Periodicamente
il Papa esorta parroci, genitori e catechisti a far sì che la celebrazione
della prima comunione non si trasformi in uno sfarzoso momento festaiolo.
Genitori e figli non devono dimenticare che
si tratta di un sacramento.
La festa religiosa non può trasformarsi in
una corsa consumistica finalizzata all’acquisto di costose vesti sino ad arrivare
al culmine della giornata rappresentato, soprattutto in alcuni parti d’Italia,
dal banchetto pantagruelico con più ospiti.
Naturalmente ogni famiglia ha il “diritto”
di spendere come meglio crede i propri risparmi (se ci sono!) e, in ogni caso,
vai a spiegare questa forma di “sobrietà” a tanti ristoratori e negozianti che,
in periodi neri come gli attuali, attendono con ansia simili celebrazioni per
respirare un po’ di ossigeno da ricavi.
Ma la raccomandazione che proviene dal
Vaticano ha una sua ragione d’essere e su Il Messaggero di qualche giorno fa,
Franca Giansoldati, riassume con un suo commento la linea rigorosa proposta: "La parola d'ordine in parrocchia, anche per le prime comunioni dei bambini, deve essere sobrietà (...). Morale: vietato trasformare la prima comunione in
una specie di mini matrimonio. In effetti le spese che sono a corredo di questa
festa non sono poche: gli abiti possono arrivare anche agli 800 euro per i
piccoli abiti bianchi di pizzo indossate dalle bambine, e poi ci sono le bomboniere,
il ricevimento che in genere viene fatto al ristorante e le fotografie”.