C’è sempre
un prezzo da pagare.
Nella
mitologica guerra fra Creta e Atene la peggio, alla fine, lo ebbero i cittadini
ateniesi e ogni sette anni il tributo da pagare ai vincitori era sempre lo
stesso: spedire sette uomini e sette donne ateniesi da far divorare al terribile
Minotauro, l’orrendo mostro che si cibava soltanto di carne umana.
Quattordici
vittime sacrificali come pegno di una sconfitta bellica.
Un bel
giorno Teseo, figlio del re di Atene, decise di riscattare la sua città
partendo alla volta di Creta per sfidare e uccidere il mostro che, come gli
aveva raccontato il padre, viveva rinchiuso in un labirinto.
Dopo alcuni
giorni di navigazione, la nave che trasportava i quattordici fanciulli più
Teseo, approdò a Creta. Minosse, Re della città, si ritrovò davanti a se il
giovane ateniese pronto a sfidare il Minotauro per liberare il suo popolo dal
terribile debito.
Minosse
accettò la sfida di Teseo e, schernendolo, lo invitò a entrare per primo nel
labirinto. Nessuna speranza di salvezza per il condottiero ateniese: anche nel
caso in cui fosse riuscito a sconfiggere il mostro, egli sarebbe morto non
riuscendo a ritrovare la via d’uscita nei corridoi bui del labirinto.
Arianna,
figlia del re di Creta, decise, però, di aiutare il bel Teseo, del quale si era
innamorata a prima vista, regalandogli un gomitolo di filo da srotolare lungo
le pareti del labirinto.
Teseo uccise
il Minotauro e grazie al filo riuscì a orientarsi, ritrovare l’ingresso nonché la
libertà per lui e per gli ateniesi.
Il filo
di Arianna era stato la chiave di volta per la salvezza.
Sì, è vero:
c’è sempre un prezzo da pagare e i greci di oggi, vissuti oltre le loro
possibilità (e non sono i soli ad averlo fatto), lo stanno costatando giorno
dopo giorno. La Grecia è a un passo dall’uscire dall’euro e i danni per loro (e
per i paesi europei) sono tutti ancora da valutare (e da subire).
La finanza
contemporanea ha ingabbiato il mondo in un complicato labirinto in cui
circolano numerosi mostruosi Minotauri e gli sforzi dei leader politici
europei, della Bce, del Fondo Monetario internazionale e di chi più ne ha più
ne metta, sembrano ogni giorno sempre più blandi e rischiano di risultare
inutili.
Non soltanto
non si riescono a vedere coraggiosi Teseo all’orizzonte ma ciò che più
preoccupa e che, a oggi, nessuno sembra in grado di offrire il tanto agognato
filo di Arianna necessario per uscire dal vortice labirintico di una crisi
terribile.