Giorgio
Gaber, Il Mercato (da Un’idiozia conquistata a fatica, 1996-97)
Il mercato è un mammifero strano
senza niente di
umano
è qualcosa che cresce
che ogni giorno diventa più grosso
una crescita abnorme smisurata, tutta forme
come una donna sempre incinta di se stessa.
Il mercato è un neonato opulento
ossequiato dal mondo
è un bamboccio gonfiato
che ingrassa anche senza nutrice
non ha alcun bisogno né di cibo né di sogno
siamo noi tutti la sua grande incubatrice.
è qualcosa che cresce
che ogni giorno diventa più grosso
una crescita abnorme smisurata, tutta forme
come una donna sempre incinta di se stessa.
Il mercato è un neonato opulento
ossequiato dal mondo
è un bamboccio gonfiato
che ingrassa anche senza nutrice
non ha alcun bisogno né di cibo né di sogno
siamo noi tutti la sua grande incubatrice.
(…)
Il mercato è un ordigno innescato
un circuito completo
è la grande invenzione
è l'atomica dei più potenti
è una competizione tra le più disumane
senza pietà per il massacro dei perdenti.
un circuito completo
è la grande invenzione
è l'atomica dei più potenti
è una competizione tra le più disumane
senza pietà per il massacro dei perdenti.