L'atroce uccisione di Moaz al-Kasasba, arso vivo
dentro una gabbia, ha sconvolto il mondo intero.
L'esecuzione del pilota giordano, precipitato con il suo caccia e catturato dai militanti dell'Isis, è stata decisa via web dai sostenitori dello Stato Islamico. Una sorta di televoto su Twitter attraverso il quale uccidere con il fuoco il prigioniero è stata la richiesta più votata.
Sono stati molti i commentatori a evidenziare l'uso massiccio e ricercato dei social network per fini terroristici.
L'Isis vuole dimostrare la propria crudele potenza attraverso un abile uso delle immagini e, quindi, ricorrere all'uso di Facebook o You Tube è determinante.
Il "terrore ad alta definizione", com’è stato definito da tanti, tenuto conto dei sistemi d'avanguardia usati per diffondere i loro violenti filmati.
C'è chi ritiene che questo spasmodico ricorso alla violenza più atroce per captare l'attenzione della Rete si possa tramutare in un punto debole per lo Stato Islamico. In primo luogo perché bruciare, dentro una gabbia, il pilota giordano ha risvegliato lo spirito nazionalistico della Giordania a un maggior coinvolgimento nella lotta contro l'Isis (il governo ha annunciato di aver compiuto in soli tre giorni 56 raid aerei e di aver distrutto il 20% «delle capacità militari dell’Isis»).
In secondo luogo, come ha scritto Gilles Kepel, esperto del mondo arabo, "la guerra di propaganda può rivelarsi un’arma a doppio taglio, e quest’orrore spinto all’estremo, verso limiti che sembrano avanzare a ogni video, può diventare una trappola. I jihadisti corrono sempre il rischio di oltrepassare l’accettabile". La reazione degli hacker di Anonymous (chiunque essi misteriosamente siano) va in questo senso e, in questi giorni, è stato effettuato un imponente attacco ai siti che provano a reclutare terroristi e, almeno per ora, i jihadisti sono stati inabilitati ad usare Internet per il loro nefasto proselitismo.
L'esecuzione del pilota giordano, precipitato con il suo caccia e catturato dai militanti dell'Isis, è stata decisa via web dai sostenitori dello Stato Islamico. Una sorta di televoto su Twitter attraverso il quale uccidere con il fuoco il prigioniero è stata la richiesta più votata.
Sono stati molti i commentatori a evidenziare l'uso massiccio e ricercato dei social network per fini terroristici.
L'Isis vuole dimostrare la propria crudele potenza attraverso un abile uso delle immagini e, quindi, ricorrere all'uso di Facebook o You Tube è determinante.
Il "terrore ad alta definizione", com’è stato definito da tanti, tenuto conto dei sistemi d'avanguardia usati per diffondere i loro violenti filmati.
C'è chi ritiene che questo spasmodico ricorso alla violenza più atroce per captare l'attenzione della Rete si possa tramutare in un punto debole per lo Stato Islamico. In primo luogo perché bruciare, dentro una gabbia, il pilota giordano ha risvegliato lo spirito nazionalistico della Giordania a un maggior coinvolgimento nella lotta contro l'Isis (il governo ha annunciato di aver compiuto in soli tre giorni 56 raid aerei e di aver distrutto il 20% «delle capacità militari dell’Isis»).
In secondo luogo, come ha scritto Gilles Kepel, esperto del mondo arabo, "la guerra di propaganda può rivelarsi un’arma a doppio taglio, e quest’orrore spinto all’estremo, verso limiti che sembrano avanzare a ogni video, può diventare una trappola. I jihadisti corrono sempre il rischio di oltrepassare l’accettabile". La reazione degli hacker di Anonymous (chiunque essi misteriosamente siano) va in questo senso e, in questi giorni, è stato effettuato un imponente attacco ai siti che provano a reclutare terroristi e, almeno per ora, i jihadisti sono stati inabilitati ad usare Internet per il loro nefasto proselitismo.
Canzone del giorno: Innuendo (1991) - Queen
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