nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 29 giugno 2018

Nella mia tasca

Nella mia tasca

Nella mia tasca – un cerbiatto e una stella.
Nella mia tasca – colibrì, una gazzella.

Nei miei capelli – fulmini e nevi.
Nei miei capelli – il cielo sorridente.

Nelle mie mani – una carrozza, bisonti.
Nelle mie mani – pifferi e un violino.
La stella e il cerbiatto, i bisonti, i colibrì,
le nevi, le tormente, la carrozza, i meli.

Ecco le mie meraviglie, ecco i miei tesori,
che il vento spazzerà via. 


Jan Spiewak (1908 - 1967)

Traduzione di Paolo Statuti


Canzone del giorno: The Promised Land (2008) - Eric Bibb
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mercoledì 27 giugno 2018

Azzardo

Nella città di Roma, due ragazzi su tre (66,3%) tra i 13 e i 17 anni, ’giocano’ d’azzardo almeno una volta all’anno; il 36,3% ha dichiarato di essere giocatore abituale, più della metà sono ’giocatori assidui’ di scommesse sportive, gratta e vinci, slot machine, concorsi a premi. Sono i drammatici numeri della ricerca ’Adolescenti e azzardo: cresceranno dipendenti?’ realizzata dalla Caritas di Roma su 1.600 giovani nelle scuole e nelle parrocchie della Capitale. (...)
Il dossier della Caritas è purtroppo ricchissimo di cifre preoccupanti. Il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il Gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% le Lotterie, l’87,5% le scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo. «Tutti i ragazzi romani sanno tutto sull’azzardo. È una vera situazione emergenziale», commenta Elisa Manna, responsabile del Centro studi della Caritas. «Evidentemente – si legge nella ricerca – i fattori protettivi non stanno funzionando. Se pensiamo che il gioco d’azzardo è vietato ai minori in maniera inderogabile in ragione della maggiore vulnerabilità ed esposizione al rischio di dipendenza e di alterazione della salute che i ragazzi subiscono, proprio a causa delle caratteristiche dell’età, la gravità di queste cifre appare ancora più preoccupante». (...)
«L’azzardo ti porta a pensare che i problemi si risolvono con un colpo di fortuna – riflette monsignore Enrico Feroci, direttore della Caritas romana -. Questo è deleterio per il singolo e per l’intera società perché non la fa crescere, la distrugge. Quanto tempo, quanti soldi tolti ad altri impegni! E invece non ce ne rendiamo conto, anzi incentiviamo l’azzardo».
Così quasi il 90% dei ragazzi definisce l’azzardo «un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Nessuno o quasi ha citato termini come svago, abilità, competenze, rischio, pericolo. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che «stando attenti» non succede niente, il 16,1% sostiene che se si è fortunati non succede niente di male e si possono fare i soldi. In sostanza prevale l’idea tra i ragazzi di una certa normalità dell’azzardo, e solo il 13,6% dichiara che andrebbe vietato.

Antonio Maria Mira, Avvenire (27/6/2018)


Canzone del giorno: In Bloom (1991) - Nirvana
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lunedì 25 giugno 2018

Intuizione

Un’intuizione è la creatività che cerca di dirti qualcosa. 

Frank Capra (1897 - 1991) 


Canzone del giorno: Insight (1997) - Depeche Mode
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sabato 23 giugno 2018

