"Scandalo dello scandalo. Come per
il passaggio del testimone muore Dario Fo che fu contestato Premio Nobel, e
l’Accademia di Svezia attribuisce il nuovo Premio Nobel per la Letteratura a
Bob Dylan. Ed è subito scandalo. L’uno e l’altro, per i censori del culturalmente
corretto, sono eretici della letteratura, ovvero estranei. Nessuno ne nega il
merito ma se ne contesta la non specificità. Perfetto Quasimodo, perfetto
Montale, perfetta la Szymborska, perfetto Modiano: ma essi sono
letterati, appartengono alla categoria. Dario Fo è un guitto,
un attore; e Bob Dylan è un cantante. Ma il primo è anche
drammaturgo, non diversamente da Pirandello, che ebbe un non
contestato premio Nobel, e l’altro è un cantautore, ovvero uno scrittore di
testi da mettere in musica. Che differenza c’è? La parola detta o cantata è
meno evocativa di quella scritta e spesso ermetica? Chi ricorda un verso di un
poeta notevole ma chiuso in sé, come Mario Luzi? Fu lui, per alcuni, la
vittima italiana di Dario Fo. Riflettiamo. Dario Fo ha parlato al nostro cuore
e alla nostra coscienza, al di là dell’ideologia, in modo così profondo che
ne sentiamo la voce, e la parola, dentro di noi. Si chiama commedia dell’arte?
Arte è comunque. Qualcuno intende negare la qualità letteraria del Ruzante? Il
più grande drammaturgo del Cin-quecento italiano? Bob Dylan ha scritto canzoni
che, dopo che la grande poesia tradizionale fino a D’Annunzio, Eliot e Montale
ha lasciato il campo ai cosiddetti cantautori (in Italia Lucio Battisti,
Celentano, Mina, Ornella Vanoni, Gino Paoli, Paolo Conte e molti altri),
appartengono alla nostra memoria e alla nostra coscienza, non meno di Jacques
Prevert e di Neruda (a sua volta Premio Nobel) e al pari di grandi poeti come i Beatles e i Rolling Stones.Bob Dylan
intercetta e interpreta sentimenti universali, non meno di Leopardi. Parla,
come la poesia deve, alla nostra anima. Quando uno pensa alle origini della
poesia, pensa a Omero, poeta, o gruppo di poeti, orale, la cui voce, ripetuta o
cantata a memoria, è soltanto in un secondo momento trascritta. Omero, per
questo, non avrebbe meritato il Nobel? Bob Dylan è l’equivalente, ed è anche
un unico e impareggiabile interprete. Poeta della parola scritta e cantata.
Poeta di tutti. Il Nobel non può altro che riconoscerlo. Non stabilire chi è
abilitato a essere poeta. Saffo, no?".
Vittorio Sgarbi, il Tempo (14/10/2016)