Ho pensato che
questa forma di “disintossicazione” non
poteva che fargli bene, a tutto vantaggio di un maggiore contatto con la “realtà”
(vera!) e, illusione di un “povero padre”, di una più intensa dedizione allo
studio.
La “spina
staccata” dal più gettonato social network è durata pochi (pochissimi!) giorni e
la crisi d’astinenza ha portato il ragazzo ad una nuova registrazione, magari
con amicizie e contatti più selezionati (almeno così mi ha detto!), ma
ritornando a trascorrere un numero imprecisato di secondi, minuti, ore davanti
allo schermo in connessione via rete.
Di recente sono
state rese note alcune statistiche sui tempi medi che un utente trascorre su
Facebook. Numeri da capogiro se si pensa che corrisponde a più di 12 minuti al
giorno, il tempo medio trascorso dall’utente mondiale sul social network. In un
mese, in pratica, si resta inchiodati sulla piattaforma inventata da Mark
Zuckenberg per più di sei ore!
Individui
(giovani e non) fuori dalla realtà nel loro rapporto con i social network?
La risposta è difficile e non è non sempre vero affermare che in rete si diventa così inteligenti (virtualmente)
fino a divenire degli autentici “stupidi” nella realtà.
In ogni caso è
sempre utile non stancarsi mai di sostenere che la vera “realtà” è al di fuori
dell’ambito limitato di un computer e come cantava Giorgio Gaber: “C’è solo la
strada su cui puoi contare; la strada è l’unica salvezza (…); bisogna ritornare
nella strada per conoscere chi siamo”.
Canzone del giorno: Real Life (1991) - Simple Minds
Clicca e ascolta: Real....