Cultura

La cultura produce grande ricchezza in Italia, crea una forte quota di occupazione nazionale e quindi «fa mangiare», nonostante le leggende sulle battute attribuite a certi politici (e puntualmente smentite). Il sistema produttivo culturale e creativo – composto da imprese, Pubblica amministrazione, non profit – genera più di 92 miliardi di euro e muove nell’insieme, attivando altri settori economici, ben 255,5 miliardi, ovvero il 16,6 per cento del valore aggiunto nazionale.
È il sorprendente dato di economia reale registrato dal rapporto 2018 Io sono cultura. L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con il sostegno di Regione Marche. Il rapporto, presentato ieri al ministero per i Beni e le attività culturali, racconta variegate realtà. Il sistema produttivo culturale e creativo assicura 1,5 milioni di posti di lavoro, ovvero il 6,1% del totale degli occupati in Italia. Posti che sono cresciuti nel 2017 dell’1,6%, più della media nazionale (+1,1%). (...)
La grande area metropolitana di Milano è al primo posto nelle graduatorie provinciali per l’incidenza di ricchezza e occupazione prodotte, con il 9,9% e il 10,1%. Dunque è la capitale culturale d’Italia. Roma è seconda per valore aggiunto (9,8%) e terza per occupazione (8,6%), Torino si colloca, rispettivamente, terza (8,8%) e quarta (8,4%). Ancora: più di un terzo della spesa turistica nazionale, il 38,1%, è attivata dalla cultura e dalla creatività. Un dato confortante: nel 2017, si legge nel rapporto, il mercato dei libri si è chiuso con un +5,8% (libri di carta, ebook, audiolibri e stima del valore di Amazon).
Il nostro Paese visto dall’estero appare assai più prestigioso di quanto non immaginiamo noi italiani. (...) secondo Kpmg, una delle quattro maggiori società internazionali di revisione aziendale, Made in Italy è il terzo marchio più conosciuto al mondo dopo Coca Cola e Visa.

Paolo Conti, Corriere della Sera (22/6/2018)

Canzone del giorno: Do I Wanna Know (2013) - Arctic Monkeys
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mercoledì 20 giugno 2018

Neet

Francesco Pastore analizza su Il Fatto Quotidiano di sabato scorso, i dati Eurostat sui cosiddetti Neet, ossia i tantissimi giovani che non sono iscritti a scuola né all'università, non cercano lavoro e non seguono corsi di formazione o aggiornamento professionale: "Anche quest’anno, i dati Eurostat danno all’Italia la bandiera di capolista della speciale classifica europea della presenza dei Neet sul totale dei giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni. I Neet sono i giovani che non lavorano e non studiano. Si tratta di un aggregato molto ampio all’interno del quale c’è di tutto. Ci sono coloro che hanno abbandonato gli studi prima di conseguire la scuola dell’obbligo o solo con la scuola dell’obbligo o poco più, ma anche i laureati (soprattutto in materie umanistiche) le donne che hanno deciso di sposarsi e di avere figli e smettono di cercare attivamente. I Neet sono soprattutto nel Centro-Sud, ma c’è un nucleo corposo anche nel Centro-Nord e persino a Milano. Ci si può chiedere come mai abbiamo la percentuale di Neet più alta d’Europa. La spiegazione del fenomeno è in quello che definisco il gap di esperienza lavorativa dei giovani. I nostri giovani hanno un’istruzione crescente ma quasi nessuna esperienza e hanno una grande difficoltà a costruire competenze lavorative. Questo dipende dalla natura sequenziale del nostro sistema di istruzione che assume come propria missione la creazione di istruzione di carattere generale demandando all’entrata nel mondo del lavoro la formazione dell’esperienza".
Il docente universitario rileva come i vari interventi legislativi, nel corso degli ultimi vent'anni, abbiano generato "una forte precarietà del lavoro, con conseguente accumulazione di esperienze lavorative di carattere generale e non specifiche. Se passi da un lavoro a un altro, impari le competenze generali (interagire con la clientela, rispettare regole e gerarchie, lavorare in team), ma poco delle esperienze lavorative specifiche a un certo posto di lavoro. In particolare, chi ha un livello di istruzione medio alto non riesce ad apprendere come fare bene il lavoro per cui ha studiato (giurista, economista, medico etc)".
L'attuazione di un'incisiva ed efficace politica economica per contrastare la disoccupazione continua ad essere difficoltosa e anche il Jobs Act non ha prodotto i risultati sperati una volta finiti gli incentivi per le imprese. L'autore, però, ritiene che migliorare la strategia dell'alternanza scuola-lavoro possa ancora dare utili risultati: "poiché piuttosto che agire sul mercato del lavoro con la flessibilità sarebbe bene agire sul sistema di istruzione favorendo esperienze on the job. Anche le politiche per l’impiego che si stanno realizzando con Garanzia giovani o altri programmi funzionano quando prevedono tirocini in azienda di una certa durata, come dimostrano diversi studi recenti. Spesso sono un trampolino di lancio verso l’occupazione soprattutto per alcune categorie di giovani. La via maestra sarebbe espandere l’apprendistato scolastico per chi tende ad abbandonare o vuole lavorare più che studiare. I tirocini servono anche all’università".

