nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 27 febbraio 2015

Ovvietà

"Da un particolare punto di vista, quando Barack Obama ha spiegato ha spiegato l'apertura a Cuba con la frase «Todos simos americanos» ha fatto come Laura Pausini, quando ha ricordato alla sua platea peruviana «Yo la tengo come todas». Non perché abbiano parlato in spagnolo, che per nessuno dei due è lingua madre; ma perché hanno detto un'ovvietà. Certo c'è il presidente e il popolo statunitense sono americani come i cubani; certo che la cantante romagnola non ha anatomia differente da ogni altra donna. Chi si sarebbe mai sognato di metterlo in dubbio? Eppure esistono circostanze speciali, come sanno Obama e Pausini, in cui le ovvietà appaiono, al contrario, piene di significato. Si può arrivare persino alla tautologia vera e propria, come in due casi, ognuno a suo modo, storici: «perché Sanremo è Sanremo»,  «competition is competition» (la battuta con cui Romano Prodi sfidò con il suo "Asinello" i suoi alleati Ds). Ma come è possibile che frasi del genere abbiano senso, e anzi possono suonare, come l'ultima, a provocazione? Da un punto di vista strettamente logico, infatti, si tratta di locuzioni vuote. Ma la logica spiega le faccende umane solo in parte, una parte che oltretutto pare in via di riduzione. Possiamo ipotizzare che a volte le passioni della massa (per esempio, l'odio reciproco fra parti di popoli;  il fanatismo morboso di un pubblico di un concerto; la faziosità politica) spingano il senso comune tanto lontano dal buon senso che, a quel punto, anche un'ovvietà può diventare un principio morale. Siamo tutti americani, non sono fatta diversamente dalle altre donne, chi partecipa ad una gara elettorale vuole vincerla. C'è bisogno di dirlo? A volte sì. Basti pensare che una delle frasi che più ha fatto sognare E sospirare generazioni di cinespettatori è a sua volta la più clamorosa delle ovvietà: «Domani è un altro giorno». Chi l'avrebbe mai detto?".


                                                             Stefano Bartezzagli (Come dire - L'Espresso 22/1/2015)

Canzone del giorno:  Obvious (2003) - Westlife
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martedì 24 febbraio 2015

Milizie



Inchiesta sull'Isis di Paolo Bellizzi su La Repubblica.
Da informazioni e documenti cui ha avuto accesso (principalmente fonti dell'Antiterrorismo europeo), il giornalista ricava un reportage interessante e sconcertante nello stesso tempo. Per la prima volta sono raccontati gli schemi organizzativi dell'Isis e il modo con il quale sono gestiti i guerriglieri della jihad.
Il costo giornaliero sostenuto dal Califfato per organizzare le milizie è di tre milioni dollari: "Un miliardo di dollari l’anno. Inutile stare a avventurarsi nel ginepraio delle fonti di finanziamento: petrolio, traffici illeciti tra cui tratta di esseri umani e vendita e stoccaggio di droga, oltre al resto. Più interessante capire quanto “rende” un jihadista. Turni di sedici ore al giorno. Sette giorni su sette. Un mese di servizio continuativo. Poi, a seconda della valutazione espressa dai responsabili incaricati dai “colonnelli” del consiglio militare, la licenza: tre, massimo cinque giorni. C’è un ufficio licenze che vidima il lasciapassare. Che autorizza il guerrigliero a allontanarsi dal fronte".
I trentamila (più o meno) miliziani jihadisti arruolati hanno, quindi, una loro diaria giornaliera che si aggira sui 100 dollari, al netto del «fattore motivazionale religioso», come scrive Bellizzi.
C'è poi un altro elemento shoccante sugli orrori dell'Isis che riguarda l'uso di droghe da parte dei tanti coinvolti nelle filiere jihadisti: "A chi combatte vengono fornite droghe: soprattutto sintetiche. Anfetamine e metanfetamine. E cocaina. Come in tutti i conflitti dove occorre essere lucidamente aggressivi. Dove bisogna avanzare occupando nuovi territori e cercando di sottomettere la popolazione.
Oltre a carte di credito (ma la diaria viene consegnata prevalentemente in contanti), telefoni cellulari con numeri consistenti di sim card, permessi accordati e punti “validati”, l’equipaggiamento – diciamo – extramilitare del jihadista comprende un’altra voce. Il viagra. Che c’entra? Perché distribuire ai terroristi la pillola blu dell’amore in un teatro di atrocità dove si falciano teste e si bruciano corpi da esibire al mondo?
Il viagra serve per gli stupri. Le donne dei paesi e delle città conquistate vengono violentate come segno del passaggio di Is. Lo prevede il decalogo dell’orrore: con dei distinguo. Le più attraenti vengono fatte schiave e poi vendute. Le altre stuprate e uccise".

