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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 28 dicembre 2012

Punti di vista

 Maurits Cornelis Escher
Tutto dipende dai punti di vista.
Angolazioni diverse, osservazioni diverse.
Per gli abitanti del mondo occidentale il 2012 sarà ricordato come un anno problematico (se non, addirittura, nefasto!).
Per gli italiani, per non parlare di greci e spagnoli, il forte peggioramento delle condizioni di vita materiale non consente di osannare oltre misura l’anno che volge al termine.
Tempi amari, crisi che morde e futuro incerto.
Potrebbe apparire stravagante, quindi, ritenere il 2012 come l’anno più felice nella storia dell’umanità.
Il settimanale britannico “The Spectator”, invece, invita tutti quanti a guardare la scena da un’altra prospettiva e verificare come esistono sulla terra centinaia di Paesi dove le cose non sono andate proprio così male.
Ecco alcuni esempi: nei paesi in via di sviluppo milioni di persone sono usciti dalla povertà in maniera più veloce che negli anni precedenti. La diseguaglianza tra Paesi ricchi e Paesi poveri si riduce sempre più.
Il numero dei morti a causa di guerre e calamità naturali si è abbassato notevolmente.
L’autore dell’articolo ci ricorda che «La guerra è stata storicamente il più grande assassino dell'umanità.  Oggi nella maggior parte del mondo, una generazione sta crescendo senza conoscerla».
I progressi della medicina e della tecnologia permettono di vivere più a lungo. Basti pensare come l’aspettativa di vita media in Africa abbia raggiunto i 55 anni (dieci anni fa si fermava a 50 anni) e siano diminuiti in modo progressivo sia i morti per Aids sia per malaria.
Un’analisi in controtendenza che evidenzia come anche nel mondo occidentale sussistono ottime ragioni per non lamentarsi troppo, se si tiene conto, ad esempio, dei progressi in campo medico-sanitario e dello sviluppo tecnologico.
The Spectator sostiene che le paure che abbiamo oggi non sono molto diverse da quelle di cinquant’anni fa quando, dopo la crisi dei missili a Cuba, «le coppie si domandavano se fosse responsabile avere dei figli quando il futuro sembrava così buio» e una guerra nucleare poteva scoppiare da un momento all’altro.
Un pizzico di ottimismo in più, anche (e sopratutto!) in momenti grigi come gli attuali, non fa mai male: «Vale la pena di ricordare che, a dispetto di tutti i nostri problemi, le forze di pace, il progresso e la prosperità sono prevalenti».

Canzone del giorno: Angles (2012) - Lee Ranaldo 
Clicca e ascolta: Angles....