Dicono gli economisti Alberto Alesina e Francesco
Giavazzi, sul Corriere della Sera,
che la legge di Stabilità del governo Renzi è poco incisiva: «una legge partita con buone intenzioni si
è trasformata in una manovra irrilevante per la crescita. Perché? Il problema
è che l’impegno di Renzi è durato lo spazio di un mattino. Approvata la
legge, e difesala a Bruxelles, il premier, anziché seguirla passo passo, se ne
è disinteressato e si è occupato d’altro: di legge elettorale e di riforme
istituzionali. Riformare lo Stato non è tempo perso: serve a governare meglio,
anche l’economia. Ma nell’emergenza in cui ci troviamo non possiamo
permettercelo: il tempo stringe, tutte le forze vanno destinate a far
riprendere la crescita, altrimenti avremo un Paese magari con istituzioni
migliori, ma dissanguato».
Difficile
più che mai trovare il bandolo della matassa, l’elemento appropriato che
permetta di chiarire la situazione e, soprattutto, di risolvere il problema. Un sistema che continua a trovarsi impelagato in una strada buia.
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