nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

martedì 27 febbraio 2018

Mostrocrazia

L’incredibile decisione della neve di scendere in inverno su Roma senza richiedere preventiva autorizzazione all’autorità competente ha prodotto qualche piccolo inghippo nella macchina solitamente impeccabile dei trasporti. Code da esodo biblico in aeroporti e stazioni, tabelloni di arrivi e partenze decrittabili solo da un esperto di scrittura sumera, passeggeri accampati intorno ai bivacchi di hamburger, in attesa del nulla. Gli italiani hanno maturato una sensibilità zen nell’affrontare i disagi. E sarebbero disposti a perdonare i dispetti della natura, se a essi non si aggiungessero quelli della burocrazia. Nei loro appassionati messaggi, i lettori raccontano di conversazioni surreali con il personale. Ore di attesa per sentirsi dire che il viaggio era cancellato e che per prendere il biglietto del successivo bisognava mettersi in coda da un’altra parte.
Possibile che nessun Bill Gates abbia ancora inventato un programma che consenta allo stesso operatore di fare due operazioni diverse? Naturalmente sì. Ma ogni burocrazia prolifera sullo sminuzzamento delle competenze, che dà un senso alla sua struttura pletorica, anche se il prezzo da pagare è la paralisi. L’impiegato, persino quello attraversato da scariche periodiche di umanità, ha il terrore di uscire dal proprio perimetro. E la paura di inimicarsi i suoi superiori lo porta a infierire sui clienti, che in fondo sono solo coloro che gli pagano lo stipendio.

Massimo Gramellini, Il Caffè (Corriere della Sera - 27/2/2018)


Canzone del giorno: Don't Think About It, Baby (1969) - Mike Bloomfield
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domenica 25 febbraio 2018

Post Scriptum Film

The Post

REGIA: Steven Spielberg
INTERPRETI: Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Bradley Whitford, Bruce Greenwood, Matthew Rhys, Alison Brie
SCENEGGIATURA: Liz Hannah, Josh Singer
DURATA: 118'
USCITA: 1

The Post oltre ad essere un inno alla libertà di stampa come manifestazione fondamentale della libertà individuale, è anche, grazie alla maestria cinematografica di Steven Spielberg, una rappresentazione sul coraggio di tanti professionisti in un momento cruciale della storia americana degli anni ’70.
La temerarietà dell’analista militare Daniel Ellsberg che rilevò al New York Times l’esistenza dei Pentagon Papers, 7.000 pagine di scottanti segreti sulle bugie governative riguardo alla sanguinosa guerra in Vietnam. L’audacia di un team di giornalisti che decisero, nel nome dell’interesse nazionale, di studiare e proporre la pubblicazione di tali documenti.
L’intraprendenza di Ben Bradlee, direttore del Washington Post brillantemente interpretato da Tom Hanks, che con caparbia decide di sfidare l’amministrazione Nixon nel nome della libertà di stampa.
E poi il coraggio con la C maiuscola di Katharine Graham, editrice del Washington Post e prima donna ad aver assunto, dopo il suicidio del marito, una posizione di potere in un grande giornale.
Spielberg affida il ruolo a Maryl Streep e il gioco è fatto. Da una parte il tocco accorto, magico e puntuale del grande pluripremiato regista, dall’altra l’incantevole interpretazione della Streep (candidata all’Oscar come migliore attrice protagonista) in grado di trasmettere il fervore di una donna che trasforma la sua fragilità in efficace determinazione propositiva. Una rappresentante dell’elite economica e culturale degli Stati Uniti che decide, nonostante i suoi dilemmi interiori, di stare dalla parte dei suoi giornalisti e sfidare, con la sua autorizzazione a pubblicare il materiale dei Pentagon Papers, la classe dirigente. Riuscitissimo cast corale. Un perfetto omaggio al vero giornalismo e alle decisioni coraggiose.

Canzone del giorno: Got a Little Secret  (2015) - Leonard Cohen
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sabato 24 febbraio 2018

Schiavitù

"La tecnica è una nuova forma di schiavitù. Tutta l’informatica è una catena intelligente di schiavi. Siamo tutti schiavi, dei media e dei nuovi media. Schiavi, però, non come nell’antichità, ma in un modo ben più raffinato: siamo schiavi pensando di essere padroni. Tante informazioni, troppe informazioni non danno il tempo di pensare. E allora l’augurio che non si lascino irretire troppo nella rete di Internet, che imparino a riconoscere i limiti, di se stessi e del proprio sapere. Ecco, mi auguro che rinuncino, finalmente, ad avere l’ultima parola".

