nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 30 agosto 2017

L'unico svago

“Ho trascorso tutte le estati della mia vita a fare propositi per settembre, ora non più. Adesso trascorro l’estate a ricordare i propositi che facevo e che sono svaniti, un po’ per pigrizia, un po’ per dimenticanza. Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È  l'unico svago che ci resta per chi è diffidente verso il futuro. L’UNICO. Senza pioggia, agosto sta finendo, settembre non comincia e io sono così ordinario. Ma non c’è da preoccuparsi, va bene. Va bene così.”

Romano (Carlo Verdone), dal film La grande bellezza di Paolo Sorrentino



Canzone del giorno: Do You Remember  (1989) - Phil Collins
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lunedì 28 agosto 2017

Cuore

Fabio Magnasciutti, da google.it
















Canzone del giorno: Mi sei scoppiato dentro il cuore  (1966) - Mina
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domenica 27 agosto 2017

Strasicuri

  • La causa principale dei problemi è che al mondo d'oggi gli stupidi sono strasicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.

 Bernard Russell  (da The Triumph of Stupidity, 1933)


Canzone del giorno: Stupid (2003) - Sara McLachlan
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giovedì 24 agosto 2017

Comunità islamiche

Sul Corriere della Sera, Sabino Cassese si pone una serie di interrogativi sul ruolo delle comunità islamiche che vivono in Europa. Secondo il parere di tanti le varie organizzazioni islamiche dovrebbero (e potrebbero) fare di più per aiutare le istituzioni nella lotta contro il terrorismo islamico.
Prevenire e impedire le reazioni terroristiche è un’impresa complicata e ardua. La collaborazione degli ordini religiosi e delle comunità laiche è fondamentale per strutturare una lotta efficace contro il fanatismo religioso: “C’è un grande assente nelle vicende – tra loro intrecciate – degli attentati terroristici islamici e del controllo statale dell’immigrazione: le comunità islamiche. Eppure i cittadini di origine o fede musulmana, che rappresentano circa il 7 per cento della popolazione dell’Europa (complessivamente, 49 milioni di persone, secondo stime recenti), sono danneggiati due volte dal terrorismo. Gli attentati producono, innanzitutto, negli Stati, una reazione di diffidenza nei confronti delle comunità islamiche già stabilite, una diffidenza che non agevola il dialogo interreligioso, la pacifica convivenza, l’integrazione. L’altra è una reazione di chiusura degli Stati a danno dei migranti appartenenti alla medesima comunità, che sarebbero interessati a entrare nei nostri Paesi. È noto, infatti, che gli immigrati non si muovono alla cieca, hanno sempre in tasca il numero telefonico di un parente, un amico, un correligionario, o uno sfruttatore, appartenente alla stessa comunità di origine. Dunque, gli attentati terroristici impauriscono i cittadini europei, ma danneggiano anche gli immigrati musulmani e coloro che aspirano a stabilirsi sul territorio europeo”. Cassese mette in rilievo le molteplici problematicità attuali (il senso di malessere di minoranze non integrate, i modi opposti di interpretare il Corano, molti Imam che non aiutano nell’opera di un’integrazione pacifica), e proprio per questo motivo risulta fondamentale il supporto delle comunità islamiche: “Così come, in molti Paesi (innanzitutto il Regno Unito), le comu-nità islamiche sono riuscite a guadagnare il riconoscimento di loro usi, pratiche, istituzioni, diritti, allo stesso modo, esse potrebbero stabilire forme e luoghi di «autogoverno», diretti sia alla formazione e alla integrazione, sia al controllo sociale delle persone devianti, educate alla violenza, piuttosto che al rispetto reciproco. Se, invece, continuano gli attentati per impaurire le comunità europee e sfidare gli Stati, si corre il rischio di aumentare le difficoltà della convivenza e di indurre gli ordini statali a difendersi, con conseguenze difficili da calcolare. Insomma, come è stato detto di recente da una autorevole rappresentante della cultura islamica, tocca ai musulmani essere protagonisti del rigetto della violenza”. 

