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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

mercoledì 27 giugno 2018

Azzardo

Nella città di Roma, due ragazzi su tre (66,3%) tra i 13 e i 17 anni, ’giocano’ d’azzardo almeno una volta all’anno; il 36,3% ha dichiarato di essere giocatore abituale, più della metà sono ’giocatori assidui’ di scommesse sportive, gratta e vinci, slot machine, concorsi a premi. Sono i drammatici numeri della ricerca ’Adolescenti e azzardo: cresceranno dipendenti?’ realizzata dalla Caritas di Roma su 1.600 giovani nelle scuole e nelle parrocchie della Capitale. (...)
Il dossier della Caritas è purtroppo ricchissimo di cifre preoccupanti. Il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il Gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% le Lotterie, l’87,5% le scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo. «Tutti i ragazzi romani sanno tutto sull’azzardo. È una vera situazione emergenziale», commenta Elisa Manna, responsabile del Centro studi della Caritas. «Evidentemente – si legge nella ricerca – i fattori protettivi non stanno funzionando. Se pensiamo che il gioco d’azzardo è vietato ai minori in maniera inderogabile in ragione della maggiore vulnerabilità ed esposizione al rischio di dipendenza e di alterazione della salute che i ragazzi subiscono, proprio a causa delle caratteristiche dell’età, la gravità di queste cifre appare ancora più preoccupante». (...)
«L’azzardo ti porta a pensare che i problemi si risolvono con un colpo di fortuna – riflette monsignore Enrico Feroci, direttore della Caritas romana -. Questo è deleterio per il singolo e per l’intera società perché non la fa crescere, la distrugge. Quanto tempo, quanti soldi tolti ad altri impegni! E invece non ce ne rendiamo conto, anzi incentiviamo l’azzardo».
Così quasi il 90% dei ragazzi definisce l’azzardo «un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Nessuno o quasi ha citato termini come svago, abilità, competenze, rischio, pericolo. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che «stando attenti» non succede niente, il 16,1% sostiene che se si è fortunati non succede niente di male e si possono fare i soldi. In sostanza prevale l’idea tra i ragazzi di una certa normalità dell’azzardo, e solo il 13,6% dichiara che andrebbe vietato.

Antonio Maria Mira, Avvenire (27/6/2018)


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