nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

sabato 29 ottobre 2016

Preparazione

"I ragazzi che si diplomano oggi sono meno preparati dei loro predecessori. A certificarlo lo studio che l’Ocse ha appena pubblicato e che confronta i risultati delle rilevazioni della fine degli anni Novanta con quelle più recenti del 2012. Se i quarantenni e i cinquantenni di oggi sono più preparati di quelli di vent’anni fa – a dimostrazione che le politiche per la scuola per tutti fino a un certo punto hanno funzionato almeno nell’allargare l’accesso all’insegnamento anche delle scuole superiori e in parte all’università – per le ultime generazioni di ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro, la tendenza è invertita.
Si tratta di un fenomeno non solo italiano ma che riguarda i sistemi scolastici di quasi tutti i Paese europei (vistosa è l’eccezione della scuola in Polonia). Le cause, scrive Marco Paccagnella, che ha curato lo studio, possono essere diverse, ma sicuramente c’è un generale declino della qualità dei programmi dei sistemi scolastici rispetto alle competenze che sono richieste oggi. Una scuola antiquata dunque, che non riesce né a offrire competenze adeguate né a misurarle? I dati sui cento e lode e sulle percentuali di promossi alla maturità in Italia – che rasentano il 98 per cento – mostrano che i ragazzi sono mediamente molto ben preparati a rispondere a quanto la scuola richiede. Ma i numeri raccolti dall’Ocse parlano di un’altra realtà.
Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano, queste difficoltà dei ragazzi le vede tutti i giorni: «L’impressione è che i modelli formativi della scuola non si adeguino alle caratteristiche di apprendimento dei ragazzi di oggi. Negli anni Novanta avevamo un mondo carente di fonti informative, ma quelle che c’erano erano di solito accreditate, scelte. La difficoltà era trovarle. Oggi siamo in un mondo a informazione ridondante: la difficoltà da superare e la competenza richiesta ai ragazzi sono invece il riuscire a sintetizzare, a scegliere e capire. Serve imparare la lettura critica e invece la scuola è ancora generalmente ancorata a vecchi modelli. E in questo spesso non riesce neppure a cogliere e valorizzare le potenzialità dei ragazzi di oggi: punta ancora al contenuto, alle nozioni, rispetto al metodo, allo sviluppo del ragionamento, al lavoro di gruppo»".


Gianna Fragonara, Corriere della Sera del 27/10/2016

Canzone del giorno:  School (1989) - Nirvana
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mercoledì 26 ottobre 2016

Analfabetismo

È in atto un "processo di atrofizzazione del sapere costante e lievitante".
Il professore Tullio De Mauro non usa mezzi termini e continua a segnalare, dall'alto dei sui ottaquattro anni, la mostruosa ignoranza che contraddistingue la maggioranza degli italiani.
Le ricerche dell'Ocse, anno dopo anno, ribadiscono i preoccupanti dati di analfabetismo che caratterizzano il nostro paese: "Abbiamo una percentuale di analfabetismo strutturale intorno al 33% in misura proporzionale per classi di età: dai 16 anni in avanti. Il 5% di essi non riesce a distinguere il valore e il senso di una lettera dall’altra. Avrà difficoltà a ca- pire ciò che divide la b con la t la f la g. Cecità assoluta. Il restante 28 ce la fa a leggere, ma con qualche difficoltà, parole semplici e a metterle insieme: b a c o, baco. Singole parole".
Il famoso linguista, intervistato da Antonello Caporale su Il Fatto Quotidiano di sabato scorso, ci ricorda che accanto al cosiddetto livello di "analfabeti strutturali", totalmente incapaci di decifrare uno scritto, c'è il livello degli "analfabeti funzionali", che contraddistingue coloro che "Riescono a comprendere o a leggere e scrivere periodi semplici. Si perdono appena nel periodo compare una subordinata o più subordinate. E uguale difficoltà mostrano quando le operazioni aritmetiche si fanno appena più complicate della semplice addizione e sottrazione. Con i decimali sono guai". L'ignoranza incide anche nella qualità del lavoro rappresenta un costo in termini civili, culturali e anche produttivi.
Alla fine dell'intervista Caporale chiede a De Mauro di cosa ci sarebbe bisogno. Il linguista così risponde: "Di cicli di aggiornamento culturale di massa. E nessun sussidio (penso alla cassa integrazione) dovrebbe essere possibile senza un contestuale periodo di educazione alla lingua.
Prima si andava al mercato e si sceglieva la lattuga. Adesso c'è il supermercato dove tutto è imbustato. Per capirne provenienza e confezionamento è necessario saper leggere. Posso anche leggere Cile, ma se non so dove si trova quel Paese che me ne faccio di quella indicazione?".

