L’adozione del modello svedese nella lotta al contante potrebbe portare all’emersione di oltre 160 miliardi, pari a 10,5 punti percentuali di sommerso del Pil italiano. Oppure secondo una ipotesi più prudenziale in linea con la media Ue nell’utilizzo delle carte di pagamento si potrebbero recuperare circa 40 miliardi. Parecchi multipli di quei 5,1 miliardi di nuove entrate indicati come obiettivo nella nota di aggiornamento del Def attraverso «misure allo studio che mirano a ridurre l’evasione di alcune imposte, in particolare le indirette» ossia l’Iva. Risorse facilmente recuperabili con l’affermazione dei pagamenti digitali come avviene da anni nel Nord Europa, regione all’avanguardia nella lotta alle banconote. (...)
Danimarca, Svezia e Finlandia sono le nazioni con il più alto tasso di utilizzo delle tessere di pagamento rispettivamente con 300, 290 e 259 transazioni pro-capite l’anno contro le 37 per persona in Italia. In Svezia la massa circolante è così calata di circa il 40% negli ultimi sette anni – evidenzia il rapporto della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti – mentre nell’ultimo decennio i prelievi al bancomat sono calati di quasi il 50%. La dematerializzazione del contante è una realtà consolidata in Svezia dove nelle chiese le offerte si raccolgono con il Pos e 3mila cittadini si sono fatti impiantare sotto la pelle della mano un chip Nfc per pagare contactless il biglietto del treno e le altre spese. Analogamente solo un quinto degli svedesi paga in cash durante gli acquisti nei negozi. Il report evidenza che il 26% dei commercianti svedesi interpellati potrebbe continuare ad accettare contanti fino al 2020, un altro quarto fino al 2025 per finire con un terzo dopo il 2030.
«Già dagli anni ’60, tutte le società svedesi pagavano ai dipendenti lo stipendio in modo elettronico – ricorda Lorenzo Tavazzi, responsabile Area scenari e intelligence di Ambrosetti e Project leader della Community Cashless Society -. L’estinzione delle banconote in Svezia è dovuta all’alto livello tecnologico raggiunto dal Paese soprattutto nel mobile payment, combinato con la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione condotta a livello governativo».
Enrico Netti, il Sole 24 Ore (9/10/2017)
Danimarca, Svezia e Finlandia sono le nazioni con il più alto tasso di utilizzo delle tessere di pagamento rispettivamente con 300, 290 e 259 transazioni pro-capite l’anno contro le 37 per persona in Italia. In Svezia la massa circolante è così calata di circa il 40% negli ultimi sette anni – evidenzia il rapporto della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti – mentre nell’ultimo decennio i prelievi al bancomat sono calati di quasi il 50%. La dematerializzazione del contante è una realtà consolidata in Svezia dove nelle chiese le offerte si raccolgono con il Pos e 3mila cittadini si sono fatti impiantare sotto la pelle della mano un chip Nfc per pagare contactless il biglietto del treno e le altre spese. Analogamente solo un quinto degli svedesi paga in cash durante gli acquisti nei negozi. Il report evidenza che il 26% dei commercianti svedesi interpellati potrebbe continuare ad accettare contanti fino al 2020, un altro quarto fino al 2025 per finire con un terzo dopo il 2030.
«Già dagli anni ’60, tutte le società svedesi pagavano ai dipendenti lo stipendio in modo elettronico – ricorda Lorenzo Tavazzi, responsabile Area scenari e intelligence di Ambrosetti e Project leader della Community Cashless Society -. L’estinzione delle banconote in Svezia è dovuta all’alto livello tecnologico raggiunto dal Paese soprattutto nel mobile payment, combinato con la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione condotta a livello governativo».
Enrico Netti, il Sole 24 Ore (9/10/2017)
Canzone del giorno: Cash In Your Face (1980) - Stevie Wonder
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