Hans-Georg Gadamer (1900 – 2000) - Intervista di Donatella Di Cesare  sul Corriere della Sera del 7 febbraio 2000

Canzone del giorno: Slave  (1981) - The Rolling Stones
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giovedì 22 febbraio 2018

Contesi

Che le crisi di coppia più aspre finiscano per pesare sui figli con contese e strascichi giudiziari è, purtroppo, una triste realtà. Ma la situazione diventa ancora più complicata quando il contrasto supera i confini nazionali: se un genitore “scappa” all’estero con i figli, gli strumenti tradizionali possono non bastare per farli rientrare.
Si tratta di un fenomeno in crescita. Secondo i dati del ministero della Giustizia, sono state circa 3.300 le «sottrazioni internazionali di minori» dal 2000 al 2017, ma sono quasi mille – circa il 30% – i casi concentrati negli ultimi quattro anni. Nella maggioranza delle situazioni, circa il 60% nel 2017, si tratta di bambini portati fuori dall’Italia, mentre il restante 40% è rappresentato da minori in Italia reclamati dall’estero.
I numeri si riferiscono alle richieste – presentate al ministero della Giustizia – di applicare la Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980, che è lo strumento più rapido ed efficace da azionare per tentare di far rientrare il figlio trattenuto all’estero da un genitore senza il consenso dell’altro. La Convenzione è infatti stata ratificata da un alto numero di Paesi (98), stabilisce una procedura che si deve concludere entro sei settimane e si basa sull’assistenza (gratuita) delle «autorità centrali» dei Paesi coinvolti (in Italia il ministero).
Ma la Convenzione dell’Aja non è l’unico strumento messo in campo dagli Stati per arginare il dramma dei figli contesi. E nuovi tasselli potrebbero aggiungersi a breve. È infatti in corso la revisione del regolamento Ue del 2003 che ha stabilito norme comuni sulla competenza, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia matrimoniale. Già da tempo, poi, presso l’Europarlamento è attivo un mediatore ad hoc per la sottrazione internazionale
dei minori.

Il Sole 24 Ore (19/2/2018)


Canzone del giorno: Toys in The Attic (1975) - Aerosmith
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martedì 20 febbraio 2018

La bbellezza

LA BBELLEZZA  

Viè a vvéde le bbellezze de mi’ Nonna.  
Ha ddu’ parmi de pelle sott’ar gozzo:  
è sbrozzolosa come un maritozzo  
e trittica ppiú ppeggio d’una fronna.  
Nun tiè ppiú un dente da maggnasse un tozzo:  
l’occhi l’ha pperzi in d’una bbúscia tonna,  
e er naso, in ner parlà, ppovera donna,  
je fa cconverzazzione cor barbozzo.  
Bbracc’e ggamme sò stecche de ventajjo:  
la vosce pare un zon de raganella:  
le zinne, bborze da colacce er quajjo.  
Bbe’, mmi’ nonna da ggiovene era bbella.  
E ttu dda’ ttempo ar tempo; e ssi nun sbajjo,  
sposa, diventerai peggio de quella.

2 novembre 1833

Giuseppe Gioachino Belli (1791 - 1863)

Canzone del giorno: Beauty In The World  (2010) - Macy Gray
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domenica 18 febbraio 2018

Se stesso

Tutti pensano di cambiare il mondo, nessuna pensa di cambiare se stesso.

                                         Lev Nikolaevic Tolstoj (1828 - 1910)
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.

Canzone del giorno: Un uomo diverso  (2015) - Max Gazzé
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giovedì 15 febbraio 2018

Vicinanza

L'amore-passione vive di ostacoli, intensi eccitamenti, spasmi, congedi, addii; il matrimonio, invece, vive di consuetudini e vicinanza quotidiana. L'amore-passione vuole l'amore lontano dei trovatori, il matrimonio l'amore vicino dei coniugi. E in un mondo come il nostro, che ha conservato come ultimo residuo dell'amore, se non la passione, la nostalgia della passione, è ovvio che si faccia strada la tendenza ad accostarsi al matrimonio solo nella prospettiva della possibilità della separazione e del divorzio, di cui tutti chiedono la facilitazione, quando il problema, forse, non è di rendere facile il divorzio, ma di rendere difficile il matrimonio, se per concluderlo si pensa possa bastare l'amore-passione. 

