In un’intervista Marco Mucciarelli, uno
dei massimi esperti di terremoti, parla di una forma di Alzheimer sismico che coinvolge
tutti quanti: «Non
c’è nulla di anormale in tutto
quello che sta avvenendo in Emilia. Quello che trovo molto anormale è piuttosto
la perdita generalizzata di memoria, un Alzheimer sismico che coinvolge tutti. Nel
senso che ormai nessuno ricorda, ad esempio, come il terremoto di San Giuliano,
nel 2002, furono 2 terremoti di uguale magnitudo a 36 ore di distanza. Forse i
meno giovani si ricorderanno anche del secondo terremoto del Friuli, forte
quanto il primo, a pochi mesi di differenza. E i nati negli anni ‘60 si
ricorderanno le tre scosse gemelle del Belice. Spetta poi agli specialisti
coltivare la memoria di eventi come il 1783, quando in 2 mesi mezza Calabria fu
percorsa da scosse del X e XI grado Mercalli».
Inoltre aggiunge:
«Bisogna partire dell’idea che il terremoto fa parte del nostro vivere. È come
una malattia rara: le probabilità che avvenga sono bassissime però non sono
nulle. Purtroppo siamo abituati a parlare di sisma solo in caso di emergenza
non prima».
È triste
ammetterlo ma il nostro Paese continua ad essere impreparato ad affrontare le
evenienze sismiche.
Non si può
fare a meno di ricordare il continuo non rispetto delle norme sismiche, l’imperterrita
speculazione edilizia, le negligenze nel costruire gli immobili, il cemento
che, in alcuni casi, si sgretola come se fosse cracker.
Scrive
Vincenzo Cerami su Il Messaggero: «Il sospetto che agli italiani manchi la
cultura ella prevenzione e della gestione della calamità naturali trova
conferma nei modi in cui si sono recentemente affrontati anche le alluvioni e
le fitte nevicate invernali: disastri nei disastri. Per quale ragione il nostro
Paese debba essere condannato all’abborracciamento e all’approssimazione, rimane
un mistero. Forse il troppo individualismo penalizza quel senso civico che ci
dovrebbe far sentire tutti i cittadini, appartenenti a una comunità che va
protetta e difesa».