Canzone del giorno: Airbag  (1997) - Radiohead
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mercoledì 23 agosto 2017

Superficialità criminale

Con Ischia ci risiamo, Sgarbi, un'altra scossa e altri crolli. Una catastrofe senza fine e davvero ineluttabile?
«È una catastrofe che dovrebbe costringerci una volta per tutte alla riflessione su ciò che non si è riusciti a salvare, sulla mancanza di prevenzione e, non da ultimo, sulle mancate ricostruzioni che vedono lo Stato latitante e colpevole».
Anche a Ischia sono morte delle persone e si sono verificati crolli per una scossa che in altri Paesi non avrebbe creato danni. Esistono responsabilità legate ai piani edilizi, alle speculazioni e all'abusivismo...
«Questo è il vero punto cruciale. Lo ribadisco perchè quando parlo di prevenzione, mi riferisco essenzialmente a come si è costruito dal dopoguerra in poi e come si continua a costruire oggi in molte parti del Paese. (...)
La prevenzione di cui parla dovrebbe essere doppia nelle aree maggiormente a rischio.
«Questo è un Paese notoriamente a rischio sismico, dunque nessuno può dirsi esente dalla prevenzione. Ma il caso di Ischia mi pare a dir poco emblematico. Proprio Casamicciola e Lacco Ameno, 140 anni fa, furono teatro di ben sei terremoti uno dei quali causò quasi tremila vittime nella popolazione. Paradossalmente dovremmo quasi gioire se ieri le vittime sono state soltanto due. Ma purtroppo dobbiamo ringraziare il cielo che la scossa sia stata soltanto una e neppure di altissima intensità. Che cosa sarebbe successo a Ischia se ci fossero state più scosse?».
Quindi è andata bene?...
«Direi proprio di sì, visto che la lezione di 140 anni fa non è servita a nulla e, anziché costruire con modalità antisismiche, si è continuato a speculare, a chiedere condoni e a edificare con materiali scadenti. Una superficialità criminale».

Intervista di Mimmo Di Marzio a Vittorio Sgarbi (Il Giornale - 23/8/2017)

Canzone del giorno: Something to Remind You  (2011) - Staind
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lunedì 21 agosto 2017

Pigrizia

Se non fosse per la mia pigrizia, potrei essere l'uomo più pigro del mondo.

                                                    Guido Clericetti


Canzone del giorno: The Lazy Song  (2010) - Bruno Mars
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venerdì 18 agosto 2017

Malditos

Ci stavamo illudendo, non ne avevamo motivo. Adesso Barcellona. Prima, Parigi. Prima ancora Londra, due volte. Andando indietro: Stoccolma, Londra, Berlino, Nizza. In poco più di un anno, otto attentati con la stessa tecnica, orribilmente semplice: falciare la folla con un mezzo a motore. Gli assassini non hanno fantasia; noi non abbiamo memoria. È umana e comprensibile, questa rimozione. Ma non ce la possiamo permettere.(...)
Si sentono pianti e lingue mescolate. Voci gridano piangendo «hijos de puta» («figli di puttana») e «malditos» («maledetti»). Ma cosa importa di tutto questo ai mostri distanti dell’Isis? La loro idea di guerra è uccidere ragazzi a passeggio, un giovedì sera d’estate. Se hanno un dio, chissà come si vergogna di loro. Alla nausea davanti all’orrore, s’aggiunge le vergogna colpevole della ripetizione. Cosa possiamo dire che non abbiamo già detto? Cosa possiamo raccontare che non abbiamo già raccontato? Le dirette televisive, i siti web, le immagini e le notizie sono simili a quelli che hanno segnato l’estate 2016, e poi l’autunno, e poi l’inverno, e poi la primavera del 2017. (...) La prevenzione assoluta è impossibile, purtroppo. Ma l’orrendo modus operandi dei terroristi dell’Isis appare chiaro. Oltre ai luoghi simbolici, prendono di mira posti affollati: la passeggiata di Nizza, il mercato di Berlino, il concerto di Manchester. Oppure sale da concerto, stadi, chiese. In una sorta di spaventosa economia degli sforzi, vogliono fare molto male in poco spazio e in breve tempo. Sapere questo non ci rende invulnerabili, come abbiamo visto; ma un po’ meno vulnerabili forse sì.