Umberto Galimberti, Le cose dell’amore (Feltrinelli, 2004)

Canzone del giorno: The Nearness Of You (1956) - Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
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lunedì 12 febbraio 2018

Chiamami col tuo nome

Chiamami col tuo nome

REGIA: Luca Guadagnino
INTERPRETI: Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois
SCENEGGIATURA: James Ivory
FOTOGRAFIA: Sayombhus Mukdeeprom
DURATA: 130'
USCITA: 25

Una storia d'amore raccontata con delicatezza. Le recenti 4 nominations all'Oscar, fra cui quella di migliore film, hanno permesso a Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino, di riappropriarsi delle sale italiane e un buon numero di spettatori ha avuto la possibilità di apprezzare un'opera dalla forte carica introspettiva e dalla vigorosa efficacia stilistica. Tratto dall'omonimo romanzo di André Aciman e ben delineato dalla sceneggiatura di James Ivory, il film trova la sua forza complessiva nella semplicità con la quale Guadagnino riesce a raccontare l'attrazione e l'amore tra due ragazzi durante una calda estate italiana del 1983.
Elio (Timothée Chalamet), adolescente appassionato di musica e letteratura, è il figlio del professore Prelman (Michael Stuhlbarg), docente universitario di Archeologia, che ospita nella sua casa di campagna un giovane ricercatore americano (Armie Hammer). Fra timori e slanci i due giovani approdano verso la consapevolezza della propria omosessualità e ciò che può apparire scandalo e peccato si trasforma, grazie al tocco delicato del regista e alla splendida fotografia di Sayombhu Mukdeeprom, in una rappresentazione di grande intensità.
Il silenzio della campagna padana, la simbologia dei frutti raccolti, l’acqua sempre presente (quella del lago, delle fontane, delle cascate montanare) offre eleganti spunti cinematografici. In alcuni casi tutto ciò, probabilmente, spezza l’atmosfera e genera alcune forzature che rendono un po’ troppo lenti alcuni momenti del film. E poi arriva il finale prorompente. Il conforto del padre dinanzi alla sofferenza d’amore del figlio determina un sussulto nello spettatore che riesce a far apprezzare ancor di più Chiamami col tuo nome .Stai male e ora vorresti non provare nulla, forse non hai mai voluto provare nulla, ma ciò che ora provi io lo invidio... Soffochiamo così tanto di noi per guarire più in fretta, così tanto che a 30 anni siamo già prosciugati e ogni volta che ricominciamo una nuova storia con qualcuno diamo sempre di meno, ma renderti insensibile così da non provare nulla, è uno sbaglio…”.

Canzone del giorno: Call me  (1973) - Al Green
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domenica 11 febbraio 2018

Mio fratello

Sono nato e ho lavorato in ogni paese
e ho difeso con fatica la mia dignità
Sono nato e sono morto in ogni paese
e ho camminato in ogni strada del mondo che vedi.

Mio fratello che guardi il mondo
e il mondo non somiglia a te
mio fratello che guardi il cielo
e il cielo non ti guarda.

Se c'è una strada sotto il mare
prima o poi ci troverà
se non c'è strada dentro al cuore degli altri
prima o poi si traccerà.

Ivano Fossati, Mio Fratello che guardi il mondo (1992)

Canzone del giorno: Mio fratello che guardi il mondo  (1992) - Ivano Fossati
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giovedì 8 febbraio 2018