Canzone del giorno:  Parole (1993) - Francesco Guccini
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lunedì 24 ottobre 2016

Governo

Emilio Giannelli, da corriere.it





















Canzone del giorno:  Help Yourself (2004) - Amy Winehouse
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sabato 22 ottobre 2016

Quello che hai

"Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. 
Pensa a quello che puoi fare con quello che hai".

Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare, traduzione di Fernanda Pivano, Mondadori, 1952.


Canzone del giorno:  Happy with What You Have to Be Happy With (1964) - King Crimson
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mercoledì 19 ottobre 2016

Equitalia

"Da quando ho l'età della ragione sento parlare o leggo della necessità che gli italiani paghino finalmente le tasse nella misura dovuta. Ci sono state non so quante riforme, dichiarazioni, propositi, ora si è arrivati all’abolizione di Equitalia divenuta, a detta del presidente del Consiglio, «simbolo di approccio vessatorio». Per giudicare questa decisione sono necessarie competenze che non ho. So soltanto che ci sono categorie di cittadini, tra queste i giornalisti e gli scrittori, che le tasse devono pagarle per forza — fino all’ultimo euro. A questi, costretti volenti o nolenti all’onestà, sfugge il possibile aspetto vessatorio di Equitalia. Deve sfuggire anche ai piccoli artigiani es- sendo così difficile trovarne uno che rilasci fattura per i lavori eseguiti. Sfugge, ritengo, anche alle grandi società multinazionali e ai grandi imprenditori, per i quali abili studi commerciali trovano una qualche uscita di sicurezza prima che Equitalia allunghi gli artigli. Insomma la solita canzone: le tasse le paga davvero solo chi ha un reddito fisso. D’altra parte esigere tasse fa perdere voti, dunque meglio inventare una sanatoria, un condono (palese o mascherato), un marchingegno contabile per colmare alla meglio i buchi. Con il risultato che l’imponibile evaso resta enorme. Dal 2010 al ‘14 si tratta di 93 miliardi l’anno di sole entrate fiscali dirette (Irpef, Iva, Irap eccetera). Nella nuova legge di stabilità si profila un’innovazione un po’ meno rudimentale, ovvero la fatturazione elettronica segnalata al Fisco per i pagamenti tra imprese. Il meccanismo, già adottato con buoni risultati in altri Paesi, si basa sull’elementare trovata che bisogna saper utilizzare la divergenza d’interessi tra chi vende e chi compra, come avviene per esempio negli Usa. L’azienda A non potrebbe più nascondere allo Stato una vendita all’a- zienda B dal momento che quest’ultima segnalerà si- curamente la transazione al Fisco quando porta l’Iva in detrazione. Funzionerà?".

Corrado Augias, La Repubblica (19/10/2106)

Canzone del giorno:  Not Fair (2009) - Lily Allen
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domenica 16 ottobre 2016

Venticinque

Millenocecentonovantuno
Bryan Adams, (Everything I do) I do it for you - 1991

Guardami negli occhi - e vedrai
Cosa significhi per me
Cerca nel tuo cuore – cerca nella tua anima
E quando mi trovi non cercherai più
Non dirmi che non vale la pena tentare
Non puoi dirmi che non vale la pena morire
Tu sai che è vero

Che ogni cosa che io faccio – la faccio per te
(Everything I do) I do it for you



Canzone del giorno: I Do It For You (1991) - Bryan Adams
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sabato 15 ottobre 2016

