Di recente si è ritornato a parlare di “decreti attuativi" a seguito
di un'inchiesta
pubblicata dal Sole 24 Ore.
La Legge-delega é un forte strumento di potere
nelle mani del Governo. Essa in
sè, però, non contiene praticamente le norme
che, invece, devono essere scritte attraverso una serie di decreti attuativi.
Sono, quindi, questi ultimi che riescono ad
attuare quanto genericamente stabilito. Soltanto in questo modo alcune leggi
possono trovare concreta applicazione.
Il Sole 24 Ore rileva che "per rendere
efficaci le manovre degli ultimi tre governi sul fronte economico restano da
varare 585 decreti attuativi, oltre la metà del totale. Se infatti l’esecutivo
Renzi ha accelerato sullo smaltimento delle misure previste dai predecessori
Monti e Letta, le nuove riforme hanno anche portato un bagaglio di nuovi
decreti attuativi: solo l’ultima legge di Stabilità necessita di 119 interventi
attuativi. Rispetto a due mesi fa il tasso di attuazione registra un leggero
arretramento: dal 52,7 al 46,9%”.
Il monitoraggio eseguito dal quotidiano economico è
interessante sul fronte dell'impegno governativo per tentare di trasformare la
democrazia delle parole in democrazia dell'attuazione delle leggi.
È la solita vecchia storia: ogni cambiamento tocca
particolari interessi e l'eccessiva burocratizzazione del nostro sistema
ostacola, spesso, le riforme volute dal legislatore.
Nell'editoriale a commento dell'inchiesta, Guido
Gentile descrive il tutto in maniera chiara, definendolo: "Un moto
circolare che è del resto un frutto tipico del riformismo all’italiana: si
parte a gran velocità, poi si decelera, infine ci si ferma. Per poi
ricominciare daccapo e ripiombare, tra task-force, piani-tampone e compromessi
al ribasso, nelle sabbie mobili dell’attuazione parzialmente o totalmente
mancata".
Canzone del giorno: Practice What You Preach (1994) - Barry White
Clicca e ascolta: Practice....