Pattumiere

Ogni anno in Italia si buttano via circa 12 miliardi di euro in cibo commestibile, quasi l’uno per cento del prodotto interno lordo. Nelle pattumiere di ogni famiglia italiana finiscono 250 euro all’anno in verdura, latticini e carne andata a male con una media di 1,5 chili a settimana. Infatti i maggiori colpevoli di questo spreco non sono le grosse aziende o i ristoranti, ma i privati cittadini. Il pasto maggiormente incriminato è la cena, quando si tende a sprecare una volta e mezza più che a pranzo, buttando soprattutto verdure. I vegetali guidano questa infausta classifica con una porzione da circa 20 grammi ogni giorno finisce nel cestino, in un anno significa 7,1 chili di verdure buttati via. Subito dopo si trovano latte e latticini con 4,8 chili all’anno. Poi la frutta e i prodotti da forno come pane e pizza.
La causa di questo spreco nella maggioranza dei casi, il 46 per cento, è l’aver raggiunto o superato la data di scadenza oppure essere andato a male. Si tende poi a gettare via il cibo che non è piaciuto, senza provare a riutilizzarlo, insieme a quello cucinato troppo. E per chi vorrebbe rifugiarsi dietro a un errore in fase d’acquisto o a uno spreco accidentale causato dalla caduta in terra della pietanza, sappia che solo nel 2 per cento dei casi questo è vero.
La fotografia del rapporto degli italiani con il cibo è stata scattata dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente e dell’Università di Bologna Distal. I dati, presentati in occasione della V Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare di ieri, derivano dal monitoraggio di 400 nuclei familiari in tutta Italia. A pesare su ogni italiano non c’è solo la dimensione familiare dello sperpero ma anche 2,89 chili di cibo sprecato annualmente dalla grande distribuzione. Il lavoro di Reduce ha infatti coinvolto iper e supermercati ma anche le mense scolastiche. In particolare lo spreco di filiera ha un valore che supera i 3,5 miliardi di euro annui dividendosi fra i campi, la produzione industriale e la distribuzione. Per quanto riguarda i refettori scolastici il progetto ha analizzato gli sprechi di 73 istituti di scuola primaria, di cui 25 nel Lazio. I dati evidenziano come quasi un terzo del pasto viene gettato, vale a dire che 120 grammi di cibo per ogni studente, all’interno di un pranzo che ne offre circa 534 grammi, resta nel piatto, viene lasciato intatto nella mensa oppure portato in classe.
È evidente come i numeri dello spreco in Italia restano ancora importanti «ma la sensibilizzazione si tocca con mano – spiega Andrea Segré, una degli agroeconomisti dietro allo studio – Lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016». Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 chili di cibo all’anno contro i settanta del dato precedente, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni. 


                                                                                                                                           Francesco Malfetano, Il Messaggero (6/2/2017)

Canzone del giorno: Trash  (1979) - Roxy Music
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martedì 6 febbraio 2018

Braccialetti

La discussione sui braccialetti elettronici di Amazon, al netto delle boiate da campagna elettorale, è appassionante. Non riguarda solamente i rapporti tra capitale e lavoro: riguarda, ben più in esteso, la smisurata accelerazione delle tecnologie e l'affanno con il quale prendiamo atto di un futuro già presente. In una sola domanda: quanto le tecnologie ci assistono; quanto ci controllano? Quanto ci liberano dal bisogno, quanto ci imprigionano a “reti” che verificano non solamente il nostro zelo di lavoratori, ma anche, se non soprattutto, la nostra fedeltà di consumatori? Non è tracciato solamente il percorso che l’operaio/a Amazon percorre nel labirinto dei capannoni. È  tracciata la nostra intera esistenza di compratori, anche noi, spesso senza saperlo, indirizzati verso la “merce giusta”, avvolti da un bozzolo di dati e di suggerimenti e di stimoli che si adatta alla sagoma virtuale che ognuno di noi traccia, senza saperlo, ogni volta che siamo connessi. Abbiamo un braccialetto al polso pure noi, ma invisibile. Verifica dove siamo, cosa stiamo facendo, di fronte a quale scaffale ci piacerebbe essere. Non è questione di essere catastrofisti o luddisti, è solo questione di farci continuamente, e senza risposte precostituite, la domanda di prima: quanto la tecnologia ci assiste; quanto ci controlla? E fino a quando ci sarà consentito assentarci, almeno per un poco, sparendo alla vista della Torre di Controllo, sfuggendo a ogni radar, sentendoci finalmente indefinibili, non tracciabili, insomma liberi?
                                                                                                                              Michele Serra, L’Amaca (Repubblica – 4/2/2018)

Canzone del giorno: Radar  (2008) - Britney Spears
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