Nobel


"Scandalo dello scandalo. Come per il passaggio del testimone muore Dario Fo che fu contestato Premio Nobel, e l’Accademia di Svezia attribuisce il nuovo Premio Nobel per la Letteratura a Bob Dylan. Ed è subito scandalo. L’uno e l’altro, per i censori del culturalmente corretto, sono eretici della letteratura, ovvero estranei. Nessuno ne nega il merito ma se ne contesta la non specificità. Perfetto Quasimodo, perfetto Montale, perfetta la Szymborska, perfetto Modiano: ma essi sono letterati, appartengono alla categoria. Dario Fo è un guitto, un attore; e Bob Dylan è un cantante. Ma il primo è anche drammaturgo, non diversamente da Pirandello, che ebbe un non contestato premio Nobel, e l’altro è un cantautore, ovvero uno scrittore di testi da mettere in musica. Che differenza c’è? La parola detta o cantata è meno evocativa di quella scritta e spesso ermetica? Chi ricorda un verso di un poeta notevole ma chiuso in sé, come Mario Luzi? Fu lui, per alcuni, la vittima italiana di Dario Fo. Riflettiamo. Dario Fo ha parlato al nostro cuore e alla nostra coscienza, al di là dell’ideologia, in modo così profondo che ne sentiamo la voce, e la parola, dentro di noi. Si chiama commedia dell’arte? Arte è comunque. Qualcuno intende negare la qualità letteraria del Ruzante? Il più grande drammaturgo del Cin-quecento italiano? Bob Dylan ha scritto canzoni che, dopo che la grande poesia tradizionale fino a D’Annunzio, Eliot e Montale ha lasciato il campo ai cosiddetti cantautori (in Italia Lucio Battisti, Celentano, Mina, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Paolo Conte e molti altri), appartengono alla nostra memoria e alla nostra coscienza, non meno di Jacques Prevert e di Neruda (a sua volta Premio Nobel) e al pari di grandi poeti come i Beatles e i Rolling Stones.Bob Dylan intercetta e interpreta sentimenti universali, non meno di Leopardi. Parla, come la poesia deve, alla nostra anima. Quando uno pensa alle origini della poesia, pensa a Omero, poeta, o gruppo di poeti, orale, la cui voce, ripetuta o cantata a memoria, è soltanto in un secondo momento trascritta. Omero, per questo, non avrebbe meritato il Nobel? Bob Dylan è l’equivalente, ed è anche un unico e impareggiabile interprete. Poeta della parola scritta e cantata. Poeta di tutti. Il Nobel non può altro che riconoscerlo. Non stabilire chi è abilitato a essere poeta. Saffo, no?". 
Vittorio Sgarbi, il Tempo (14/10/2016)

Canzone del giorno:  Knocking'on Heaven's Door (1973) - Bob Dylan
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mercoledì 12 ottobre 2016

Oro verde


Per coloro che si fossero fermati all'oro nero, è necessario un aggiornamento terminologico.
Se il petrolio è definito da sempre l'oro nero, c'è un prodotto che in tanti amano definire l'oro verde.
Si tratta della marijuana e il motivo è presto detto da Gabriele Martini in un articolo su La Stampa: "La produzione di cannabis è diventata un business milionario per i narcos italiani. Nel 2016 i sequestri di piante sono più che triplicati rispetto allo scorso anno. Nell’intero 2015 gli arbusti di marijuana scoperti dalle forze di polizia sono stati 139mila, nei primi 9 mesi di quest’anno siamo a quota 405mila con un picco a settembre".
Praticamente la coltivazione delle piantine verdi è divenuta un vero e proprio business per i clan mafiosi. 
Soltanto nel territorio di Trapani sono stati sequestrati, nei primi otto mesi dell'anno, oltre 26 mila piante: "La semina è a inizio aprile. Dopo due mesi le infiorescenze cariche di Thc (il principio attivo della cannabis) sono pronte per il primo raccolto. Servono una ventina di giorni per essiccare la marijuana, poi il prodotto è pronto per lo spaccio. Da ogni pianta si può ricavare mezzo chilo di droga. Il prezzo finale per il consumatore varia tra i cinque e i dieci euro al grammo. Solo il valore delle piantagioni sequestrate quest’anno si aggira sul miliardo di euro. Ma per ogni campo di marijuana scoperto dalle forze dell’ordine, almeno altri dieci sfuggono ai controlli. La Direzione Nazionale Antimafia, nell’ultima relazione annuale al Parlamento, stima che il quantitativo sequestrato di cannabis sia di almeno 10/20 volte inferiore a quello consumato".

