Ogni anno in Italia si
buttano via circa 12 miliardi di euro in cibo commestibile, quasi l’uno per
cento del prodotto interno lordo. Nelle pattumiere di ogni famiglia italiana
finiscono 250 euro all’anno in verdura, latticini e carne andata a male con una
media di 1,5 chili a settimana. Infatti i maggiori colpevoli di questo spreco
non sono le grosse aziende o i ristoranti, ma i privati cittadini. Il pasto
maggiormente incriminato è la cena, quando si tende a sprecare una volta e
mezza più che a pranzo, buttando soprattutto verdure. I vegetali guidano questa
infausta classifica con una porzione da circa 20 grammi ogni giorno finisce nel
cestino, in un anno significa 7,1 chili di verdure buttati via. Subito dopo si
trovano latte e latticini con 4,8 chili all’anno. Poi la frutta e i prodotti da
forno come pane e pizza.
La causa di questo spreco nella maggioranza dei casi, il 46 per cento, è l’aver raggiunto o superato la data di scadenza oppure essere andato a male. Si tende poi a gettare via il cibo che non è piaciuto, senza provare a riutilizzarlo, insieme a quello cucinato troppo. E per chi vorrebbe rifugiarsi dietro a un errore in fase d’acquisto o a uno spreco accidentale causato dalla caduta in terra della pietanza, sappia che solo nel 2 per cento dei casi questo è vero.
La fotografia del rapporto degli italiani con il cibo è stata scattata dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente e dell’Università di Bologna Distal. I dati, presentati in occasione della V Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare di ieri, derivano dal monitoraggio di 400 nuclei familiari in tutta Italia. A pesare su ogni italiano non c’è solo la dimensione familiare dello sperpero ma anche 2,89 chili di cibo sprecato annualmente dalla grande distribuzione. Il lavoro di Reduce ha infatti coinvolto iper e supermercati ma anche le mense scolastiche. In particolare lo spreco di filiera ha un valore che supera i 3,5 miliardi di euro annui dividendosi fra i campi, la produzione industriale e la distribuzione. Per quanto riguarda i refettori scolastici il progetto ha analizzato gli sprechi di 73 istituti di scuola primaria, di cui 25 nel Lazio. I dati evidenziano come quasi un terzo del pasto viene gettato, vale a dire che 120 grammi di cibo per ogni studente, all’interno di un pranzo che ne offre circa 534 grammi, resta nel piatto, viene lasciato intatto nella mensa oppure portato in classe.
È evidente come i numeri dello spreco in Italia restano ancora importanti «ma la sensibilizzazione si tocca con mano – spiega Andrea Segré, una degli agroeconomisti dietro allo studio – Lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016». Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 chili di cibo all’anno contro i settanta del dato precedente, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni.
La causa di questo spreco nella maggioranza dei casi, il 46 per cento, è l’aver raggiunto o superato la data di scadenza oppure essere andato a male. Si tende poi a gettare via il cibo che non è piaciuto, senza provare a riutilizzarlo, insieme a quello cucinato troppo. E per chi vorrebbe rifugiarsi dietro a un errore in fase d’acquisto o a uno spreco accidentale causato dalla caduta in terra della pietanza, sappia che solo nel 2 per cento dei casi questo è vero.
La fotografia del rapporto degli italiani con il cibo è stata scattata dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente e dell’Università di Bologna Distal. I dati, presentati in occasione della V Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare di ieri, derivano dal monitoraggio di 400 nuclei familiari in tutta Italia. A pesare su ogni italiano non c’è solo la dimensione familiare dello sperpero ma anche 2,89 chili di cibo sprecato annualmente dalla grande distribuzione. Il lavoro di Reduce ha infatti coinvolto iper e supermercati ma anche le mense scolastiche. In particolare lo spreco di filiera ha un valore che supera i 3,5 miliardi di euro annui dividendosi fra i campi, la produzione industriale e la distribuzione. Per quanto riguarda i refettori scolastici il progetto ha analizzato gli sprechi di 73 istituti di scuola primaria, di cui 25 nel Lazio. I dati evidenziano come quasi un terzo del pasto viene gettato, vale a dire che 120 grammi di cibo per ogni studente, all’interno di un pranzo che ne offre circa 534 grammi, resta nel piatto, viene lasciato intatto nella mensa oppure portato in classe.
È evidente come i numeri dello spreco in Italia restano ancora importanti «ma la sensibilizzazione si tocca con mano – spiega Andrea Segré, una degli agroeconomisti dietro allo studio – Lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016». Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 chili di cibo all’anno contro i settanta del dato precedente, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni.
Francesco Malfetano, Il
Messaggero (6/2/2017)
Canzone del giorno: Trash (1979) - Roxy Music
Clicca e ascolta: Trash....