Periodicamente
il Papa esorta parroci, genitori e catechisti a far sì che la celebrazione
della prima comunione non si trasformi in uno sfarzoso momento festaiolo.
Genitori e figli non devono dimenticare che
si tratta di un sacramento.
La festa religiosa non può trasformarsi in
una corsa consumistica finalizzata all’acquisto di costose vesti sino ad arrivare
al culmine della giornata rappresentato, soprattutto in alcuni parti d’Italia,
dal banchetto pantagruelico con più ospiti.
Naturalmente ogni famiglia ha il “diritto”
di spendere come meglio crede i propri risparmi (se ci sono!) e, in ogni caso,
vai a spiegare questa forma di “sobrietà” a tanti ristoratori e negozianti che,
in periodi neri come gli attuali, attendono con ansia simili celebrazioni per
respirare un po’ di ossigeno da ricavi.
Ma la raccomandazione che proviene dal
Vaticano ha una sua ragione d’essere e su Il Messaggero di qualche giorno fa,
Franca Giansoldati, riassume con un suo commento la linea rigorosa proposta: "La parola d'ordine in parrocchia, anche per le prime comunioni dei bambini, deve essere sobrietà (...). Morale: vietato trasformare la prima comunione in
una specie di mini matrimonio. In effetti le spese che sono a corredo di questa
festa non sono poche: gli abiti possono arrivare anche agli 800 euro per i
piccoli abiti bianchi di pizzo indossate dalle bambine, e poi ci sono le bomboniere,
il ricevimento che in genere viene fatto al ristorante e le fotografie”.
Canzone del giorno: Ceremony (1981) - New Order
Clicca e ascolta: Ceremony....
Franca Giansoldati, Il Messaggero 22/4/2012
- La
parola d’ordine in parrocchia, anche per le prime comunioni dei bambini, deve
essere «sobrietà». A raccomandare di seguire una linea rigorosa in tempi di
grave crisi economica è il Papa che al Regina Coeli ha esortato i parroci, i genitori,
i catechisti a preparare per bene il momento di festa, unendo al fervore
religioso una certa semplicità. Insomma, niente sfarzo e pompa magna. Il
superfluo non può fare da cornice al sacramento della comunione, dato che al
centro di questo momento deve esserci solo «l’importanza dell’incontro con
Gesù». Si tratta, infatti, di «ascoltare con attenzione la Parola del Signore e
partecipare degnamente alla mensa del sacrificio eucaristico, per diventare
testimoni dell'umanità nuova». Una raccomandazione che non è nuova ma
che stavolta si fa particolarmente pressante visto il momento segnato dalla
recessione e dalle difficoltà che molte famiglie stanno attraversando. Morale:
vietato trasformare la prima comunione in una specie di mini matrimonio. In effetti
le spese che sono a corredo di questa festa non sono poche: gli abiti possono
arrivare anche agli 800 euro per i piccoli abiti bianchi di pizzo indossati
dalle bambine, e poi ci sono le bomboniere, il ricevimento che in genere viene
fatto al ristorante e le fotografie. In molte parrocchie proprio per
circoscrivere gli esborsi economici delle famiglie hanno adottato, da parecchio
tempo, l’uso delle tunichette bianche, unisex, adattabili sia per i bambini che
per le bambinie. Le famiglie pagano l’utilizzo, senza dovere sborsare le cifre
degli abiti da cerimonia che vanno da qualche centinaio di euro, fino a 800
euro per un mini vestito da sposa, con tanto di velo e guantini in raso.
Le parrocchie, invece, si accontentano di una offerta modestissima, al massimo
una decina di euro, che serve a coprire le spese generali della parrocchia, gli
addobbi in chiesa, le dispense del catechismo per i bambini. In passato
il Vaticano era intervenuto in materia, durante il sinodo sull’Eucarestia,
chiedendo la moderazione dei genitori. La prima comunione non può trasformarsi
in un party sfarzoso, perché così facendo non solo passa in secondo piano il
sacramento, ma può scoraggiare le famiglie poco abbienti, magari immigrate, ad
avvicinare i propri figli al catechismo. In Italia, tuttavia, la maggior parte
delle parrocchie si attestano sul minimo costo e l’assoluto egalitarismo dei
bambini. Maschi e femmine, ricchi e poveri, indossano tutti le tunichette
bianche che si possono noleggiare per qualche euro. C’è anche qualche parroco
che indica la data della cerimonia il più tardi possibile proprio perché non ci
sia il tempo di organizzare feste enormi, una tradizione legata soprattutto
nelle regioni del Sud, dove la prima comunione resta una specie di matrimonio
con tanto di inviti stampati e costose bomboniere.