Canzone del giorno:  Would You Fight for My Love? (2014) - Jack White
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lunedì 18 giugno 2018

Congegno

Il cervello è un organo straordinario; comincia a lavorare dal momento in cui ti svegli la mattina e non smette fino a quando entri in ufficio.

Robert Frost (1874 - 1963)


Canzone del giorno: Pelle (1997) - Afterhourse
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sabato 16 giugno 2018

La nostra umanità

“Il principio fondamentale della medicina, da molti secoli a questa parte, è che tutte le vite hanno lo stesso valore. Non sempre noi che ci occupiamo di medicina teniamo fede a questo principio. Lo sforzo per colmare il divario tra aspirazione e realtà ha occupato l’intero corso della storia.
Ma quando questo divario viene messo in luce – quando si scopre che alcuni vengono curati peggio di altri, o non vengono curati affatto, perché non hanno i soldi o le conoscenze giuste, per la loro estrazione sociale, perché hanno la pelle scura o un cromosoma X in più – quanto meno ci vergogniamo. Al giorno d’oggi non è per niente facile sostenere che tutti siano ugualmente degni di rispetto. Eppure non è necessario provare simpatia o fiducia nei confronti di una persona per credere che la sua vita meriti di essere difesa. Pensare che tutte le vite abbiano lo stesso valore significa riconoscere che esiste un nucleo comune di umanità.
Se non si è aperti all’umanità delle persone, è impossibile curarle in modo adeguato. Per vedere la loro umanità occorre mettersi nei loro panni. Ciò richiede disponibilità a domandare alle persone come si trovano, in quei panni. Richiede curiosità nei confronti degli altri e del mondo.
Viviamo in un momento pericoloso, in cui ogni genere di curiosità – scientifica, giornalistica, artistica, culturale – è sotto attacco. Questo succede quando rabbia e paura diventano le emozioni prevalenti. Sotto la rabbia e la paura c’è spesso la fondata sensazione di essere ignorati e inascoltati, l’impressione diffusa che agli altri non importi come si sta nei nostri panni. E allora perché offrire la nostra curiosità a qualcun altro? Nel momento in cui perdiamo il desiderio di capire – di lasciarci sorprendere, di ascoltare e testimoniare – perdiamo la nostra umanità”.


Da un discorso di Atul Gawande, chirurgo statunitense, agli studenti di medicina pubblicato sul New Yorker il 2 giugno 2018. Traduzione di Silvia Pareschi (da internazionale.it)

Canzone del giorno: Humans Being (1996) - Van Halen
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mercoledì 13 giugno 2018

Post Scriptum Film

Hotel Gagarin

REGIA: Simone Spada
INTERPRETI: Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D'Amico, Philippe Leroy, Caterina Shulha 
SCENEGGIATURA: Simone Spada 
DURATA: 93'
USCITA: 24/5
"Signori, è stato un privilegio sognare con voi". Giuseppe Battiston, surreale protagonista di Hotel Gagarin, lungometraggio d'esordio di Simone Spada, esprime con gioia, ai suoi compagni di viaggio, la soddisfazione di avere trovato, in un angolo remoto della terra, un pezzettino di felicità.
D'altronde sulla locandina del film appare in ben evidenza la frase di Lev Tolstoj: "Se vuoi essere felice, comincia".
La voglia di vivere, di ritrovare uno spazio proprio e di abbandonare lo stress quotidiano per aggrapparsi al "calore" della fantasia, caratterizza un gruppo di sgangherati che si trasferiscono nelle gelida Armenia per girare un film.
I malcapitati non si rendono conto di essere caduti nelle grinfie di un pseudo produttore cinematografico che, aiutato da una complice che si finge responsabile della produzione (Barbora Bobulova), li spedisce in quel luogo lontano per raggirarli e intascare i contributi statali frutto di corruzione politica.
Un'elettricista in bolletta (Claudio Amendola), un fotografo in mano agli usurai (Luca Argentero), una "genuina" prostituta (Silvia D'Amico) e un "romantico" insegnante di storia (Giuseppe Battiston), costituiscono un variegato e ingenuo gruppo in grado di trasformare un fallimento in una resurrezione psicologica.
In un albergo sperduto fra la steppa innevata questi simpatici italiani non troveranno l'occasione della loro vita ma uno spazio tutto loro per rinascere, regalando genuini sogni agli abitanti del luogo grazie alla magia del cinema.
Una gradevole commedia italiana di fine stagione.