Canzone del giorno: Fields Of Gold  (1993) - Sting
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martedì 11 ottobre 2016

Isee

L’80 per cento dei nullatenenti nel 2014 oggi ha dei soldi. Un vero e proprio miracolo italiano.
Se 70 persone su 100 nel 2014 hanno dichiarato di non possedere nulla per accedere ai servizi agevolati, com’è possibile che nel 2015 sono scesi a 14? Si tratta dell’80% di nullatenenti in meno in un anno di piena crisi recessiva: un vero e proprio miracolo italiano. Venuto alla luce soltanto grazie ad uno strumento di rilevazione evidentemente sottovalutato dagli evasori seriali, ma che ora può costargli caro. D’altronde, chi l’avrebbe detto che una vecchia macchina fotografica come l’Isee, l’indicatore con cui si misurano le condizioni economiche delle famiglie ai fini dell’accesso alle prestazioni sociali: mense, asili, scuole, università, ma anche sconti sulle bollette della luce e del gas, sarebbe ancora stata in grado di offrire un’immagine così nitida dell’Italia? (...)
Dati ancor più clamorosi se ci si focalizza l’attenzione al Sud. Allora, ci si trova di fronte ad una sorta di prima vera fotografia ufficiale, per di più realizzata con l’autoscatto, di una realtà sconosciuta al fisco italiano. Al secondo anno di Isee, infatti, chi dichiara un patrimonio nullo al Sud è sceso dal 90 al 20%. In tanti sono stati indotti a smettere di piangere miseria dall’attivazione degli incroci fra le banche dati al posto dell’autocertificazione. È così che i furboni sono venuti allo scoperto. Non solo quelli che hanno fatto le dichiarazioni ai fini Isee, in cui sono registrate più di 13 milioni di persone (il 18% nel Centro-Nord e il 28% nel Mezzogiorno), ma soprattutto chi dichiarava di non avere neanche un conto corrente per richiedere delle prestazioni sociali agevolate, ma poi per paura dei controlli improvvisamente non ha più avuto bisogno di aiuto. Un bacino su cui volendo l’Agenzia delle entrate adesso può lavorare.

Franco Adriano, Italia Oggi - 8/10/2016

Canzone del giorno: Miracle  (2004) - Celine Dion
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domenica 9 ottobre 2016

Cittadinanza

Sergio Staino, da google.it




















Canzone del giorno:  Running Away (1978) - Bob Marley & The Wailers
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venerdì 7 ottobre 2016

L'invidia


L’invidia è la prova della nostra debolezza; l’emulazione è la prova della nostra forza. 
L’una è la disperazione dell’impotenza, l’altra è lo sviluppo del talento.


Jean-Benjamin de La Borde - Pensieri e massime, 1791


Canzone del giorno: Six Blade Knife  (1978) - Dire Straits
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martedì 4 ottobre 2016

