparente) che non sui meriti. Ma non è solo quello. Le nuove tecnologie hanno esteso il tempo di lavoro ben al di là delle ore di ufficio. Una ricerca negli Stati Uniti di Good Technology – citata di recente dal settimanale Economist – ha misurato che più dell’80% delle persone continua a lavorare anche dopo avere lasciato la scrivania, che il 69% non riesce ad addormentarsi se non ha controllato la posta elettronica e che il 38% abitualmente scruta le email durante la cena".
Secondo molti studiosi questo modo di lavorare rappresenta uno dei grandi problemi della vita delle aziende, non permettendo al lavoratore di avere una visione di quello che sta facendo. Taino ci ricorda che come Jack Welch della General Electric,  uno dei più grandi manager degli ultimi decenni, avesse l'abitudine di dedicare  un’ora al giorno  a guardare fuori dalla finestra: "i migliori strateghi sono coloro che non vivono rispondendo agli eventi e alle richieste ma impongono la loro agenda, nella quale c’è sempre spazio per riflettere".

Canzone del giorno: Give Me Time To Think (1968) - Lightnin Hopkins
Clicca e ascolta: Give....

Nell’era Internet non si ha tempo per pensare.
Così il personaggio simbolo dell’ozio, ma desideroso del bene, ha una chance nel mondo del lavoro

Danilo Taino, Setta del Corriere della Sera

Non è che l’Oblomov di Goncarov sia già il libro-bibbia del momento, tra i guru del management. Toglietelo però dallo scaffale e mettetelo sulla scrivania. Ha buone probabilità di diventarlo. Tra l’altro, quasi certamente anche voi lavorate – se lavorate – troppo. E questo sta diventando uno dei grandi problemi della vita delle aziende: le persone sono trascinate ogni giorno da una riunione all’altra; devono rispondere a decine di richieste, spesso inutili, perché è d’obbligo mostrarsi cooperativi; sono subissati da email che richiedono risposte tanto immediate quanto vuote di contenuto. Risultato, non hanno tempo di pensare: il modo di lavorare dell’era Internet, anzi, sembra organizzato attorno al concetto del non riflettere. Per questo Oblomov, simbolo dell’ozio ma desideroso del bene, ha una chance nel mondo del lavoro non troppo lontano.
Fedeli alla carriera. La perdita di tempo è qualcosa che ognuno di noi sperimenta quotidianamente sul posto di lavoro. In Italia, si tende a stare in uffcio più che in altri Paesi europei, probabilmente perché la carriera è spesso giocata più sulla fedeltà (anche apparente) che non sui meriti. Ma non è solo quello. Le nuove tecnologie hanno esteso il tempo di lavoro ben al di là delle ore di ufficio. Una ricerca negli Stati Uniti di Good Technology – citata di recente dal settimanale Economist – ha misurato che più dell’80% delle persone continua a lavorare anche dopo avere lasciato la scrivania, che il 69% non riesce ad addormentarsi se non ha controllato la posta elettronica e che il 38% abitualmente scruta le email durante la cena. In Italia le percentuali sono probabilmente inferiori, ma chiunque sia entrato in un ristorante negli ultimi cinque anni sa che la tendenza è la stessa. Non è che questo rovini solo il tempo libero e irriti famigliari e amici. Alimenta l’apparenza (e forse il senso del dovere) ma crea un vortice nel quale diventa impossibile prendere le distanze e avere una visione di quel che si sta facendo. Uno dei più grandi manager degli ultimi decenni, Jack Welch della General Electric, per un’ora al giorno guardava fuori dalla finestra. E i migliori strateghi sono coloro che non vivono rispondendo agli eventi e alle richieste ma impongono la loro agenda, nella quale c’è sempre spazio per riflettere. Non è esagerato dire che per chi fa un mestiere in qualche modo creativo, leggere Oblomov è già un obbligo. Ma anche per gli altri è consigliabile: persino a chi ci governa.