Canzone del giorno: Stupido Hotel (2001) - Vasco Rossi
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lunedì 11 giugno 2018

Popolo

«Non amo nessun popolo, o collettività. Né il popolo tedesco, né quello francese, né quello americano, né la classe operaia, né nulla di questo genere. Io amo solo i miei amici e la sola specie d’amore che conosco e in cui credo è l’amore per le persone».

Hannah Arendt, autrice di La banalità del male, in risposta alle critiche di Gershom Scholem, filosofo israeliano, che la accusò di non aver avuto cuore nell’occuparsi del loro popolo (citata in un articolo di Giulia Siviero - da il post.it).

Canzone del giorno: Love's Divine  (2003) - Seal
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sabato 9 giugno 2018

U Caravaggio

L’Italia è il primo Paese al mondo per numero di furti d’arte: 55 al giorno, quasi 20 mila all’anno. Un traffico illecito che vale, a livello globale, più di 9 miliardi di euro. Colpi con le armi in pugno o all’Arsenio Lupin, con il crimine organizzato spesso a tirar le fila.
È l’autunno del 1969. Nel cuore antico di Palermo alcuni uomini scardinano la serratura dell’oratorio di San Lorenzo. Tagliano con una lama il dipinto, lo arrotolano e lo caricano su un autocarro. Da allora il mistero avvolge una delle 70 opere dell’artista rivoluzionario, il genio della luce. La “Natività” del Caravaggio è in cima alla lista dei capolavori latitanti, il Matteo Messina Denaro dell’arte. Usata come scendiletto da Totò Riina, nascosta in una stalla, mangiata dai topi, mostrata come un trofeo nei summit della Cupola, distrutta in Irpinia durante il terremoto. 
Solo dopo quasi cinquant’anni di depistaggi arriva la svolta: «il furto maturò nell’ambiente dei piccoli criminali, ma l’importanza del quadro indusse i
massimi vertici di Cosa nostra a rivendicare l’opera» svela il collaboratore di giustizia Gaetano Grado alla Commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi.
“U Caravaggio” fu consegnato prima a Stefano Bontate, capo del mandamento “competente”, e poi a Gaetano Badalamenti all’epoca al vertice dell’organizzazione mafiosa. Don Tano, il padrino dei “cento passi” di Cinisi, «ne curò il trasferimento all’estero con la mediazione di un antiquario svizzero. Davanti al quadro si è messo a piangere».
È un racconto preciso quello di Grado che riconosce persino in fotografia l’intermediario di Lugano. È morto da tempo, ma il suo nome è un altro dettaglio prezioso per gli inquirenti. Anche Francesco Marino Mannoia, detto il chimico per la sua bravura nel raffinare eroina, ammette di aver fatto parte della batteria di ladri e ritratta la sua precedente dichiarazione: non l’ha bruciata. Oggi, scrive la Commissione, «si può ritenere, ed è un’acquisizione fondamentale, che l’opera non sia andata perduta». La tela, entrata nella Top Ten Art crimes stilata dell’Fbi, ha un valore di 20 milioni di dollari, ma per lo storico dell’arte Claudio Strinati: «è comunque difficile stabilire un prezzo sul mercato legale, essendo invendibile in quanto rubata».
La banalità del potere mafioso, capace di trattare un capolavoro d’arte come una cassetta di sigarette di contrabbando o una partita di droga. Tagliata in quattro parti sarebbe stata trasferita in Svizzera, smistata e venduta sul mercato clandestino. La bellezza sottratta e la mafia che lucra. «Con il traffico di opere ci manteniamo la famiglia», scrive in un pizzino Matteo Messina Denaro. Pochi rischi, massimo guadagno, nessuna tracciabilità, come per i Vincent Van Gogh trafugati dal museo di Amsterdam e ritrovati a casa del ras del narcotraffico Raffaele Imperiale. Li conservava in cantina, dietro agli scaffali. L’arte non l’amava affatto, era solo riciclaggio. Valevano un centinaio di milioni. (…)

