Non solo Ryanair. Dietro i guai della compagnia irlandese che continua a tagliare
voli creando disagi ai passeggeri, è tutto il modello low cost a soffrire un “vento
contrario”. Soprattutto dove la ripresa economica è più solida, dove il mercato
del lavoro è meno depresso, viene meno uno degli ingredienti: la debolezza
contrattuale dei dipendenti, la loro disponibilità a lavorare a qualsiasi condizione.
È tanto più evidente se si allarga lo sguardo oltre il trasporto aereo. Il concetto
low cost nasce negli Stati Uniti, patria del mercatismo, in un’epoca di esaltazione
dei benefici della concorrenza. In America la parabola ha già imboccato una
curva discendente.
Il caso emblematico è la grande distribuzione. Low cost per
eccellenza è la catena di ipermercati Walmart che per generazioni ha dominato la
scena, un’icona dell’American Way of Life. I grandi magazzini Target hanno
seguito una strategia simile. Prezzi bassissimi. Prevalenza del made in China. Per
un ceto medio afflitto da impoverimento strisciante, con un potere d’acquisto
fermo o declinante da decenni, fare la spesa low cost era quasi obbligato. Per far
quadrare i conti, però, doveva essere low cost anche la manodopera locale. I
salari di Walmart erano talmente bassi che molta della forza lavoro poteva
richiedere sussidi del Welfare: finiva sotto la soglia ufficiale della povertà. L’intero
modello si reggeva su un equilibrio precario, perché se è vero che il discount
aiuta chi ha poco potere d’acquisto, lo stesso meccanismo distrugge posti di
lavoro nazionali con le delocalizzazioni in Cina, e deprime le buste paga di chi ci
lavora dentro. È la perversione che ormai denuncia perfino il Fondo monetario
internazionale. Nell’ultimo World Economic Outlook gli esperti del Fmi sono
tornati su questo tema: «Precarietà e part-time frenano l’aumento degli stipendi.
In molte economie avanzate, la crescita dei salari nominali resta marcatamente
sotto i livelli precedenti la grande recessione del 2008-2009». Ora però il vento
è cambiato. Da più di un anno Walmart ha dovuto alzare i salari, altrimenti non
trova più candidati per lavorare come fattorini e cassiere: con la piena
occupazione i rapporti di forza cambiano a favore dei lavoratori. Target di
recente ha annunciato a sua volta consistenti aumenti salariali.
Federico Rampini, la Repubblica (28/9/2017)
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