Viviamo nel tempo; il tempo ci forgia e ci contiene, eppure non ho mai avuto la sensazione di capirlo fino in fondo.
Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all’eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic toc.
Esiste al mondo una cosa piú ragionevole di una lancetta dei secondi?
Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere.
Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai piú.
Non mi riferisco alle varie teorie su curvature e accelerazioni né all’eventuale esistenza di dimensioni parallele in un altrove qualsiasi. No, sto parlando del tempo comune, quotidiano, quello che orologi e cronometri ci assicurano scorra regolarmente: tic tac, tic toc.
Esiste al mondo una cosa piú ragionevole di una lancetta dei secondi?
Ma a insegnarci la malleabilità del tempo basta un piccolissimo dolore, il minimo piacere.
Certe emozioni lo accelerano, altre lo rallentano; ogni tanto sembra sparire fino a che in effetti sparisce sul serio e non si presenta mai piú.
Julian Barnes, Il senso di una fine (Einaudi, 2012)
Canzone del giorno: Il Tempo che verrà (2012) - Arisa
Clicca e ascolta: Il Tempo....