La banca dati dei carabinieri contiene oltre un milione di oggetti da ritrovare. L’impegno però si scontra con i criminali che sanno di correre pochi rischi a fronte di enormi guadagni. Il principale strumento normativo è infatti il Codice dei beni culturali, meno incisivo di quello penale. In ballo c’era un disegno di legge, approvato già alla Camera, ma la legislatura è terminata. E intanto il museo del crimine continua ad arricchirsi, rubandoci memoria e cultura.

Floriana Bulfon, L’Espresso (20/4/2018)

Canzone del giorno: Allarme (1983) - New Trolls
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mercoledì 6 giugno 2018

Sogna


«Un libro sogna. Il libro è l'unico oggetto inanimato che possa avere sogni»

                                               Ennio Flaiano (1910 – 1972) - Diario degli errori, 1976

Canzone del giorno: Sweet Dreams (1983) - Eurythmics
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lunedì 4 giugno 2018

Dioscuri e matricole

«Ma Tria qual è? Quello col riporto?». «No, Tria è pelatino». «Eccolo» risolve il fotografo puntando Bonisoli. «No, lui è un nordico amico di Casaleggio, Tria parla romano». «E famolo parlà! Tria, guardi qui!».
Per un’ora sola si fa struggente al Quirinale la nostalgia per le vecchie esecrate facce, per un unico motivo: erano appunto vecchie, quindi risapute. Questi invece nessuno sa chi siano, tranne Giulia Bongiorno, Enzo Moavero e pochi altri: Toninelli ministro delle Infrastrutture che non vuole le Infrastrutture, Giulia Grillo alla Salute che non vuole i vaccini. Il primo sconosciuto è il premier Conte, che si sente in dovere di precisare: «Non siamo marziani, ve ne accorgerete».
Ma ecco finalmente i dioscuri, e subito si capisce che, se l’alleanza può essere provvisoria (ma forse no), il feeling è certo autentico. Salvini pare il fratello maggiore. Un po’ ingobbito come sempre nelle occasioni istituzionali, giacca troppo stretta per essere abbottonata, calzini a righe blu scuro e azzurro elettrico; la cravatta verde è tutto quel che resta della Padania. Entra insieme con il fratello minore Di Maio e gli si siede accanto, chiacchiera con lui tutto il tempo senza badare alla lettura del labiale, ride con lui, lo cerca con lo sguardo. Di Maio contraccambia. È salito al Quirinale in un taxi-van con i compagni di partito, ancora increduli. (…)
Il nostro nuovo presidente del Consiglio è l’ultimo dandy. Al confronto Philippe Daverio è trascurato, Oscar Giannino suo mancato compagno di studi in America è quasi casual. Elegantissimo, compassato, Giuseppe Conte si accarezza i capelli che Carlo Freccero qui presente assicura essere tinti. È l’unico a firmare con la propria stilografica anziché con la penna d’ordinanza del Quirinale. Il Guardasigilli Bonafede — amato dai giornalisti in quanto grillino umano: saluta, risponde al telefono — se lo mangia con gli occhi, legittimamente fiero di averlo scoperto. Ancora ieri teneva lezione alle matricole a Firenze, oggi riceve le congratulazioni di Putin. Al fianco di Conte, Mattarella è l’unico al secondo giuramento, insieme con Moavero, ministro con Monti (e poi Letta) e Savona, salito al Colle un quarto di secolo fa ai tempi di Ciampi, oggi molto abbronzato, con cravatta salmone, orologione di marca, occhialini pince-nez. Il vestito è un po’ largo, il professore a differenza di Salvini dev’essere