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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 2 agosto 2017

13 mesi

Chissà cosa avrebbe fatto Gregorio XIII se avesse avuto ai suoi tempi lo smartphone o magari la pay-tv. Perché la rivoluzione – tutt’altro che copernicana – dei nostri tempi è che il calendario moderno è diventato di 13 mesi, scanditi dalle tariffe dei nostri abbonamenti. Ed in effetti Gregorio introdusse la sua novità nel 1582 con una bolla papale chiamata Inter gravissimas, titolo attualissimo visto che anche oggi qualcosa di vagamente grave è successo. Alle nostre tasche.
In pratica ormai la tecnologia, o meglio chi ce la porta, ha stravolto tutto ciò che abbiamo imparato a scuola, quando recitati i mesi di 30 giorni – di 28 ce n’era uno solo e tutti gli altri facevano 31. Ecco: adesso tutti i mesi fanno 28 e questo non fa altro che impoverire i nostri conti. Idea geniale, s’intende, visto che comincia a fare proseliti. Perfino l’Agcom, partita a muso duro contro la ferale (per i consumatori) novità, alla fine ha fatto un timido «bau», costringendo le aziende a riportare le tariffe realmente mensili per i contratti di telefonia fissa, mentre riguardo a quella mobile resta il nuovo calendario: è febbraio tutti i mesi. E ogni anno ha 13 canoni mensili. Resta da capire in quanti continuino ad avere la linea a casa rispetto a quelli collegati solo con un cellulare (vero Agcom?), ma il punto è che adesso di calendari ne abbiamo due: quello gregoriano e quello telefonico, quest’ultimo talmente innovativo da diventare perfino televisivo.
É notizia infatti che perfino Sky, dal prossimo ottobre, comincerà a fatturare ogni 28 giorni precisi, costringendo i suoi abbonati pur non aumentando le tariffe a pagare ogni anno l’8,6 per cento in più. Un anno di 13 mesi appunto. L’ad Zappia ha giustificato tutto questo con la crescente qualità dell’offerta della pay-tv (vero), ma anche aggiunto un «nel 2017 non abbiamo raggiunto i nostri obbiettivi, dunque ecco perché il rincaro» Uno strano liberismo all’italiana verrebbe da dire, per cui se sbagliano i manager, pagano i clienti. 
Ma tant’è: Sky dà il diritto a tutti di recedere senza penale entro il 30 settembre, visto la modifica unilaterale del contratto, e dunque l’onestà dell’operazione non è in discussione.
In discussione c’è invece il nostro calendario personale, che non ha nessuno intenzione di essere modificato: aumentando i mesi, aumentano anche le bollette da pagare. Ma se a questo punto chiediamo che anche i nostri stipendi mensili diventino 13, siamo sicuri che Papa Gregorio 435 anni dopo resti un punto di riferimento per le nostre aziende. Inamovibile.


Marco Lombardo, il Giornale (2/8/2017)

Canzone del giorno: Long Time (2009) - Shakira
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