"Si balbetta, ci si arrovella, l'anima rifiuta il dolore profondo. Ma no, non è possibile, è solo un film storico quello che vediamo, non la realtà. L'Isis fa di tutto per confermare questa sensazione, fornendoci la cronaca con leziosi primi piani sul volto disperato del condannato, lunghi stacchi su imperterriti armati, boia circonfusi di jihadismo che accendono come a una festa il fuoco che arderà l'infedele. I mostri sono scesi dallo schermo, il Medio Evo è tornato da noi: per la gloria di Dio.
La storia ci ha mostrato atrocità religiose di molte specie. Papa Innocenzo promulgò nel 1252 la bolla "ad estirpanda" che da quel momento consentiva le torture più mostruose per costringere a improbabili confessioni, delazioni, conversioni... Si bruciarono le streghe e gli eretici, ma tutto questo grazie al cielo si è allontano, si è rivelato nella sua dimensione mostruosa, è stato emendato. L'Isis ce lo ripresenta oggi in technicolor, ma vero. Decapitazioni, crocifissioni, taglio della testa con bambini contenti che vogliono provare anche loro a fare la gloria di Dio, omosessuali lanciati dalle torri (in Iran impiccati in piazza), il pilota bruciato vivo. (...)
Tutto può succedere adesso. L'appello alla vendetta è salito dalla piazza di Amman che chiede di bruciare chi ha bruciato il pilota, ovunque rappresentato nel corso della visita alla Mecca, col lenzuolo bianco. Lo scontro a base di citazioni è quanto di più orribilmente consono all'Isis: esso sostiene che il Corano suggerisce di usare contro il nemico la medesima arma con cui esso ti ha attaccato e nel caso di al Kasasbeh, è il fuoco del bombardamento aereo con cui avrebbe attaccato i villaggi. Di queste citazioni ce ne sono per il soldato, per chi resta a casa, per l'adultera, per il ladro, per il traditore, forse per il bambino disubbidiente. L'ordine del Cielo ci può bruciare, decapitare, mutilare, fare a pezzi, scuoiare, impalare, incenerire... che altro? In una visita guidata al medioevo. Dall'Isis".
Fiamma Nirenstein (Il Giornale, 5 febbraio 2015)
Fiamma Nirenstein (Il Giornale, 05 febbraio 2015)
"Si balbetta, ci si arrovella, l'anima rifiuta il dolore profondo. Ma no, non è possibile, è solo un film storico quello che vediamo, non la realtà. L'Isis fa di tutto per confermare questa sensazione, fornendoci la cronaca con leziosi primi piani sul volto disperato del condannato, lunghi stacchi su imperterriti armati, boia circonfusi di jihadismo che accendono come a una festa il fuoco che arderà l'infedele. I mostri sono scesi dallo schermo, il Medio Evo è tornato da noi: per la gloria di Dio.
La storia ci ha mostrato atrocità religiose di molte specie. Papa Innocenzo promulgò nel 1252 la bolla "ad estirpanda" che da quel momento consentiva le torture più mostruose per costringere a improbabili confessioni, delazioni, conversioni... Si bruciarono le streghe e gli eretici, ma tutto questo grazie al cielo si è allontano, si è rivelato nella sua dimensione mostruosa, è stato emendato. L'Isis ce lo ripresenta oggi in technicolor, ma vero. Decapitazioni, crocifissioni, taglio della testa con bambini contenti che vogliono provare anche loro a fare la gloria di Dio, omosessuali lanciati dalle torri (in Iran impiccati in piazza), il pilota bruciato vivo.
E non è finita: l'Isis si è avventurata nella crudeltà in maniera sostitutiva rispetto alla possibilità di formare un esercito avanzato, la sua espansione territoriale si è fermata specie in Iraq, la sconfitta di Kobane e alcune vittorie sciite vicino a Mosul e nella provincia di Dyala hanno spinto l'Isis a usare la paura spinta al massimo. Quanto più i soldati giordani temeranno di fare la fine di Moaz, tanto più se la daranno a gambe levate. Chi ha voglia di farsi fare a pezzi, bruciare, tagliare la testa... E a volte funziona: gli Emirati intanto hanno sospeso i raid. Sanno bene che queste pene possono moltiplicarsi e peggiorare, le armate di Maometto si dettero a una conquista vittoriosa che fece milioni di morti e feriti e dominò col pugno di ferro. Questo ogni buon musulmano lo ricorda. Ebrei e cristiani sono dubitosi e pentiti, ma per l'Islam la rivendicazione storica è onnipresente, indispensabile, il passato chiede di esistere ancora.
Tuttavia anche il mondo musulmano ha anime che possono combattersi a morte. Re Abdullah non lascerà la coalizione. E' apparso, mentre partiva dagli Stati Uniti in visita ad Obama deciso a seguire l'indicazione del padre del pilota ucciso: tremenda vendetta. Ancora a Washington ,ha accolto le richieste di vendetta della famiglia e del clan del pilota ucciso e ha fatto, intanto, giustiziare la jihadista che l'Isis voleva in cambio di Moaz al Kasabeh, Sajida al Rishawi e un altro terrorista collaboratore di al Zarqawi, Ziad al Karbouli. Intanto il grande imam dell'università di Al Azhar al Cairo, Ahmed Al Tayyeb, mentre dichiarava anche lui come Abdullah che l'Islam non ha nulla a che fare con i mostri dell'Isis, indicava la sua strada: i terroristi "devono essere uccisi, crocifissi, bisogna tagliare loro le mani e i piedi", anche questa una citazione coranica in gara con le citazioni di quella che ha definito "un'organizzazione terrorista satanica" facendo appello alla comunità internazionale perché la distrugga.
Tutto può succedere adesso. L'appello alla vendetta è salito dalla piazza di Amman che chiede di bruciare chi ha bruciato il pilota, ovunque rappresentato nel corso della visita alla Mecca, col lenzuolo bianco. Lo scontro a base di citazioni è quanto di più orribilmente consono all'Isis: esso sostiene che il Corano suggerisce di usare contro il nemico la medesima arma con cui esso ti ha attaccato e nel caso di al Kasasbeh, è il fuoco del bombardamento aereo con cui avrebbe attaccato i villaggi. Di queste citazioni ce ne sono per il soldato, per chi resta a casa, per l'adultera, per il ladro, per il traditore, forse per il bambino disubbidiente. L'ordine del Cielo ci può bruciare, decapitare, mutilare, fare a pezzi, scuoiare, impalare, incenerire... che altro? In una visita guidata al medioevo. Dall'Isis".