Sempre in tema di (importanti)
celebrazioni ricordiamo un evento che ha coinvolto tutto il mondo. Come accade
ogni 22 aprile è stata festeggiata, una settimana fa, la 43ª Giornata della Terra (Earth
Day 2013). Un appuntamento fisso, istituito dall'Onu, per sensibilizzare alla
tutela del nostro pianeta.
Come sottolinea Fulco Pratesi, sul Corriere della Sera, «La situazione, nonostante gli
impegni, spesso solo cartacei, delle nazioni e delle organizzazioni
internazionali, non appare confortante. La popolazione umana continua ad
aumentare (si prevedono 9,3 miliardi per il 2050) e la concentrazione di CO2
nell’atmosfera a gennaio ha raggiunto un record di 395 parti per milione,
avviando la temperatura globale (il 2012 è stato il nono anno più caldo dal
1880) verso un aumento di più di 2 gradi di media, con gravi danni, soprattutto
per l’agricoltura e l’alimentazione. L’Italia, nel suo piccolo, negli ultimi
venti anni ha perso il 15% della terra coltivata».
Alcuni dati che riguardano il nostro paese sono sconfortanti. Negli ultimi
20 anni, ad esempio, è diminuita del 15% la superficie coltivata, il tutto a
causa della cementificazione e dell'abbandono provocato da una da un diverso
modello di sviluppo (sviluppo?). In Italia in 20 anni hanno cessato l'attività
più di 1 milione di aziende agricole.
È richiesto l'impegno di tutti in termini di alimentazione e di sprechi. Un grande passo sarebbe quello di limitare il consumo di carne e di scegliere di mangiare pesci delle specie più comuni. Pratesi ci ricorda, inoltre, che «secondo la FAO Secondo la Fao, un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano a livello globale finisce in discarica. In Italia, ben 108 chili di cibo commestibile sono sprecati ogni anno, contro i 99 della Francia, gli 82 della Germania e i 72 della Svezia.
È richiesto l'impegno di tutti in termini di alimentazione e di sprechi. Un grande passo sarebbe quello di limitare il consumo di carne e di scegliere di mangiare pesci delle specie più comuni. Pratesi ci ricorda, inoltre, che «secondo la FAO Secondo la Fao, un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano a livello globale finisce in discarica. In Italia, ben 108 chili di cibo commestibile sono sprecati ogni anno, contro i 99 della Francia, gli 82 della Germania e i 72 della Svezia.
Anche in questo campo un comportamento più virtuoso
e responsabile di ognuno di noi sarebbe molto necessario».