REGIA: David O. Russell
SCENEGGIATURA: David O. Russell, Annie Mumolo
DURATA: 124'
USCITA:
David
O.Russell, nel suo ultimo film Joy, racconta
la vita di Joy Mangano, la donna di origini italo-americane divenuta famosa
negli anni Novanta grazie alla sua testardaggine nel credere nel mocio da lei
inventato, pubblicizzandolo senza intermediari nel canale di televendite QVC.
"Pulisce in fretta, non lascia tracce e non dovete usare
le mani per strizzarlo, perché è auto-strizzante e si lava in lavatrice", declama nella sua prima apparizione televisiva.
La
freschezza e caparbietà di Jennifer Lawrence, scelta per interpretare Joy
(nomination all’Oscar come attrice protagonista), ritrae la speranza di chi
vuole riuscire a farcela da sola attraverso l’urgenza di affermare i propri
desideri.
Un
particolare quadro del sogno americano in parte ben delineato dal regista che
focalizza l’attenzione iniziale dello spettatore sul senso di dovere quasi fisiologico
della protagonista, incapace di scrollarsi di dosso una quotidianità deprimente
fra incombenze domestiche, scontri con la madre dipendente dalla televisione,
angherie della sorellastra e incomprensioni con un padre latin lover nonostante
la non più giovane età.
Nel seguito
del film la sceneggiatura non sempre tiene il passo alle vicende di questa
donna che fa di tutto per non arrendersi e mette in campo la sua tenacia. Cade
per terra ma si risolleva. Prende pesci in faccia ma riprova a raggiungere un
migliore tenore di vita.
Probabilmente
la capacità degli ottimi attori del cast doveva essere sfruttata con maggiore
determinazione da regista. Robet De Niro, Brandley Cooper e la stessa Isabella
Rossellini potevano essere impiegati con
più appeal risolutivo.
Una rimarchevole
intensità in alcune parti del film avrebbe dato più smalto alle scene più
convincenti.
La
tenacia e la salita verso il successo di Joy è, comunque, un messaggio forte
che si può riassumere in una bellissima frase che la sceneggiatura affida alla
protagonista: “Quando ti nascondi sei al sicuro
perché le persone non ti vedono, ma la cosa buffa del nascondersi è che sei
nascosto anche a te stesso".