Una milizia terroristica sempre più in espansione che fra soldi, droga, violenza inaudita e matrimoni combinati si fa illudere nel nome di sacrifici per una causa giusta, per una guerra santa che di santo non ha niente.
L'inchiesta di Repubblica è di notevole rilievo proprio perché cerca di decodificare la "normalità" della vita di ogni giorno dei terroristi dell’Isis. Soltanto conoscendo meglio il loro modo di vivere, di comunicare si può trovare qualche strumento in più per meglio combatterli.


Canzone del giorno:  Who'll Stop The Rain (2013) - John Fogerty  feat. Bob Seger
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domenica 22 febbraio 2015

Maschera


La maschera del nemico” è il titolo dell’editoriale che Sergio Romano, sul Corriere della Sera del 17 febbraio, dedica alle ultime vicende dello Stato islamico. Conoscere chi ci minaccia è un interrogativo fondamentale a cui dare una risposta per meglio trovare le adeguate soluzioni internazionali: Vorremmo qualche notizia in più sulla natura dei nemici. Chi sono? Una delle tante milizie libiche create dopo la dissennata operazione franco-britannica del 2011? Sono salafiti (una delle varianti più radicali dell’Islam) provenienti dal Sahara? Obbediscono al «Califfo» Al Baghdadi o hanno scelto il marchio di fabbrica che è oggi vincente nella gara del terrore? L’Isis sta combattendo anche una guerra psicologica e non meno pericolosa. Conosciamo male l’organizzazione, ma sappiamo che ogni gruppo terroristico sopravvive soltanto se sostituisce i morti con nuove reclute.
E il reclutamento è tanto più facile quanto più l’organizzazione può rivendicare successi proiettando di se stessa un’immagine di audacia e ferocia . Un governo deve dare la sensazione di non avere sottovalutato il pericolo, ma sbaglierebbe se non ricordasse che un’opinione pubblica allarmata è esattamente l’obiettivo dell’Isis”
Niente allarmismi ma una maggiore conoscenza sui pericoli dell'estremismo, cercando anche di ricorrere ai ripari sul fronte del reclutamento. E' necessario scoraggiare le nuove leve che, spesso, vengono assoldate dall'Europa. 
L’Italia, con il suo affacciarsi sul mediterraneo, è un paese che rischia un coinvolgimento strategico nel prossimo futuro, a maggior ragione alla luce degli sconvolgimenti che coinvolgono il territorio libico. Sergio Romano ci ricorda che: “La Libia è certamente un problema italiano. Ma è anche un problema mediterraneo e dell’Unione Europea. Francia e Spagna non possono attendere che venga risolto da altri. Una coalizione tripartita, sostenuta da altri Paesi dell’Ue, non sarebbe utile soltanto sul piano militare. Dimostrerebbe che l’Europa non è esclusivamente il luogo in cui si parla di euro, stabilità e crescita. È anche una patria da difendere”.

Canzone del giorno:  Behind The Mask (1986) - Eric Clapton
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venerdì 20 febbraio 2015

Dentiera




       Sorridi! I denti non li avrai per sempre.
       E non sai neppure se potrai permetterti una dentiera.


Checco Zalone





Canzone del giorno:  If  I Laugh (1971) - Cat Stevans
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mercoledì 18 febbraio 2015

Ciò che conta


Se tracci col gesso una riga sul pavimento,
è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi.
Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso.
Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso 

e l'aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi.
Ciò che conta è tutto dentro di noi; fuori nessuno può aiutarci.
Non essere in guerra con te stesso: così... tutto diventa possibile, 

non solo camminare su una fune, ma anche volare.


