Un Paese veramente del tutto particolare il nostro. Per
quasi cinquant’anni (dal 1946 fino all’inizio degli anni novanta) si è votato
sostanzialmente con lo stesso sistema elettorale che prevedeva un meccanismo
prettamente proporzionale, con alcuni correttivi maggioritari previsti soltanto
per l’elezione dei senatori.
Nel 1993 fu introdotto un sistema elettorale ibrido (il
cosiddetto Mattarellum): maggioritario per il 75% dei seggi corretto da un 25%
proporzionale. Una riforma che non ottenne i risultati sperati di consentire
una maggioranza stabile.
Dopo una serie di peripezie il governo Berlusconi, in
carica nel 2006, decise che per garantire la “governabilità” del paese fosse
necessaria una legge elettorale che prevedesse un “sistema proporzionale
corretto”: alla singola lista o alla coalizione che conquista il maggior numero
di voti, è assegnato, alla Camera, il premio di maggioranza (così da ottenere
il 53,8% dei seggi). Per il Senato il premio di maggioranza è invece garantito
su base regionale. In entrambi i casi si è passati alle famigerate “Liste
bloccate” che non consentono all’elettore di potere esprimere singole
preferenze poiché i candidati sono scelti esclusivamente di partiti. Era nato
sua maestà il “Porcellum” che, dal punto di vista dell’efficacia sulla
governabilità, è ritenuto il principale colpevole dell’ingovernabilità.
E’ veramente così? Subito dopo le ultime elezioni molti
esperti hanno verificato che nel nuovo scenario politico l’ingovernabilità, più
che per colpa del sistema elettorale, sia dovuta all’esistenza dei tre poli
(Pd, Pdl e M5S) di dimensioni simili e poco propensi ad accordarsi fra loro.
Il Porcellum avrà tanti difetti ma una recente
simulazione attuata da dei docenti universitari, esperti in tecniche di analisi
elettorale, ha rilevato che se, alle ultime elezioni, si fosse adottato il
precedente sistema elettorale, ci sarebbe stata una diversa distribuzione dei
seggi ma non i numeri per formare un governo.
La curiosità è che con il “Matterellum”, il centrodestra
avrebbe conquistato la maggioranza relativa dei seggi a Montecitorio, mentre il
centrosinistra si sarebbe aggiudicato moltissimi seggi in meno. Berlusconi, in
sostanza, avrebbe vinto su Bersani. Il Movimento 5 Stelle, invece, avrebbe avuto
quasi lo stesso numero di eletti. La vera perdente sarebbe stata la lista Monti
che invece degli attuali 45 deputati ne avrebbe avuti appena 15.
Nel nostro paese il problema della governabilità continua
a essere politico-matematico e non si riesce a trovare una via d’uscita.
Canzone del giorno: System (2007) - Seal
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