Vini prodotti senza uva, olii spacciati per extravergine ma estratti da semi di soia. E poi pesci surgelati e scongelati sotto i raggi del sole, tonni lasciati a marcire, carni bovine invase da muffe, sacchi di riso stoccati tra escrementi di roditori e taniche di benzina, formaggi infestati di parassiti. E’ un festival degli orrori il rapporto dei Carabinieri dei Nas 2019 su sofisticazioni e adulterazioni alimentari, che segnano un aumento di oltre il 30% dei casi gravi riscontrati rispetto al 2018. Gli uomini dell’ Arma hanno passato al setaccio negozi e supermarket, depositi per l’ ingrosso e allevamenti, ditte agricole e case vinicole. Alla fine un’ attività su tre è risultata irregolare, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di infrazioni amministrative. Resta il fatto che sotto sequestro sono finite comunque 105mila tonnellate di merci per un valore di 147 milioni. (...)
In pescherie e mercati ittici è invece tutto un festival di prodotti mal conservati. E non è che con le carni si sia più sicuri. A Latina bistecche e fettine giacevano invase da muffe in una cella frigorifera con «gravissime carenze igieniche strutturali». Le stesse riscontrate anche per farine, pane e pasta, mentre a Torino e Cremona ben cinque aziende stoccavano centinaia di tonnellate di riso in silos invasi da escrementi di topo, piume di volatili e taniche di benzina.
Come spiega il generale Gerardo Iorio, al comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro, «quasi sempre la frode alimentare fa rima con lo sfruttamento di chi lavora per imprenditori senza scrupoli.
Gli abusi a danno dei lavoratori finiscono infatti per ricadere negativamente anche sulla produzione degli alimenti». A finire nelle grinfie di caporali e sfruttatori sono poi sempre più italiani: erano 105 quelli scoperti nel 2018, sono diventati 239 nel 2019.
Paolo Russo, la Stampa (15/1/2020)
In pescherie e mercati ittici è invece tutto un festival di prodotti mal conservati. E non è che con le carni si sia più sicuri. A Latina bistecche e fettine giacevano invase da muffe in una cella frigorifera con «gravissime carenze igieniche strutturali». Le stesse riscontrate anche per farine, pane e pasta, mentre a Torino e Cremona ben cinque aziende stoccavano centinaia di tonnellate di riso in silos invasi da escrementi di topo, piume di volatili e taniche di benzina.
Come spiega il generale Gerardo Iorio, al comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro, «quasi sempre la frode alimentare fa rima con lo sfruttamento di chi lavora per imprenditori senza scrupoli.
Gli abusi a danno dei lavoratori finiscono infatti per ricadere negativamente anche sulla produzione degli alimenti». A finire nelle grinfie di caporali e sfruttatori sono poi sempre più italiani: erano 105 quelli scoperti nel 2018, sono diventati 239 nel 2019.
Paolo Russo, la Stampa (15/1/2020)
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