Hermann Hesse (1877-1962)

Canzone del giorno:  No Excuses (1994) - Alice in Chains
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lunedì 16 febbraio 2015

Liste

Piovono polpette è la rubrica periodica, simpatica e impertinente, di Alessandro Robecchi su Il Fatto quotidiano
La settimana scorsa ha concentrato il suo scritto sulle "Liste" nelle quali il nostro paese primeggia. Lo spunto è offerto della "lista Falciani" e dal “gratificante” numero (settemila!) di conti correnti italiani presenti nella Banca Hsbc di Ginevra. Una marea di cittadini del nostro amato stivale che, al pari di tanti altri personaggi internazionali, hanno preferito, in questi anni, le casse svizzere per nascondere al fisco nazionale un bel po' di soldini: "l’Italia registra un buon sesto posto, piazzamento lusinghiero se si pensa che in tutte le altre classifiche (ricerca, welfare, pensioni...) siamo sempre verso il fondo e ce la giochiamo con squadre minori come Cipro, Grecia, Romania. Il consiglio è di non farsi troppe illusioni: forse conosceremo i nomi dei connazionali con l’Iban svizzero, ma soldi da lì non ne arriveranno, un po’ perché molti si sono già messi al sicuro con lo scudo fiscale, un po’ perché il nuovo decreto fiscale del governo impedirebbe di allungare i tempi della prescrizione e dunque, passati cinque anni dalla presunta evasione già si sente risuonare un poderoso “marameo”. 
D'altronde "stare in una lista, anche una lista poco commendevole, non è così grave, diciamo alla maniera di Andy Warhol, che assicura quel quarto d’ora di notorietà che passa in fretta".
Robecchi caldeggia la pubblicazione di altre 3 importanti liste e precisamente la Lista Giannini che "riguarda le scuole private (si dice paritarie, fa più chic) che incassano fondi pubblici dallo Stato, dalle Regioni o dai Comuni, circa 700 milioni di euro all’anno. La lista giace da qualche parte al ministero dell’Istruzione e potrebbe rilevarci a chi regaliamo dei soldi, probabilmente sottratti alla scuola pubblica". A seguire la Lista dei poveri, ossia l'elenco dei
c.d. working poor, cioè "gente che lavora ma che guadagna pochissimo e che galleggia sulla linea della povertà.
una lista in perenne aggiornamento di cui fanno parte milioni di persone che in futuro, raggiunta l’età pensiona- bile avranno diritto a entrare in un’altra lista lunghissima anche lei, quella dei pensionati very very poor".
Dulcis in fundo la Lista dei trombati Lista dei trombati  che: “riguarda soprattutto deputati e senatori non eletti nelle file del Pd alle ultime elezioni, che sono stati ricollocati con operazioni  welfare perfettamente efficienti (sì, qui funziona). Enti, fondazioni, authority, società pubbliche o parapubbliche, amministrazioni locali o incarichi di governo. La lista completa potrebbe aiutare a capire come ricollocare altri trombati meno illustri (quelli dei licenziamenti collettivi, per dirne una, o i futuri licenziati senza reintegro) e se ne attende con ansia la pubblicazione.
Sono solo tre casi, ma volendo c’è da sbizzarrirsi: le liste interessanti sarebbero parecchie, avrebbero i loro titoloni sui giornali, alimenterebbero il giochetto popolare del “chi c’è e chi non c’è” e produrrebbero la loro quota di indignazione. Almeno per un quarto d’ora”.

Canzone del giorno:  Cross Me Off Your List (1975) - Rory Gallagher
Clicca e ascoltaCross....

sabato 14 febbraio 2015

Love in the Air





Segnalazione di un prelibato e godibilissimo sito nel nome della creatività e della fantasia. 
Si tratta di www.shortology.it, divenuto famoso per le sue rappresentazioni, in modo originale e sintetico, di film, biografie, eventi storici e quant'altro.
Per la giornata di San Valentino il sito ci delizia con una serie di biglietti inusuali tutti da visionare e inviare (eventualmente) alla persona amata. 
Il progetto si chiama Love in the Air e le icone grafiche proposte sono tutte singolari e amorevoli.
Guardare per credere e.... Buon San Valentino.




Canzone del giorno:  Ancora (1981) - Eduardo De Crescenzo
Clicca e ascoltaAncora....

