Se lo sono
chiesti e se lo continueranno a chiedere in tanti nei prossimi giorni.
E adesso?
A pochi giorni dal Referendum se è facile
individuare chi ha perso è, invece, alquanto difficile stabilire chi ha vinto.
Di sicuro è
stato da temerari chiamare alle urne gli italiani in tempi come gli attuali. Un
referendum (per lo più costituzionale) in tempo di crisi non può che dare un vantaggio
assoluto a chi non governa.
Pochi minuti
dopo il primo exit poll, che sentenziava senza mezzi termini la sicura vittoria
del fronte del “NO”, i tanti “pezzi” della fronda anti-renziana si sono
avvicendati in TV per manifestare la “felicità del vincitore” in lungo e in
largo.
Da un lato
la presunzione del Presidente del Consiglio (e la controproducente personalizzazione
dell’impegno referendario) che si trasforma in costernazione e singhiozzi. Dall’altro
la prosopopea di una miriade di “vincitori”, pronti a gioire con il microfono
in mano e interessati soltanto a imporsi come trionfatori. All’interno di
questa ultima “compagnia” c’è sicuramente chi (soprattutto intellettuali,
giornalisti e tanti cittadini) ha lottato con onestà e determinazione per non
permettere la variazione della carta costituzionale.
Nella maggior parte dei casi, però, si
assiste a un balletto di tripudio nel tentativo di imporsi per raccogliere i
futuri consensi elettorali. D’altronde come è stato osservato: “La Costituzione
è salva. Ora possiamo tornare a ignorarla”.
Canzone del giorno: It Can Happen (1983) - Yes
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