Nella città di Roma, due ragazzi su tre (66,3%) tra i 13 e i 17 anni, ’giocano’ d’azzardo almeno una volta all’anno; il 36,3% ha dichiarato di essere giocatore abituale, più della metà sono ’giocatori assidui’ di scommesse sportive, gratta e vinci, slot machine, concorsi a premi. Sono i drammatici numeri della ricerca ’Adolescenti e azzardo: cresceranno dipendenti?’ realizzata dalla Caritas di Roma su 1.600 giovani nelle scuole e nelle parrocchie della Capitale. (...)
Il dossier della Caritas è purtroppo ricchissimo di cifre preoccupanti. Il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il Gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% le Lotterie, l’87,5% le scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo. «Tutti i ragazzi romani sanno tutto sull’azzardo. È una vera situazione emergenziale», commenta Elisa Manna, responsabile del Centro studi della Caritas. «Evidentemente – si legge nella ricerca – i fattori protettivi non stanno funzionando. Se pensiamo che il gioco d’azzardo è vietato ai minori in maniera inderogabile in ragione della maggiore vulnerabilità ed esposizione al rischio di dipendenza e di alterazione della salute che i ragazzi subiscono, proprio a causa delle caratteristiche dell’età, la gravità di queste cifre appare ancora più preoccupante». (...)
«L’azzardo ti porta a pensare che i problemi si risolvono con un colpo di fortuna – riflette monsignore Enrico Feroci, direttore della Caritas romana -. Questo è deleterio per il singolo e per l’intera società perché non la fa crescere, la distrugge. Quanto tempo, quanti soldi tolti ad altri impegni! E invece non ce ne rendiamo conto, anzi incentiviamo l’azzardo».
Così quasi il 90% dei ragazzi definisce l’azzardo «un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Nessuno o quasi ha citato termini come svago, abilità, competenze, rischio, pericolo. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che «stando attenti» non succede niente, il 16,1% sostiene che se si è fortunati non succede niente di male e si possono fare i soldi. In sostanza prevale l’idea tra i ragazzi di una certa normalità dell’azzardo, e solo il 13,6% dichiara che andrebbe vietato.
Antonio Maria Mira, Avvenire (27/6/2018)
Il dossier della Caritas è purtroppo ricchissimo di cifre preoccupanti. Il 94,8% dei ragazzi intervistati conosce il Gratta e vinci, quasi il 90% il Lotto e il Superenalotto, l’89% le Lotterie, l’87,5% le scommesse sportive, l’86,8% le slot machine, l’84,1% il Bingo. «Tutti i ragazzi romani sanno tutto sull’azzardo. È una vera situazione emergenziale», commenta Elisa Manna, responsabile del Centro studi della Caritas. «Evidentemente – si legge nella ricerca – i fattori protettivi non stanno funzionando. Se pensiamo che il gioco d’azzardo è vietato ai minori in maniera inderogabile in ragione della maggiore vulnerabilità ed esposizione al rischio di dipendenza e di alterazione della salute che i ragazzi subiscono, proprio a causa delle caratteristiche dell’età, la gravità di queste cifre appare ancora più preoccupante». (...)
«L’azzardo ti porta a pensare che i problemi si risolvono con un colpo di fortuna – riflette monsignore Enrico Feroci, direttore della Caritas romana -. Questo è deleterio per il singolo e per l’intera società perché non la fa crescere, la distrugge. Quanto tempo, quanti soldi tolti ad altri impegni! E invece non ce ne rendiamo conto, anzi incentiviamo l’azzardo».
Così quasi il 90% dei ragazzi definisce l’azzardo «un’attività in cui si utilizza del denaro per vincerne altro, affidandosi alla fortuna». Nessuno o quasi ha citato termini come svago, abilità, competenze, rischio, pericolo. Il 38,5% riconosce l’esistenza di rischi ma afferma che «stando attenti» non succede niente, il 16,1% sostiene che se si è fortunati non succede niente di male e si possono fare i soldi. In sostanza prevale l’idea tra i ragazzi di una certa normalità dell’azzardo, e solo il 13,6% dichiara che andrebbe vietato.
Antonio Maria Mira, Avvenire (27/6/2018)
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