“Io sono spaventato dalla depressione del desiderio che vedo arrivare. La ripresa la fanno le persone, non il governo. Se lo stato ti dà i soldi per comprare una bicicletta, il denaro per pagare la baby sitter, gli incentivi per andare in vacanza, se cioè si preoccupa di non farti mancare niente, uccide l’iniziativa. Castra la libido. Il desiderio nasce dall’assenza. La pioggia di bonus, invece, lo spegne. Raffredda lo slancio. Inibisce la carica erotica del Paese. Non ci credo a questa storia che i Dpcm, la decretazione d’urgenza, tutto il repertorio giuridico dell’emergenza, incideranno nei rapporti tra il parlamento e il governo, danneggiando la Costituzione. Nel caso so che potremmo contare su un certo numero di cani da guardia. Quello che mi preoccupa è la costituzione psicologica dell’Italia. Perché la società non è fatta di circolari, di ordinanze, di protocolli. È fatta di testa, mani, rabbia, fantasia, ansia, voglia. Uno Stato che non sollecita le imprese del singolo, non incita l’attività, scoraggia i progetti, produce inerzia, attesa, rassegnazione. Nessuno si è mai ripreso così”.
Non la preoccupa neanche la crisi economica?
Mi preoccupa l’idea che sarà lo Stato a tirarci fuori da questa situazione. Ho sentito più volte accostare il dopo pandemia al secondo dopoguerra. Molti dimenticano che la ricostruzione non l’ha fatta il governo. L’hanno fatta milioni di persone. Chi costruendo una casa, chi tirando su un’azienda, chi facendo una stradina per raggiungere un pezzo di terra.
Lo Stato non doveva intervenire?
Negli anni della ricostruzione, lo Stato si è mobilitato per fare ciò che i singoli non potevano fare. Infrastrutture, sistemi industriali, reti elettriche. Questo dovrebbe essere lo spazio dell’intervento statale anche oggi: fornire strumenti per stimolare l’iniziativa imprenditoriale, non distribuire sovvenzioni ad personam, soffocando la vitalità degli individui.
In realtà, c’è chi lamenta che i soldi siano stati solo promessi.
Ma, dal punto di vista della psicologia sociale, promettere equivale a erogare. L’annuncio mette in moto un’onda di soddisfazione che fa calare il desiderio, soffocando il bisogno di cui si nutre. Il capitalismo avanzato è un maestro in materia. Moltiplicando la disponibilità di beni, ne diminuisce la desiderabilità. Se posso avere tutto, non ho voglia di niente. Il fenomeno è stato studiato a lungo. Però chi ci governa oggi non sembra essersene interessato. Hanno pensato a tutto, dal monopattino agli hotel in cui andremo questa estate. Facendo immediatamente passare la voglia, sia dell’uno sia dell’altro.
da un'intervista al sociologo Giuseppe De Rita (Nicola Mirenzi, HuffPost - 17/5/2020)
Non la preoccupa neanche la crisi economica?
Mi preoccupa l’idea che sarà lo Stato a tirarci fuori da questa situazione. Ho sentito più volte accostare il dopo pandemia al secondo dopoguerra. Molti dimenticano che la ricostruzione non l’ha fatta il governo. L’hanno fatta milioni di persone. Chi costruendo una casa, chi tirando su un’azienda, chi facendo una stradina per raggiungere un pezzo di terra.
Lo Stato non doveva intervenire?
Negli anni della ricostruzione, lo Stato si è mobilitato per fare ciò che i singoli non potevano fare. Infrastrutture, sistemi industriali, reti elettriche. Questo dovrebbe essere lo spazio dell’intervento statale anche oggi: fornire strumenti per stimolare l’iniziativa imprenditoriale, non distribuire sovvenzioni ad personam, soffocando la vitalità degli individui.
In realtà, c’è chi lamenta che i soldi siano stati solo promessi.
Ma, dal punto di vista della psicologia sociale, promettere equivale a erogare. L’annuncio mette in moto un’onda di soddisfazione che fa calare il desiderio, soffocando il bisogno di cui si nutre. Il capitalismo avanzato è un maestro in materia. Moltiplicando la disponibilità di beni, ne diminuisce la desiderabilità. Se posso avere tutto, non ho voglia di niente. Il fenomeno è stato studiato a lungo. Però chi ci governa oggi non sembra essersene interessato. Hanno pensato a tutto, dal monopattino agli hotel in cui andremo questa estate. Facendo immediatamente passare la voglia, sia dell’uno sia dell’altro.
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