Caffè

Esiste anche la giornata internazionale del Caffè. La ricorrenza si è celebrata sabato scorso. Non sappiamo da quanti anni l'International Coffee Organization la promuove nell'intero globo ma di sicuro ci rendiamo conto come per la stragrande maggioranza degli italiani il semplice gesto di bere una tazzina di caffè sia divenuto, sempre più, un'abitudine che ci contraddistingue.
Scrive Antonio Castro su Libero che "Con un giro d’affari – solo nel nostro Paese -di oltre 3,3 miliardi di euro, la torrefazione italiana si classifica meritatamente al secondo posto al mondo per volumi di caffè in grani tostati ed esportato in gran parte nei Paesi del nord d’Europa. Segnale che all’estero apprezzano molto la lavorazione tricolore. Tanto che prendono la strada dell’export (+11%), oltre 1,2miliardi di euro di prodotto lavorato, etichettato e spedito oltre confine".
L'Italia, dopo la Germania, si classifica al secondo posto per l'importazione del caffè e al nono posto per quanto concerne il consumo. In pratica il 97 per cento degli italiani lo beve uno o più volte al giorno, si trovino a casa, in ufficio o al bar. Si capisce il perché, quindi, del gran "pullulare pullulare di aziende più o meno piccole, artigianali o semindustriali. La prima regione per numero di imprese è la Lombardia con 421 locali ed attività tra torrefazioni e commercio al dettaglio di caffè, mentre la prima per numero di addetti totali è il Piemonte con 1.482 lavoratori.
E sembra essere un settore immune dalla crisi: il consumo di caffè nel mondo, negli ultimi anni, è cresciuto del 2%, diventando il secondo prodotto più commercializzato, preceduto solamente dal petrolio".
Normale, stretto, lungo, macchiato con il latte, aromatico, corposo, amaro o zuccherato che sia, il caffè è un prelibato e fantasmagorico piacere della vita, non dimenticando mai però che se non si sta in guardia e con gli occhi aperti:
Na’ tazzulella e’ cafè
acconcia a vocca a chi nun pò sapè
e nui tirammo annanzi
che rulore e’ panze
e invece e c’aiutà
c’abboffano e’ cafè.
Na’ tazzulella e’ cafè
ca sigaretta a coppa
pè nun verè
s’aizano e’ palazze
fanno cose e’ pazze
ci girano c’avotano
ci iempono e’ tasse.


Canzone del giorno: 'Na tazzulella e' cafè  (1977) - Pino Daniele
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lunedì 3 ottobre 2016

Migranti

Dietro ogni emigrazione di massa vi sono fenomeni politici e sociali: guerre e confitti civili, rivoluzioni, crisi economiche, epidemie. Quando le condizioni di vita in un Paese diventano intollerabili, una parte della sua popolazione parte alla ricerca di una vita migliore e sceglie come destinazione i luoghi di cui hanno maggiormente sentito parlare. (...) Il fenomeno a cui dobbiamo fare fronte in questi giorni comincia con il difficile decollo dei nuovi Stati africani nati dalla decolonizzazione. Quanto maggiore è il numero dei Paesi in cui il governo è troppo corrotto, litigioso e inetto per garantire una vita decorosa ai propri cittadini, tanto maggiore è il numero delle persone che scelgono di partire. (...) Vi è poi un fattore generazionale, meno facilmente calcolabile, che contribuisce ad allargare le dimensioni del fenomeno. I migranti, oggi, sono in buona parte giovani, più educati della generazione precedente e decisi a correre grandi rischi per avere una vita migliore di quella dei loro genitori. Questo spiega tra l’altro perché fra i migranti vi siano molti bambini e donne incinte. E questo spiega infine perché nessun Paese della Unione Europea possa da solo affrontare un problema sociale e umano di queste dimensioni.

Sergio Romano, Il Corriere della Sera (3/10/2016)


Canzone del giorno: Ramble On  (1969) - Led Zeppelin
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sabato 1 ottobre 2016

Playlist Settembre 2016

1.      Red  Hot Chili Peppers, Don’t Forget Me – (By the Way – 2002) – Never Forget
2.      Scorpions, Virgin Killer – (Virgin Killer – 1976) – Verginità
3.      Cesare Cremonini, Buon viaggio (Share The Love)(Più che logico - Live – 2015) – Buon viaggio
4.      Emeli Sandé, River – (Our Version Of  Events – 2012) – Fiume
5.      Bon Jovi, Undivided – (Bounce – 2002) – 11 Settembre
6.      Alan Parson Project, Somebody Out There – (Vulture Culture – 1985) – Gogna
7.      Adele, One And only  – (21 – 2011) – Stima
8.      Lady Gaga, Virgin Killer – (Joanna – 2016) – Trucco
9.      Andrea Bocelli, A mano a mano – (Passione – 2003) – A mano a mano
10.  Stevie Wonder, Superstition – (Talking Book – 1972) – Superstizione
11.  Emerson Lake & Palmer, Battlefield – (Tarkus – 1971) – Candidatura
12.  Janis Joplin, Get It While You Can – (Pearl – 1971) – Plagio
13.  Ben Harper, More Than Sorry – (Both Sides of the Gun – 2006) – Cordoglio