Beppe Severgnini, Il Corriere della Sera (17/8/2017)

Canzone del giorno: Black in Mind (1995) - Rage
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martedì 15 agosto 2017

Salassi

La crisi....
Crisi. Crisi di qua. Crisi di là. Come recitava l'antica canzonetta: "Ma cos'è questa crisi?". Nel 1933, anno del brano cantato da Rodolfo De Angelis, si cercava di uscire fuori dalla Grande Crisi del '29 che partì dagli Stati Uniti per poi raggiungere l'Europa. Quasi settanta anni dopo, sempre negli USA, la creazione dei mutui subprime e il credito a buon mercato per tutti genererà la terribile crisi scoppiata nel 2007. I dati parlano di 9 milioni di posti di lavoro andati in fumo e di 19.200 miliardi di ricchezza delle famiglie svanita nel nulla. Un disastro senza precedenti che ha coinvolto il globo intero. È servita la lezione? A dieci anni di distanza sono molti gli economisti che non ritengonoo molto appropriati gli antidoti adottati in questi anni di crisi. Scrive Angelo De Mattia su Milano Finanza: "Ricorre in questi giorni il decennale della tempesta finanziaria perfetta, scoppiata negli Usa con i subprime e trasferita poi al resto del mondo, in specie all’Europa, mentre in America si riusciva efficacemente a contrastarla con una gigantesca immissione di liquidità da parte di Tesoro e Federal Reserve. Gli Usa applicavano l’insegnamento di Keynes. L’Europa ha invece tardato molto a capire la lezione keynesiana e ha impostato l’azione di contrasto facendo leva su una cieca austerità, rinsaldata in questa linea allorché la crisi dalla finanza si trasferì sui debiti sovrani e da questi sui sistemi bancari. Anziché l’insegnamento del più grande economista del ‘900, l’Unione senza esserne consapevole ha seguito la linea dei medici del ‘600, che per guarire i malati spesso praticavano i salassi e, poiché altrettanto di frequente gli ammalati non guarivano, la causa veniva individuata nella poca quantità dei salassi praticati, sicché si continuava a farne fino a che l’ammalato, debilitato, moriva. In sostanza l’ammalato originario che ha diffuso il virus, ossia gli Usa, è guarito rapidamente, mentre gli infettati, in primis l’Europa, solo ora cominciano a intravedere segni di ripresa dell’economia. Nonostante tutto la lezione non è servita quasi a nulla, insistendosi, da parte delle istituzioni comunitarie sotto l’influenza tedesca, sulla linea che può ancora essere ricondotta all’austerità cosiddetta espansiva, sia pure temperata dall’escamotage della flessibilità nell’applicazione delle regole sui conti pubblici".


Canzone del giorno: La crisi  (1999) - Bluvertigo
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domenica 13 agosto 2017

Bisognerebbe

Appena un politico dice “bisognerebbe”, dovrebbe ricevere una bella cartella esattoriale e pagare una tassa, cara e salata. Così gli passa la voglia. “Bisognerebbe” possono dirlo i cittadini al bar. Non i rappresentanti delle istituzioni, pagati per studiare i problemi, trovarne i rimedi e poi risolverli.
Prendiamo l’immigrazione. Soluzioni facili, prêt-à-porter e a buon mercato non ce ne sono. Esistono però politiche di contenimento, gestione e controllo, come quelle tentate dal ministro dell’Interno Marco Minniti, con una visione d’insieme sugli assetti in Libia, le regole per le Ong nel Mediterraneo, l’accoglienza e i respingimenti in Italia. Si possono contestare singoli aspetti delle singole misure (noi per esempio tremiamo all’idea dei migranti respinti dalla Guardia costiera libica verso i “campi” del cosiddetto governo di Tripoli assediato da milizie e tribù), ma a patto di allegare alla protesta alternative concrete e fattibili. Specie se si ricoprono cariche istituzionali o governative. Gl’intellettuali, non avendo compiti operativi, possono pure sognare l’impossibile e chiedere la luna: i governanti no. Se non condividono una soluzione, hanno il dovere di indicarne un’altra, possibilmente realizzabile ed efficace. O di dimettersi dagli incarichi pubblici per sedersi al bar a pontificare in libertà con i milioni di cittì della Nazionale.
È il consiglio che, con tutto l’affetto del mondo, ci sentiamo di dare a Laura Boldrini, presidente della Camera a sua insaputa. O almeno così si spera: altrimenti non si comprende come la massima autorità della maggior assemblea legislativa possa dissociarsi su Repubblica dal Codice per le Ong dettato dal governo, approvato dall’Ue, condiviso persino dalla Cei e firmato da 5 su 8 di quelle operanti nel Mediterraneo. (...) cosa propone, la Boldrini, in alternativa al Codi- c e ? Testuale : “ Dobbiamo ‘ accoglierli tutti’? No. Il flusso dei migranti va gestito dall’Italia e da un’Europa che deve riuscire a farsi carico delle proprie  responsabilità”. La supercazzola sull’Europa, perfetta per gettare la palla in tribuna. “Bisognerebbe”. Manca solo “la pace nel mondo”, poi la Presidenta è pronta per Miss Italia.

