Detta così sembra la sceneggiatura di una serie tv, ma di fantascientifico c’è ben poco. La minaccia hacker può entrare nelle nostre case attraverso qualsiasi dispositivo elettronico. Davvero. Che sia il condizionatore dell’aria, il frigorifero intelligente o la tapparella telecomandata poco importa. Ogni apparecchio collegato a Internet o in grado di dialogare con il nostro telefonino può rappresentare una porta d’accesso. Al posto della serratura c’è un codice, più o meno complicato da identificare, e al posto del ladro incappucciato c’è un diabolico maghetto del computer, magari minorenne, che sa perfettamente quali chiavi utilizzare per entrare virtualmente in casa nostra. Il furto è altrettanto grave: se apparentemente non ci viene rubato nulla di materiale, in realtà degli estranei si sono appropriati della nostra privacy, delle nostre abitudini. E noi diventiamo tracciabili anche quando accendiamo o spegniamo la luce. Paradossalmente – ma neanche tanto – un’organizzazione criminale di hacker potrebbe bloccarci di colpo tutti gli elettrodomestici e chiedere alle aziende produttrici un riscatto per riaccenderli. O ancora potrebbe rubarci l’identità, girare i nostri dati a qualche società che imposta ricerche di mercato, o manipolare le nostre bollette. (...) Gli hacker in Europa sembrerebbero fare danni per 265 miliardi l’anno e lo stesso presidente della commissione europea Jean Claude Juncker ha ammesso che al momento le difese sono un autentico colabrodo. Per questo la sicurezza informatica è stata inserita fra le priorità da affrontare assieme all’immigrazione. «Solo l’anno scorso – ha detto Juncker all’europarlamento di Strasburgo – ci sono stati più di 4mila attacchi ransomwere (ndr, blocchi dei computer con relative richieste di riscatto) al giorno e l’80% delle aziende ha sperimentato almeno un incidente di cybersecurity». Quando ci fu l’epidemia di Wannacry nemmeno le ambulanze erano più in grado di soccorrere i malati, il sistema operativo era stato mandato del tutto all’aria e i danni agli enti pubblici e privati sono stati immani.
Maria Sorbi, il Giornale (26/9/2017)
Maria Sorbi, il Giornale (26/9/2017)
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