Maurits Cornelis Escher |
Tutto dipende dai punti di vista.
Angolazioni diverse, osservazioni diverse.
Per gli abitanti del mondo occidentale il 2012 sarà ricordato come un anno
problematico (se non, addirittura, nefasto!).
Per gli italiani, per non parlare di greci e spagnoli, il forte
peggioramento delle condizioni di vita materiale non consente di osannare oltre
misura l’anno che volge al termine.
Tempi amari, crisi che morde e futuro incerto.
Potrebbe apparire stravagante, quindi, ritenere il 2012 come l’anno più
felice nella storia dell’umanità.
Il settimanale britannico “The
Spectator”, invece, invita tutti quanti a guardare la scena da un’altra
prospettiva e verificare come esistono sulla terra centinaia di Paesi dove le
cose non sono andate proprio così male.
Ecco alcuni esempi: nei paesi in via di sviluppo milioni di persone sono usciti
dalla povertà in maniera più veloce che negli anni precedenti. La
diseguaglianza tra Paesi ricchi e Paesi poveri si riduce sempre più.
L’autore dell’articolo ci ricorda che «La guerra è stata storicamente il più grande assassino
dell'umanità.
Oggi nella maggior parte del mondo,
una generazione sta crescendo senza conoscerla».
I progressi della medicina e della tecnologia permettono di vivere più a
lungo. Basti pensare come l’aspettativa di vita media in Africa abbia raggiunto
i 55 anni (dieci anni fa si fermava a 50 anni) e siano diminuiti in modo
progressivo sia i morti per Aids sia per malaria.
Un’analisi in controtendenza che evidenzia come anche nel mondo occidentale
sussistono ottime ragioni per non lamentarsi troppo, se si tiene conto, ad
esempio, dei progressi in campo medico-sanitario e dello sviluppo tecnologico.
The Spectator sostiene che le paure che abbiamo oggi non sono molto diverse da quelle di
cinquant’anni fa quando, dopo la crisi dei missili a Cuba, «le coppie si domandavano se fosse
responsabile avere dei figli quando il futuro sembrava così buio» e una
guerra nucleare poteva scoppiare da un momento all’altro.
Un pizzico di ottimismo in più, anche (e sopratutto!) in momenti grigi come
gli attuali, non fa mai male: «Vale la
pena di ricordare che, a dispetto di tutti i nostri problemi, le forze di pace,
il progresso e la prosperità sono prevalenti».