Marco Travaglio, Il Fatto quotidiano (13/8/2017) 

Canzone del giorno: Whispers in thr Dark (2012) - Mumford  & Sons
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giovedì 10 agosto 2017

Litio e cobalto

Scarse, costose, estratte con metodi
inquinanti e in Paesi che calpestano i diritti umani. Le materie prime dell’auto elettrica rischiano di riproporre gli stessi problemi del petrolio. I primi segnali di allarme hanno cominciato a suonare, sia per il litio, sia – in modo ancora più forte – per il cobalto. 
I due metalli impiegati nelle batterie degli autoveicoli (ma anche in quelle di computer e smartphone) sono divenuti oggetto di speculazioni di ogni genere e i prezzi sono già decollati. Le minerarie si sono scatenate nella ricerca di nuovi depositi e di capitali per svilupparli, le case automobilistiche sono entrate in competizione per aggiudicarsi forniture che temono possano presto rivelarsi insufficienti. E c’è persino qualche fondo d’investimento che, fiutato l’affare, ha cominciato a fare incetta di cobalto. (...) Investitori e minerarie hanno già preso nota da tempo, anche se è impossibile prevedere con esattezza come evolverà il mercato del litio, del cobalto e di altre materie prime impiegate nelle batterie, come la grafite, il manganese o i meno “esotici” rame e nickel. Molto dipenderà dalla velocità di adozione delle auto elettriche e dal mix tra veicoli elettrici puri e ibridi plug-in. Inoltre c’è la variabile riciclo, oggi poco sfruttata, ma che in futuro potrebbe diventare un’importante fonte aggiuntiva di metallo. Infine bisognerà vedere quali metalli e in quali proporzioni saranno usati: si tratta di tecnologie giovani, che potrebbero evolversi in modo inaspettato e l’impennata dei prezzi di litio e cobalto sta già portando a fenomeni di sostituzione, oltre che allo sviluppo dell’offerta. 

Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore (9/8/2017)

Canzone del giorno: Metal Heart  (1998) - Cat Power
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lunedì 7 agosto 2017

Polmonite


L’aria condizionata è un prodotto della civiltà, ma io mica mi posso prendere una polmonite civile.

Totò (dal film Totò cerca moglie - 1950)

Canzone del giorno: Insane  (2016) - Korn
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venerdì 4 agosto 2017

Caldo killer

Ansa: turisti coi piedi a mollo nelle fontane, come se (non) piovesse.
Mi spiace, ma anche il Tg4 ha bisogno di notizie. E il fatto che d’estate si schiatti per le alte temperature, in certe redazioni, è considerato uno scoop. Col solito decalogo per difendersi dall’afa: fingere di voler essere ibernato per un secolo e poi invece farsi sbrinare a settembre; preferire la fila più lunga alle casse (quella con la cliente che paga con i famigerati ticket) nei supermarket con l’aria condizionata glaciale; farsi dire con una scusa da qualcuno «sì, stai fresco!» (in realtà non serve a una mazza, ma l’effetto placebo è refrigerante); uscire nelle ore meno torride, dunque di notte tipo ladri o durante le eclissi solari tipo astroili; usare come sex toys i bastoncini di merluzzo surgelati; esagerare con la vodka alla pesca per fondere furbescamente i due precetti “bere liquidi” e “mangiare frutta”.
E sì, gente, è arrivato il caldo killer. Ancora ignoto, come sempre in Italia, il caldo mandante. 