dimagrito. L’incontro Savona-Mattarella è il momento clou, i fotografi si scatenano, il padrone di casa stringe e trattiene la mano dell’avversario, gli parla a lungo, non era niente di personale, l’altro dice solo: «Grazie presidente». (…)Di Maio e Salvini, sempre insieme; poi si spostano al Quirinale per il ricevimento. Mattarella è decisamente sollevato, anche se deve dare retta a tutti e si è formata una fila chilometrica per salutarlo. Il ministro Centinaio, che il 25 aprile festeggia «solo San Marco», riconosce invece il 2 giugno e si mette disciplinatamente in coda, con le basette lunghe e il sorriso felice. Di Maio riceve l’omaggio di Marco Alverà della Snam e di altri manager da riconfermare o da nominare. Salvini si offre ai selfie. Quelli di Forza Italia l’hanno presa male. «Il governo pare una sede distaccata della Casaleggio&Associati» sibila la Gelmini. Sfumato il giudizio di Brunetta: «Un governo di merda. Tranne Moavero e tranne lui, s’intende» dice indicando l’amico Tria. Il ministro dell’Economia è garbato, occhiali Dolce&Gabbana, modi trattenuti; conversa con Padoan e Giorgio La Malfa. Tace Gianni Letta, ma è evidente che considera l’alleanza finita, la Lega è andata davvero con i 5 Stelle.
Arriva un po’ di Pd dalla piazza convocata per sostenere Mattarella, che se l’è cavata benissimo da solo. Renzi è già in Cina. Matteo Colaninno assicura: «Meglio che Conte ce l’abbia fatta, serviva un governo che avesse la fiducia per placare i mercati; poi si vedrà». Salvini confida a un amico: «Sono preoccupatissimo». Non si riferisce agli Interni, anzi non vede l’ora di cominciare; lo preoccupano l’economia, il debito, l’Iva che Tria vorrebbe aumentare, la legge Fornero che Tria vorrebbe mantenere, i cento miliardi da spendere che proprio non si trovano. Un fotografo mormora al collega: «Tra un anno e mezzo arriva Draghi».

                                                                                                            Aldo Cazzullo, Corriere della Sera (2/6/2018)

Canzone del giorno: I Swear (1994) - John Michael Montgomery
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sabato 2 giugno 2018

Machiavelli

Mauro Biani, da google.it
















Canzone del giorno: I Give Up  (2004) - Heart
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venerdì 1 giugno 2018

Playlist Maggio 2018


1.      Bob Dylan, Masters of  Wars  (The Freewheelin’Bob Dylan – 1963) – Spese militari
2.      Iggy Pop, The Passenger  (Lust for Life – 1977) – Il viaggiatore
3.      Bob Seger & The Silver Bullet Band, Mainstreet  (Night Moves – 1976) – Urne
4.      Giovanni Allevi, Oxygen  (Equilibrum – 2017) – Il bene
5.      Holly Valance, Kiss Kiss  (Footprints – 2002) – Salvimaio
6.      Banco del Mutuo Soccorso, Niente  (Canto di primavera – 1979) – Niente
7.      Francesco Guccini, Black-out  (Metropolis – 1981) –  Smartphone
8.      Red Hot Chili Peppers, Parallel Univers  (Californication – 2001) –  Clausura social
9.      Tori Amos, Caught a Lite Sneeze  (Boys For Pele – 1996) – Starnuto
10.  John Legend ft. Miguel, Overload  (Darkness and Light – 2006) – Sovraccarico
11.  Crosby, Stills, Nash & Young, Teach Your Children(Déja Vu – 1970) –  Mi hanno insegnato così
12.  The Jam, In The Crowd  (All Mod Cons – 1978) – Folla
13.  Queen, Keep Passing the Open Windows  (The Works – 1984) – Scenari