La crisi da rientro alla
"normale" attività lavorativa è un fenomeno molto diffuso. Meglio
concentrarsi adeguatamente.
È necessario non perdere la
bussola e un articolo di Andrea Tarquini, corrispondente da Berlino per La
Repubblica, offre lo spunto per capire in che mondo viviamo e, soprattutto, per
non rassegnarsi del tutto "al destino che viene", ma stare in guardia
per non imboccare vie traverse.
Il giornalista racconta come
l'efficiente società tedesca ricorra, in moltissimi casi, per mitigare lo
stress e migliorare le perfomance sul lavoro, a pericolosi espedienti
farmacologici. In Germania è in esponenziale aumento l'uso dei cosiddetti
"viagra del lavoro": "i psicofarmaci che aiutano a sentirsi più
sicuri e in forma e a lavorare con più energia, sono consumati da sempre più
persone. Medicine legalmente prescritte, non droghe vietate. Ma le conseguenze
sono terribili: tossicodipendenza ed effetti collaterali — che i medici non
sempre ti spiegano prima — che finiscono per incatenarti, per ammalarti con la
conseguenza che i giorni di congedo per malattia si moltiplicano. I “viagra del
lavoro”, ecco l’altra faccia dell’efficienza economica, così come nuove povertà
furono gli effetti collaterali della rivoluzione industriale".
Sempre più persone ricorrono a
sostanze per aumentare la loro produttività sul lavoro. Almeno il 20% degli
accademici negli atenei
tedeschi fa regolare uso di sostanze anfetaminiche, speed, oppure ritalin.
Scrive Andrea Tarquin: "È
l’altra faccia delle economie efficienti: rinunci non solo a tempo libero o
qualità della vita, ma anche alla salute (...). Senza contare i viagra del
lavoro più tradizionali, alcol e tabacco. Il trend è là, e minaccia la salute
del Paese che è locomotiva e cuore dell’Europa.
I tedeschi almeno cominciano ad
accorgersene. Chi sa cosa ci direbbero studi analoghi condotti da noi, in
Francia o nel resto dell’eurozona o del Vecchio continente".