mercoledì 11 febbraio 2015

Orrore estremo

L'atroce uccisione di Moaz al-Kasasba, arso vivo dentro una gabbia, ha sconvolto il mondo intero.
L'esecuzione del pilota giordano, precipitato con il suo caccia e catturato dai militanti dell'Isis, è stata decisa via web dai sostenitori dello Stato Islamico. Una sorta di televoto su Twitter attraverso il quale uccidere con il fuoco il prigioniero è stata la richiesta più votata.
Sono stati molti i commentatori a evidenziare l'uso massiccio e ricercato dei social network per fini terroristici.
L'Isis vuole dimostrare la propria crudele potenza attraverso un abile uso delle immagini e, quindi, ricorrere all'uso di Facebook o You Tube è determinante.
Il "terrore ad alta definizione", com’è stato definito da tanti, tenuto conto dei sistemi d'avanguardia usati per diffondere i loro violenti filmati.
C'è chi ritiene che questo spasmodico ricorso alla violenza più atroce per captare l'attenzione della Rete si possa tramutare in un punto debole per lo Stato Islamico. In primo luogo perché bruciare, dentro una gabbia, il pilota giordano ha risvegliato lo spirito nazionalistico della Giordania a un maggior coinvolgimento nella lotta contro l'Isis (il governo ha annunciato di aver compiuto in soli tre giorni 56 raid aerei e di aver distrutto il 20% «delle capacità militari dell’Isis»).
In secondo luogo, come ha scritto Gilles Kepel, esperto del mondo arabo, "la guerra di propaganda può rivelarsi un’arma a doppio taglio, e quest’orrore spinto all’estremo, verso limiti che sembrano avanzare a ogni video, può diventare una trappola. I jihadisti corrono sempre il rischio di oltrepassare l’accettabile". 
La reazione degli hacker di Anonymous (chiunque essi misteriosamente siano) va in questo senso e, in questi giorni, è stato effettuato un imponente attacco ai siti che provano a reclutare terroristi e, almeno per ora, i jihadisti sono stati inabilitati ad usare Internet per il loro nefasto proselitismo.

Canzone del giorno:  Innuendo (1991) - Queen
Clicca e ascoltaInnuendo....

martedì 10 febbraio 2015

Muro


È in gioco il tuo interesse quando brucia il muro del vicino.

Quinto Orazio Flacco, Epistole, 20 a.C.


Canzone del giorno:  Wall of Arms (2009) - The Maccabees
Clicca e ascoltaWall....

domenica 8 febbraio 2015

Medioevo

"Si balbetta, ci si arrovella, l'anima rifiuta il dolore profondo. Ma no, non è possibile, è solo un film storico quello che vediamo, non la realtà. L'Isis fa di tutto per confermare questa sensazione, fornendoci la cronaca con leziosi primi piani sul volto disperato del condannato, lunghi stacchi su imperterriti armati, boia circonfusi di jihadismo che accendono come a una festa il fuoco che arderà l'infedele. I mostri sono scesi dallo schermo, il Medio Evo è tornato da noi: per la gloria di Dio.
La storia ci ha mostrato atrocità religiose di molte specie. Papa Innocenzo promulgò nel 1252 la bolla "ad estirpanda" che da quel momento consentiva le torture più mostruose per costringere a improbabili confessioni, delazioni, conversioni... Si bruciarono le streghe e gli eretici, ma tutto questo grazie al cielo si è allontano, si è rivelato nella sua dimensione mostruosa, è stato emendato. L'Isis ce lo ripresenta oggi in technicolor, ma vero. Decapitazioni, crocifissioni, taglio della testa con bambini contenti che vogliono provare anche loro a fare la gloria di Dio, omosessuali lanciati dalle torri (in Iran impiccati in piazza), il pilota bruciato vivo. (...) 
Tutto può succedere adesso. L'appello alla vendetta è salito dalla piazza di Amman che chiede di bruciare chi ha bruciato il pilota, ovunque rappresentato nel corso della visita alla Mecca, col lenzuolo bianco. Lo scontro a base di citazioni è quanto di più orribilmente consono all'Isis: esso sostiene che il Corano suggerisce di usare contro il nemico la medesima arma con cui esso ti ha attaccato e nel caso di al Kasasbeh, è il fuoco del bombardamento aereo con cui avrebbe attaccato i villaggi. Di queste citazioni ce ne sono per il soldato, per chi resta a casa, per l'adultera, per il ladro, per il traditore, forse per il bambino disubbidiente. L'ordine del Cielo ci può bruciare, decapitare, mutilare, fare a pezzi, scuoiare, impalare, incenerire... che altro? In una visita guidata al medioevo. Dall'Isis".

                                                           Fiamma Nirenstein (Il Giornale, 5 febbraio 2015)

Canzone del giorno:  On The turning Away (1987) - Pink Floyd
Clicca e ascoltaOn the Turning....

venerdì 6 febbraio 2015

Fantasmi



Signore delle comete,
re delle stelle di giorno,
chi sono questi fantasmi
che mi camminano intorno?
Chi sono questi cialtroni,
questi topi di fogna e bordello,
questi ignoranti vincenti
con l'intelligenza dentro l'uccello?


(...)

Mandali a coltivare funghi in Val di Non

o a scelta il riso di Canton,
a fare gli orsi per turisti a Yellowstone,
comunque fuori dai coglion.

