nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 13 aprile 2013

Sistemi


Un Paese veramente del tutto particolare il nostro. Per quasi cinquant’anni (dal 1946 fino all’inizio degli anni novanta) si è votato sostanzialmente con lo stesso sistema elettorale che prevedeva un meccanismo prettamente proporzionale, con alcuni correttivi maggioritari previsti soltanto per l’elezione dei senatori.
Nel 1993 fu introdotto un sistema elettorale ibrido (il cosiddetto Mattarellum): maggioritario per il 75% dei seggi corretto da un 25% proporzionale. Una riforma che non ottenne i risultati sperati di consentire una maggioranza stabile.
Dopo una serie di peripezie il governo Berlusconi, in carica nel 2006, decise che per garantire la “governabilità” del paese fosse necessaria una legge elettorale che prevedesse un “sistema proporzionale corretto”: alla singola lista o alla coalizione che conquista il maggior numero di voti, è assegnato, alla Camera, il premio di maggioranza (così da ottenere il 53,8% dei seggi). Per il Senato il premio di maggioranza è invece garantito su base regionale. In entrambi i casi si è passati alle famigerate “Liste bloccate” che non consentono all’elettore di potere esprimere singole preferenze poiché i candidati sono scelti esclusivamente di partiti. Era nato sua maestà il “Porcellum” che, dal punto di vista dell’efficacia sulla governabilità, è ritenuto il principale colpevole dell’ingovernabilità.
E’ veramente così? Subito dopo le ultime elezioni molti esperti hanno verificato che nel nuovo scenario politico l’ingovernabilità, più che per colpa del sistema elettorale, sia dovuta all’esistenza dei tre poli (Pd, Pdl e M5S) di dimensioni simili e poco propensi ad accordarsi fra loro.
Il Porcellum avrà tanti difetti ma una recente simulazione attuata da dei docenti universitari, esperti in tecniche di analisi elettorale, ha rilevato che se, alle ultime elezioni, si fosse adottato il precedente sistema elettorale, ci sarebbe stata una diversa distribuzione dei seggi ma non i numeri per formare un governo.
La curiosità è che con il “Matterellum”, il centrodestra avrebbe conquistato la maggioranza relativa dei seggi a Montecitorio, mentre il centrosinistra si sarebbe aggiudicato moltissimi seggi in meno. Berlusconi, in sostanza, avrebbe vinto su Bersani. Il Movimento 5 Stelle, invece, avrebbe avuto quasi lo stesso numero di eletti. La vera perdente sarebbe stata la lista Monti che invece degli attuali 45 deputati ne avrebbe avuti appena 15.
Nel nostro paese il problema della governabilità continua a essere politico-matematico e non si riesce a trovare una via d’uscita.

Canzone del giorno: System (2007) - Seal
Clicca e ascolta: System...