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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 24 agosto 2017

Comunità islamiche

Sul Corriere della Sera, Sabino Cassese si pone una serie di interrogativi sul ruolo delle comunità islamiche che vivono in Europa. Secondo il parere di tanti le varie organizzazioni islamiche dovrebbero (e potrebbero) fare di più per aiutare le istituzioni nella lotta contro il terrorismo islamico.
Prevenire e impedire le reazioni terroristiche è un’impresa complicata e ardua. La collaborazione degli ordini religiosi e delle comunità laiche è fondamentale per strutturare una lotta efficace contro il fanatismo religioso: “C’è un grande assente nelle vicende – tra loro intrecciate – degli attentati terroristici islamici e del controllo statale dell’immigrazione: le comunità islamiche. Eppure i cittadini di origine o fede musulmana, che rappresentano circa il 7 per cento della popolazione dell’Europa (complessivamente, 49 milioni di persone, secondo stime recenti), sono danneggiati due volte dal terrorismo. Gli attentati producono, innanzitutto, negli Stati, una reazione di diffidenza nei confronti delle comunità islamiche già stabilite, una diffidenza che non agevola il dialogo interreligioso, la pacifica convivenza, l’integrazione. L’altra è una reazione di chiusura degli Stati a danno dei migranti appartenenti alla medesima comunità, che sarebbero interessati a entrare nei nostri Paesi. È noto, infatti, che gli immigrati non si muovono alla cieca, hanno sempre in tasca il numero telefonico di un parente, un amico, un correligionario, o uno sfruttatore, appartenente alla stessa comunità di origine. Dunque, gli attentati terroristici impauriscono i cittadini europei, ma danneggiano anche gli immigrati musulmani e coloro che aspirano a stabilirsi sul territorio europeo”. Cassese mette in rilievo le molteplici problematicità attuali (il senso di malessere di minoranze non integrate, i modi opposti di interpretare il Corano, molti Imam che non aiutano nell’opera di un’integrazione pacifica), e proprio per questo motivo risulta fondamentale il supporto delle comunità islamiche: “Così come, in molti Paesi (innanzitutto il Regno Unito), le comu-nità islamiche sono riuscite a guadagnare il riconoscimento di loro usi, pratiche, istituzioni, diritti, allo stesso modo, esse potrebbero stabilire forme e luoghi di «autogoverno», diretti sia alla formazione e alla integrazione, sia al controllo sociale delle persone devianti, educate alla violenza, piuttosto che al rispetto reciproco. Se, invece, continuano gli attentati per impaurire le comunità europee e sfidare gli Stati, si corre il rischio di aumentare le difficoltà della convivenza e di indurre gli ordini statali a difendersi, con conseguenze difficili da calcolare. Insomma, come è stato detto di recente da una autorevole rappresentante della cultura islamica, tocca ai musulmani essere protagonisti del rigetto della violenza”. 

Canzone del giorno: Airbag  (1997) - Radiohead
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