Mi sono imbattuto in un dato statistico che mi ha fatto riflettere. Mi ero chiesto se siano più ricchi gli americani o gli italiani. Posta così la domanda è vaga, perché ovviamente ci sono italiani straricchi come Berlusconi e italiani poveracci e ci sono americani straricchi come Bill Gates e americani poveracci. Ma ci si può chiedere se mediamente siano più ricchi gli americani o gli italiani. La statistica esiste anche per rispondere a queste domande. Ho cercato i dati. Quello che ho trovato mi ha sorpreso.
Ci sono diversi modi per valutare la ricchezza «mediamente». Due fra i più comuni sono la media statistica e la mediana. La ricchezza media statistica degli americani è più alta di quella degli italiani: oltre una volta e mezzo quella italiana. Ma la ricchezza mediana degli americani è molto più bassa di quella degli italiani: la ricchezza mediana degli italiani è quasi una volta e mezzo quella americana. I dati sono del Global Wealth Databook 2019 del Credit Suisse. Gli americani sono più ricchi di noi in media statistica, ma più poveri di noi in mediana. Non si tratta di piccole fluttuazioni statistiche: si tratta di differenze pesanti. La risposta alla domanda se siano più ricchi gli americani e gli italiani è davvero «dipende». (...) Da cosa dipende la vistosa discrepanza? La media statistica è la ricchezza divisa per il numero degli abitanti. È un’indicazione di «quanto sarebbe ricco un americano se la ricchezza fosse divisa in parti eguali». La mediana è la ricchezza dell’americano «medio» nel senso di quello che sta a metà fra i ricchi e i poveri: metà dei cittadini sono più ricchi di lui e metà più poveri di lui. Data la forma della distribuzione della ricchezza, la mediana corrisponde più o meno a una valutazione del tipo «prendiamo un americano a caso: quanto è ricco?». È chiara allora la ragione della discrepanza fra i due dati, che a prima vista è così sorprendente: in America c’è molta più disparità economica che in Italia. La ricchezza è ancora più concentrata nelle mani di pochi di quanto non lo sia in Italia. In America la ricchezza c’è, ma arriva alla maggioranza degli americani molto meno di quanto arrivi in Italia. C’è più ricchezza nell’insieme, ma l’italiano «medio» è più ricco dell’americano «medio». Ovvero, la maggioranza degli italiani è più ricca della maggioranza degli americani. E non di poco. (...)
Se il sistema politico, economico e sociale italiano si avvicinasse a quello americano, ci guadagnerebbero gli italiani? Risposta: i pochi molto ricchi sì, ma la maggioranza degli italiani ne avrebbe una perdita economica. Questo risultato è indipendente dalle vistose differenze dei due sistemi sociali: per esempio il fatto che in Italia la sanità è pubblica, il costo dell’educazione è coperto in larga misura dallo Stato, esistono ammortizzatori sociali molto più efficaci eccetera, tutte cose che in America non ci sono. Anche indipendentemente da queste differenze sociali profonde, per la maggioranza dei cittadini è economicamente più conveniente essere in un sistema politico sociale come quello italiano che non in uno come quello americano. Con tutti i disastri italiani, viviamo in un Paese dove la maggior parte della popolazione è economicamente quasi una volta e mezzo più agiata che la maggioranza della popolazione del Paese più potente del mondo.
Qualche volta non sarebbe male ricordarlo.
Carlo Rovelli, Corriere della Sera 25/6/2020
Ci sono diversi modi per valutare la ricchezza «mediamente». Due fra i più comuni sono la media statistica e la mediana. La ricchezza media statistica degli americani è più alta di quella degli italiani: oltre una volta e mezzo quella italiana. Ma la ricchezza mediana degli americani è molto più bassa di quella degli italiani: la ricchezza mediana degli italiani è quasi una volta e mezzo quella americana. I dati sono del Global Wealth Databook 2019 del Credit Suisse. Gli americani sono più ricchi di noi in media statistica, ma più poveri di noi in mediana. Non si tratta di piccole fluttuazioni statistiche: si tratta di differenze pesanti. La risposta alla domanda se siano più ricchi gli americani e gli italiani è davvero «dipende». (...) Da cosa dipende la vistosa discrepanza? La media statistica è la ricchezza divisa per il numero degli abitanti. È un’indicazione di «quanto sarebbe ricco un americano se la ricchezza fosse divisa in parti eguali». La mediana è la ricchezza dell’americano «medio» nel senso di quello che sta a metà fra i ricchi e i poveri: metà dei cittadini sono più ricchi di lui e metà più poveri di lui. Data la forma della distribuzione della ricchezza, la mediana corrisponde più o meno a una valutazione del tipo «prendiamo un americano a caso: quanto è ricco?». È chiara allora la ragione della discrepanza fra i due dati, che a prima vista è così sorprendente: in America c’è molta più disparità economica che in Italia. La ricchezza è ancora più concentrata nelle mani di pochi di quanto non lo sia in Italia. In America la ricchezza c’è, ma arriva alla maggioranza degli americani molto meno di quanto arrivi in Italia. C’è più ricchezza nell’insieme, ma l’italiano «medio» è più ricco dell’americano «medio». Ovvero, la maggioranza degli italiani è più ricca della maggioranza degli americani. E non di poco. (...)
Se il sistema politico, economico e sociale italiano si avvicinasse a quello americano, ci guadagnerebbero gli italiani? Risposta: i pochi molto ricchi sì, ma la maggioranza degli italiani ne avrebbe una perdita economica. Questo risultato è indipendente dalle vistose differenze dei due sistemi sociali: per esempio il fatto che in Italia la sanità è pubblica, il costo dell’educazione è coperto in larga misura dallo Stato, esistono ammortizzatori sociali molto più efficaci eccetera, tutte cose che in America non ci sono. Anche indipendentemente da queste differenze sociali profonde, per la maggioranza dei cittadini è economicamente più conveniente essere in un sistema politico sociale come quello italiano che non in uno come quello americano. Con tutti i disastri italiani, viviamo in un Paese dove la maggior parte della popolazione è economicamente quasi una volta e mezzo più agiata che la maggioranza della popolazione del Paese più potente del mondo.
Qualche volta non sarebbe male ricordarlo.
Carlo Rovelli, Corriere della Sera 25/6/2020
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