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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 28 settembre 2012

Sponsor

I nostri tempi sono pieni di contraddizioni.
Non c’è che dire!
Il gioco del calcio (il cosiddetto "sistema calcio") le incarna un po’ tutte.
Bilanci delle squadre pieni di buchi, scandali, tifoserie violente, calciopoli, spezzatino del campionato a vantaggio dello show televisivo, fair play inesistente, fino ad arrivare alle spese spropositate degli sceicchi che, divenuti  padroni di alcune squadre europee, si permettono di spendere molto di più di quanto sulla carta guadagnano.
Come dar torto a Karl-Heinz Rummenigge, oggi presidente del Bayer Monaco e dell’Eca (Associazione Club Europei), che di recente ha puntato il dito contro il Paris Saint Germain, squadra in mano agli sceicchi che, fregandosene delle regole del fair play finanziario (i debiti non possono essere superiori ai 15 milioni di euro a stagione), versa nelle tasche di Ibrahimovic 14 milioni di euro a stagione.
Se poi si riflette sul tema delle sponsorizzazioni si potrebbero scrivere innumerevoli pagine di curiose contraddizioni.
I giocatori della squadra del Cagliari, ad esempio, scendono in campo (il loro Presidente permettendo!), con la scritta Tirrenia sulla maglia.
Sulla rivista Sette del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, con il suo solito puntiglio positivamente polemico, ci ricorda come risulti insensato non solo che un ente pubblico (la Regione Sardegna) sponsorizzi una squadra di calcio ma appare ancora più illogico che una società privata con i bilanci aggiustati dal denaro pubblico (la Tirrenia, appunto), ne divenga lo sponsor.
“In tempi di crisi come questa, però, con gli operai isolani che si arrampicano sui tralicci o si barricano quattrocento sotto terra, la scelta della Regione Sardegna di dare due milioni e mezzo di euro alla squadra di calcio mettendo soldi nei “circenses” mentre in certe aree manca il “panem”, fa un certo effetto. Aggravato dall’arrivo del secondo sponsor, la Tirrenia”.
È vero che la Tirrenia è oggi un’azienda privata di proprietà della Moby Lines, ma se si esamina a fondo la situazione, ci si rende meglio conto del meccanismo (perverso) di acquisizione.
Per spiegarcelo Gian Antonio Stella si fa aiutare da quanto dichiarato da un’inchiesta della rivista specializzata Capo Horn (allegata al Sole 24 Ore): “purché comprassero la Tirrenia e prendessero in carico i suoi dipendenti e la sua flotta di 18 navi per lo più obsolete, il governo non solo si è accontentato di 200 milioni  più altri 180 in comode rate, ma ha riconosciuto ai compratori «582 milioni di euro delle cosiddette sovvenzioni di equilibrio, che lo Stato verserà nella casse della Cin in otto anni» fino al 2020. Per capirci la Cin (la newco che ha rilevato Tirrenia) deve ancora pagare «55 milioni alla fine del terzo anno dal trasferimento dell'azienda, 60 al sesto e 63 alla scadenza dell'ottavo» ma «le tre tranche di pagamento a saldo del debito saranno pagate a una precisa condizione: che la Cin incassi dallo Stato, ogni anno, i 72,68 milioni di euro previsti dalla convenzione». in pratica, anche i soldi che vanno al Cagliari con gran dispetto della Regione sono in parte soldi pubblici. Anche di chi, magari, invece che per il Cagliari, fa il tifo per altre squadre".

Canzone del giorno: World of Contradictions (1988) - Johnny Winter 
Clicca e ascolta: World....