REGIA: Tim Burton
INTERPRETI: Amy Adams, Chrisoph Watz, Dunny Huston, Krysten Ritten
SCENEGGIATURA: Scott Alexander, Larry Karaszewski
DURATA: 105'
USCITA:
Niente cupe immagini in bianco e nero.
Assenti le tipiche figure grottesche da horror gotico.
Per nulla presente la caratteristica atmosfera dark che ha arricchito parte della sua migliore filmografia.
Da un regista visionario come Tim Burton, é chiaro che ci si aspetti quel tratto peculiare in più che, nel suo ultimo film Big Eyes, sembra proprio non esserci.
Nonostante la bravura di Amy Adams e di Christoph Waltz, coppia protagonista in grande forma, l'opera appare fin troppo tradizionale sia nello stile sia nella narrazione.
Eppure la storia è interessante e riguarda una delle più grandi frodi che la storia dell'arte ricordi, avvenuta negli Stati Uniti negli anni '50. Walter Kane per tanti anni riuscì a spacciarsi per l'autore dei quadri che, invece, erano dipinti da sua moglie Margaret. Lei sapeva dipingere degli originali bambini dal volto triste e gli occhi enormi. Lui sapeva fare il venditore e portò all'estrema popolarità i quadri con furbissime operazioni di marketing.
La splendida fotografia di Bruno Delbonnel, i colori incisivi, l'accurata ricostruzione d'epoca e, come già detto, l'ottima prova degli attori, non riescono da soli a dare un ritmo adeguato al film.
Tim Burton ha preferito una costruzione classica e, probabilmente, siamo in tanti coloro che avrebbero preferito un’attenzione in più al dramma psicologico della protagonista con scene più entusiasmanti e originali. Proprio per questo Amy Adams che vaga smarrita con il carrello in un supermercato, assalita dalla visione di tanti clienti dalle iridi assurde e gigantesche, diviene una finzione godibilissima che ha a che fare con la mercificazione dell'arte ma, soprattutto, con l’ossessività peculiare del regista.
Proprio queste scene, autenticamente burtoniane, sono quelle che avremmo desiderato più presenti in Big Eyes.
Canzone del giorno: Living Eyes (1981) - Bee Gees
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