Dario Vergassola, il Venerdì di Repubblica (4/8/2017)

Canzone del giorno: Killer (1982) - Kiss
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mercoledì 2 agosto 2017

13 mesi

Chissà cosa avrebbe fatto Gregorio XIII se avesse avuto ai suoi tempi lo smartphone o magari la pay-tv. Perché la rivoluzione – tutt’altro che copernicana – dei nostri tempi è che il calendario moderno è diventato di 13 mesi, scanditi dalle tariffe dei nostri abbonamenti. Ed in effetti Gregorio introdusse la sua novità nel 1582 con una bolla papale chiamata Inter gravissimas, titolo attualissimo visto che anche oggi qualcosa di vagamente grave è successo. Alle nostre tasche.
In pratica ormai la tecnologia, o meglio chi ce la porta, ha stravolto tutto ciò che abbiamo imparato a scuola, quando recitati i mesi di 30 giorni – di 28 ce n’era uno solo e tutti gli altri facevano 31. Ecco: adesso tutti i mesi fanno 28 e questo non fa altro che impoverire i nostri conti. Idea geniale, s’intende, visto che comincia a fare proseliti. Perfino l’Agcom, partita a muso duro contro la ferale (per i consumatori) novità, alla fine ha fatto un timido «bau», costringendo le aziende a riportare le tariffe realmente mensili per i contratti di telefonia fissa, mentre riguardo a quella mobile resta il nuovo calendario: è febbraio tutti i mesi. E ogni anno ha 13 canoni mensili. Resta da capire in quanti continuino ad avere la linea a casa rispetto a quelli collegati solo con un cellulare (vero Agcom?), ma il punto è che adesso di calendari ne abbiamo due: quello gregoriano e quello telefonico, quest’ultimo talmente innovativo da diventare perfino televisivo.
É notizia infatti che perfino Sky, dal prossimo ottobre, comincerà a fatturare ogni 28 giorni precisi, costringendo i suoi abbonati pur non aumentando le tariffe a pagare ogni anno l’8,6 per cento in più. Un anno di 13 mesi appunto. L’ad Zappia ha giustificato tutto questo con la crescente qualità dell’offerta della pay-tv (vero), ma anche aggiunto un «nel 2017 non abbiamo raggiunto i nostri obbiettivi, dunque ecco perché il rincaro» Uno strano liberismo all’italiana verrebbe da dire, per cui se sbagliano i manager, pagano i clienti. 
Ma tant’è: Sky dà il diritto a tutti di recedere senza penale entro il 30 settembre, visto la modifica unilaterale del contratto, e dunque l’onestà dell’operazione non è in discussione.
In discussione c’è invece il nostro calendario personale, che non ha nessuno intenzione di essere modificato: aumentando i mesi, aumentano anche le bollette da pagare. Ma se a questo punto chiediamo che anche i nostri stipendi mensili diventino 13, siamo sicuri che Papa Gregorio 435 anni dopo resti un punto di riferimento per le nostre aziende. Inamovibile.


Marco Lombardo, il Giornale (2/8/2017)

Canzone del giorno: Long Time (2009) - Shakira
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martedì 1 agosto 2017

Playlist Luglio 2017

1.      Vasco Rossi, Sally – (Nessun pericolo… per te  – 1996) –  Brivido
2.      The Wild Swans, Mythical Beast – (Bringing Home The Ashes – 1988) –  Fantozzi
3.      Bon Jovi, Bad Medicine – (New Jersey – 1988) – Dosi
4.      Jack White, Love Interruption – (Blunderbuss – 2012) –  Proverbi interrotti
5.      Deep Purple, Fireball – (Fireball – 1971) –  I ragazzi dell’82
6.      Fabi, Silvestri, Gazzè, Spigolo tondo – (Il padrone della festa – 2014) –  Tunnu
7.      Joe Barbieri, Leggera – (In parole povere – 2004) –  Leggerezza
8.      Europe, Time Has Come – (The Final Countdown – 1986) –  Flexitariani
9.      Robbie Williams, Shit On The Radio – (Take the Crown – 2012) –  M
10.   Fates Warning, A World Apart – ( Perfect Symmetry -1989) –  Non-mafia Capitale
11.  Tracy Chapman, Baby Can I Hold You – (TRacy Chapman – 1988) –  Tolleranza
12.  Nelly Furtado, Legend – (Whoa, Nelly! – 2000) –  Leggendaria
13.  Francesco De Gregori, Sempre per sempre – (Amore nel pomeriggio – 2001) –  Sempre per sempre