Domenica è
l’inserto culturale del Sole 24 Ore.
Ogni
settimana, oltre a proporre interessanti scritti, recensioni e riflessioni su
svariati argomenti, ospita in prima pagina i sintetici interventi di due grandi
intellettuali del nostro tempo.
Nel taglio
alto del giornale troviamo da una parte le sagaci righe di Andrea Camilleri con
la sua rubrica Posacenere (già citata qualche mese fa in questo blog),
dall’altra, un po’ più in alto a destra, Il Breviario di Mons. Gianfranco
Ravasi.
Domenica
dopo domenica, i due pubblicano il loro scritto uno accanto all’altro.
Di primo
acchito potrebbe sembrare una versione contemporanea del diavolo e l’acqua
santa e, invece, la grande acutezza dei due pensatori ci permette di leggere delle
autentiche e angeliche pillole di saggezza.
Oggi
riportiamo le righe che Ravasi ha scritto la scorsa domenica, con le quali
invita noi tutti a scrollarci di dosso quell’insana ipocrisia che ci porta a
concentrarci sulla pagliuzza nell’occhio dell’altro non rendendoci conto della
trave che, il più delle volte, infligge il nostro occhio.
"l discepolo aveva peccato gravemente e pubblicamente. Il maestro non lo
punì. Un altro discepolo protestò: Non si può ignorare la colpa: Dio ci ha dato
gli occhi! Il maestro replicò: Sì, ma anche le palpebre!
La sapienza degli antichi asceti del deserto egiziano è proverbiale, come in questo apologo delizioso. Ammirevole lo sdegno dei benpensanti che fremono perché la società è troppo tollerante, i preti di manica larga, il buonismo è imperante. Certo, la giustizia ha i suoi occhi che devono rimanere aperti. Ma l'umanità deve anche ricorrere alle palpebre dell'amore e della misericordia.
Agli intrepidi accusatori vorrei, però, ricordare un altro aforisma sull'occhio, che questa volta è di Gesù stesso: «Perché ti fissi sulla pagliuzza nell'occhio del tuo fratello e non senti la trave infitta nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la tua trave, e allora vedrai bene per estrarre la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello!»".
La sapienza degli antichi asceti del deserto egiziano è proverbiale, come in questo apologo delizioso. Ammirevole lo sdegno dei benpensanti che fremono perché la società è troppo tollerante, i preti di manica larga, il buonismo è imperante. Certo, la giustizia ha i suoi occhi che devono rimanere aperti. Ma l'umanità deve anche ricorrere alle palpebre dell'amore e della misericordia.
Agli intrepidi accusatori vorrei, però, ricordare un altro aforisma sull'occhio, che questa volta è di Gesù stesso: «Perché ti fissi sulla pagliuzza nell'occhio del tuo fratello e non senti la trave infitta nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la tua trave, e allora vedrai bene per estrarre la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello!»".