Strage a Parigi nella sede del
giornale satirico «Charlie Hebdo».
I terroristi islamici uccidono 12 persone. Tra
questi il direttore Stephane Charbonnier, due poliziotti e i giornalisti e
disegnatori che, in quel momento, si trovavano in redazione.
Una barbara mattanza che terrorizza l’Europa. Un
attacco contro i valori fondamentali della nostra società.
Un attacco alla libertà.
Scrive Miche
Serra su Repubblica: “Non è vero che a Charlie Hebdo niente è
sacro. Sacra, in quel vecchio giornale parigino, è la libertà. Danzava, la
libertà, allegra e nuda come le donnine di Wolinsky, attorno alla fragile
trincea di scrivanie coperte di carta, matite, giornali, pennarelli (l’arsenale
delle vittime) sulle quali sono caduti gli impenitenti artisti della satira
francese, molti dei quali anziani, freddati dai loro giovani assassini.
Ragazzi bigotti che uccidono vecchi
libertini. Autori di lungo corso come Georges Wolinsky, Charb, Cabu, usciti
indenni da cento processi per oscenità, scampati a licenziamenti, fallimenti e
censure, sopravvissuti perfino alle tante rissose diaspore interne al mondo
(litigiosissimo) del giornalismo satirico, per poi morire così, macellati da
due imbecilli sanguinari che della libertà niente possono e vogliono sapere: la
libertà sta ai fanatici come la bicicletta ai pesci. (…) Le vittime di questa
carneficina avevano tutte, metaforicamente o nella realtà, la matita in mano.
E’ la matita, in questo vero e proprio Ground Zero della libertà di stampa, il
minimo eppure potentissimo grattacielo abbattuto. Mettetevi una matita nel
taschino, nei prossimi giorni, per sentirvi più vicini a Charlie, anche se non
l’avete mai letto, anche se la satira vi piace così così, e la trovate
eccessiva o sguaiata o provocatoria.
Salutiamo con un sorriso aperto — loro
non vorrebbero di meglio — quella gente appassionata, intelligente e inerme, il
direttore Charb (Stéphane Charbonnier), Cabu (Jean Cabus), Tignous (Berdard
Verlhac), Georges Wolinsky, ingoiati dal buco nero dell’odio politico-religioso
insieme al giornalista Bernard Maris, ad altri cinque compagni di lavoro e a
due agenti di polizia. Provate a immaginare, per prendere le misure della
strage di rue Nicolas- Appert, se i vignettisti che ogni giorno vi fanno
ragionare o ridere sui giornali italiani venissero falciati tutti o quasi da un
pogrom di fanatici, lasciando vuoto, sulla pagina, quel quadrato così superfluo
e così indispensabile. Non dimentichiamoci mai, neanche per un secondo, come
profuma di buono la libertà, e quanto siamo debitori, come europei, alla
Francia e a Parigi”.
Canzone del giorno: Hurt (2003) - Johnny Cash
Clicca e ascolta: Hurt....