Signore, fulminali subito

quelli che non hanno i congiuntivi,
e gli aspiranti cantanti,
prima che diventino dei divi:
faremmo volentieri a meno
anche di quelle con il solo pensiero
che far vedere il culo
lo si possa definire un lavoro.

Roberto Vecchioni, Questi fantasmi (dall'album Di rabbia e di stella - 2007))


Canzone del giorno:  Questi Fantasmi (2007) - Roberto Vecchioni
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martedì 3 febbraio 2015

Post Scriptum Film

American Sniper

REGIA: Clint Eastwood
INTERPRETI: Bradley Cooper, Sienna Miller, Cory Hardrict, Jake McDorman, Navi Negahban
SCENEGGIATURA: Jason Hall
DURATA: 132'
USCITA: 

Negli Stati Uniti Chris Kyle è considerato un eroe di guerra.
In America Sniper, Clint Eastwood racconta la storia di questo bambino texano dalla mira inesorabile che, da adulto, riesce ad arruolarsi nel corpo speciale dei Navy Seals e combattere in Iraq in quattro diverse missioni, dal 2003 al 2009.
Appostato sopra i tetti delle città irachene, ha ucciso, come cecchino, più di 160 nemici. Ne faceva fuori così tanti con il suo fucile di precisione, che a Ramadi gli insorti iracheni misero sulla sua testa una taglia da 20 mila dollari.
America Sniper è il successo del momento. Nel mondo ha già incassato più di 250 milioni di dollari e, naturalmente, per l’argomento trattato ha suscitato innumerevoli polemiche.  Il taglio dato al film da molti non è stato apprezzato e le discussioni hanno riguardato tanti quesiti: dalle contraddizioni del conflitto in Iraq fino ad arrivare alla reale e controversa personalità di Kyle.
Il regista ha scelto per interpretarlo un irrobustito Bradley Cooper ed è proprio la compattezza tipica di tanti film di Clint Eastwood che fa sì che l'attore, in certi momenti, sia fin troppo assorbito dalla parte, riducendone l’efficacia della recitazione.
È chiaro che il film è caratterizzato da un'americanità che per noi europei non è facile da captare. 
Di recente Clint Eastwood, dinanzi alle varie polemiche (e fresco delle sei nomination all'Oscar), ha tagliato corto specificando che il suo è un film contro la guerra proprio perché mostra l'ossessione che si abbatte su i militari che tornano alla vita civile dopo anni di battaglie sul campo.
Per la verità già in un'intervista a Enrico Deaglio su Il Venerdì di Repubblica di molte settimane fa, il regista si era espresso in tal senso e alla domanda «Cosa le piace il lui?» aveva così risposto: «il suo tormento. Chris era un ragazzo che faceva fatica a trovare se stesso. Aveva però questo dono di natura, sapeva sparare benissimo e ha messo questa dote a servizio dei suoi compagni, per proteggerli in azione. Ha ucciso 160 persone, e quando va dallo psichiatra che gli chiede: “Non hai dei rimorsi?” Lui dice no, sono pronto ad andare di fronte al mio creatore e guardarlo negli occhi. Ma... E qui Bradley è bravissimo... C'è un piccolo movimento nei suoi occhi, un dubbio. Spero proprio che il pubblico in sala se ne accorga. Ma poi si riprende subito, perché non ha certo voglia di parlare delle sue cose intime con il signor psichiatra. Ma... quel piccolo cedimento nell'occhio, c'è».
Ogni guerra è drammaticamente complessa. È fatta di sangue, di dolore e anche di cecchini che sparano dai tetti. Nel film Clint Eastewood  prova a martellare il cervello dello spettatore con violente scene, ripetitive e ossessionanti, pronte a ricordarci la violenza degli scontri fra esseri umani.
Probabilmente non è tra i migliori film del grande regista e, per molti, l’eccessivo sangue e i tanti minuti di spettacolarizzazione delle battaglie, lo rendono un polpettone drammatico in salsa bellica.
Eppure se ci si concentra proprio su quel “tormento” del protagonista, sull’incapacità di vivere in sintonia con se stesso e con la sua famiglia, il film da solenne e patriottico si trasforma in una toccante discesa verso l’inferno di un uomo che, come tanti militari, ha visto, in anticipo e da giovanissimo, l’atrocità degli inferi.

Canzone del giorno:  Bother (2002) - Stone Sour
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lunedì 2 febbraio 2015

Matteorella

Emilio Giannelli, da corriere.it




















Canzone del giorno:  Follow The Leader (1976) - Lou Reed
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